APPUNTAMENTO
N. 55
TUTTO NEL TEMPO SI TRASFORMA IN ZUCCHERI
Di
Bruno Sangiovanni
Appuntamento N. 55 - E’ importante soprattutto per la prima parte,
nella quale cerchiamo di affrontare la grande questione dello zucchero. Delizia
e, da tempo immemorabile, croce pesantissima.
Iniziamo riprendendo alcune parole di René: Tutto ciò che cresce in natura, erba, piante, fiori, alberi, tutto
contiene il calore del sole, l’ossigeno, l’umidità dell’ambiente, l’acqua e i
sali minerali della terra. Tutto questo col passare del tempo si trasforma in
idrati di carbonio, cioè zuccheri.
Che però prendono forme diverse. Infatti troviamo zuccheri utili e
zuccheri meno utili: più utili quelli lenti, meno utili quelli veloci. Ad
esempio: il cereale integrale è zucchero lento, la frutta è zucchero
veloce.
Lo zucchero bianco invece, è velocissimo
Ok,
prendiamo il toro per le corna e utilizziamo questa conversazione per cercare
di fare chiarezza sulla questione. Intanto: La
canna da zucchero quando è lavorata, raffinata, e diventa zucchero bianco, non
è più un vero alimento perché è privato di tutti gli altri fattori,
Cerchiamo di capire come funziona. L’organismo deve reagire
rapidamente a questa fiammata per ritrovare l’equilibrio termico, il pancreas
allora produce insulina che abbassa la glicemia (che è freddo). Essendo però lo
stimolo molto forte, anche la reazione è tale, e c’è una rapida produzione di
insulina. La glicemia si abbassa velocemente, oltre i parametri normali, e così
da un eccesso di calore si entra in una condizione fredda. Che è l’ipoglicemia.
A questo punto è necessario nuovo calore per ristabilire l’ordine,
dato che il corpo deve mantenere la costante termica intorno ai 37°. Con cosa?
Tipicamente con qualche cosa di dolce che contiene ancora zucchero (in un forma
o l’altra) che di nuovo però rialza la glicemia e la temperatura, velocemente.
E così siamo da capo, tornati al punto di partenza, tutto ricomincia. Ecco qui
il circolo vizioso e la terribile dipendenza dagli zuccheri, che naturalmente
comporta non poche possibili conseguenze.
Una di queste è appunto l’ipoglicemia, situazione difficile per
l’organismo e normalmente molto sottovalutata. Per milioni di occidentali
l’ipoglicemia è un problema delicato perché un deficit di glucosio comporta
parecchi problemi. Si va dallo stress, alla dipendenza, all’insonnia, alla
violenza, stati depressivi, perdita di controllo, e altro ancora. Anche il
bisogno di stimolanti come il caffè, il tabacco, anche l’alcool, può facilmente
dipendere da una condizione ipoglicemica. Quando siamo in ipoglicemia, abbiamo
bisogno urgente di altro carburante, di altra energia. Non ci sono santi che
tengano.
Se al mattino prendiamo due cucchiaini di zucchero nel caffè, e
accompagniamo il tutto con un croissant, è certo che a metà mattina avremo una
“crisi ipoglicemica” e sarà indispensabile prendere nuovamente qualche cosa di
dolce. Così tutto il resto della giornata passerà tra alti e bassi e finirà per
diventare una montagna russa senza fine.
Più zucchero si prende, più ne abbiamo bisogno, è matematico, è così!
E lo zucchero sta dappertutto!
Un'altra possibile conseguenza, se possibile ancora più critica, è che
questo alternarsi continuo di iper e ipoglicemia comporta un super lavoro del
pancreas per la produzione di insulina. Se questa cosa si protrae per anni e
anni, è possibile che il pancreas finisca per perdere un po’ “la ragione e la
pazienza” e (insieme ad altri possibili fattori) si può entrare in una
condizione prediabetica, e eventualmente alla fine diabetica.
Visione
della medicina e visione della macrobiotica sulla questione diabete
La medicina, mi scuso per l’approssimazione, dice questo. Il diabete è
una malattia metabolica conseguente a un calo dell’attività dell’insulina, la
cui funzione è quella di favorire l’assorbimento del glucosio nelle cellule.
Può essere causata da una ridotta disponibilità di insulina (c’è meno di quanta
ne servirebbe - diabete tipo 1), oppure da un impedimento alla normale azione
dell’insulina (l’organismo non riesce a farne buon uso, è l’insulino resistenza
- diabete tipo 2), oppure una combinazione delle due cause (l’insulina è poca e
non funziona in modo adeguato).
Riso integrale con azuki e tamari |
Dal punto di vista della macrobiotica, che ragiona in termini
Yin-Yang, la causa e la cura conseguente sono faccenda diversa. Per la
macrobiotica la causa è un eccesso prolungato nel tempo di fattori Yin nell’alimentazione, in particolare
zuccheri e dolci (e anche grassi). La cura, conseguentemente, è nel cambio
dell’alimentazione. Cercando anche qui una super sintesi: a) il glucosio in
eccesso nel sangue è Yin, b) la
mancanza di insulina, che è un condensatore-costrittore Yang, è per definizione
Yin, c) il pancreas è un organo
compatto Yang, l’insufficienza della sua funzione è Yin, d) c’è sicuramente una dilatazione e rilassamento degli organi
coinvolti (pancreas, reni), che è Yin.
In sostanza la malattia si produce a causa di fattori Yin in eccesso,
di conseguenza il trattamento deve essere Yang e l’alimentazione Yang. O meglio
ancora, come diceva Ohsawa: Una alimentazione
ben equilibrata, né Yin, né eccessivamente Yang, come nelle mie direttive
alimentari preparatorie. In questi casi gli alimenti più adatti sono quelli con
gusto dolce naturale-equilibrato, i cereali integrali tra cui anche il grano
saraceno, la zucca, la carota, e anche il gomashio e il kuzu (radice-specifico), ecc. Ci ritorniamo tra poco.
Fatto questo confronto tra la visione della medicina e quella
macrobiotica, voglio precisare che non stiamo affermando che una cosa sia
meglio dell’altra, non è questo il punto. Lo scopo è confrontare le due diverse
visioni e i due diversi metodi, mostrando in particolare come ragiona la
macrobiotica attraverso il principio Yin-Yang. Cosa comunque interessante,
spero, per un argomento così importante.
Sull’origine e sulle cause penso invece non ci possano essere tante
opinioni diverse. Le principali non possono che dipendere da anni di disordine
alimentare, in cui il consumo di zucchero nelle sue svariate forme non può non
avere grandi responsabilità. Anche eccessivo consumo di grassi saturi (animali)
ha un ruolo, per esempio nel meccanismo dell’insulino resistenza, perché se c’è
troppo grasso in circolo, le membrane cellulari potrebbero opporre maggior
resistenza al passaggio dell’insulina.
Che sia infine un argomento importante, anche su questo non ci sono
dubbi dato che il diabete è una specie di epidemia in vertiginosa crescita.
Stando ai dati riportati, spero siano corretti, nel 1980 i casi accertati
globalmente erano circa 100 milioni. Nel 2015 erano arrivati a circa 420
milioni. Due numeri che da soli raccontano tutta la gravità del problema.
Nonché tutto il ruolo del disordine alimentare accumulato in questi anni.
Considerazioni
più generali sullo zucchero, e sul come difendersi.
Il glucosio è di capitale importanza per le cellule, per i tessuti
nervosi, ed è la fonte primaria dell’energia cerebrale, ma se il flusso è fatto
di picchi (carboidrati semplici-zucchero bianco) abbiamo visto che diventa un
problema. Riducendo i picchi (carboidrati complessi-cereali integrali) la
costante termica rimane stabile e la vita smette di essere un alto e basso
continuo, grande fattore di pace generale per l’organismo e per gli organi
coinvolti, nonché per l’umore.
E’ imperativo dunque trovare un regime che ci metta al riparo da
questo problema anche perché gli inconvenienti non finiscono qui.
Lo zucchero
indebolisce il sangue e le nostre difese, disperde e toglie concentrazione, la
volontà si riduce. Diluisce la concentrazione salina nel sangue che invece è un
grande fattore di concentrazione e propulsione. Inoltre ancora, lo zucchero raffinato
demineralizza perché l’organismo è costretto ad attingere alle riserve di
minerali alcalinizzanti che non sono più presenti nel cibo raffinato. Sottrae
calcio, causa carie ai denti. E infine, quando si prende un dolce molto
zuccherato oppure un gelato, bisogna bere e bere ancora.
René: Quando il sapore diventa
eccessivamente dolce, cioè zuccherato, vuol dire che tutto il terreno è
zuccherato e questo è una delle cause principali dei problemi di salute, e
anche di dipendenza. Sino a un possibile passaggio successivo all’alcool e poi forse
anche alle droghe. E poi lo zucchero è dappertutto, così, alla fine, chi ha il
terreno zuccherato è spesso malato. Cosa c’è di ancora più dolce dello
zucchero? Il miele!
L’alimento che ci mette al riparo da questo problema è il cereale
completo, che rilascia glucosio lentamente. Un combustibile lento,
perfettamente pulito, il cui sapore di fondo è dolce. Nei casi di glicemia
fuori dai parametri, secondo la macrobiotica la dieta più indicata è a base di
cereali integrali cotti con sale, preferibilmente accompagnati con alcuni altri
cibi che (anche loro) hanno un gusto e sapore dolce-naturale-equilibrato. Che
possono fornire dolcezza senza alcun apporto di zuccheri problematici. Tipiche
sono le verdure dolci come la zucca, la carota, la cipolla, e i fagioli azuki
tra i legumi. E utilizzare normalmente il miso, olio e tamari per condire, e
anche gomashio. E anche il kuzu.
La glicemia
e Cuisine et Santé.
Per chi volesse veramente
approfondire le cose e provarne gli effetti, la miglior decisione è investire
10 giorni del proprio tempo e andare a Cuisine et Santé. Dove c’è la
possibilità concreta di vedere cosa può fare una alimentazione macrobiotica
controllata sul controllo della glicemia. Che tante e tante volte, nello spazio
di pochi giorni può rientrare entro i parametri. Cosa che naturalmente si può
conservare nel tempo, ad una condizione ben precisa però: che l’alimentazione
rimanga quella e ben controllata, nel tempo.
Avvertire i segnali di cambiamento
La vera base
biologica e fisiologica è la vita senza angoscia e senza malattia. Bisogna
dedicarsi alla pratica, con intelligenza e comprensione, essere presenti e
osservare. Gli alimenti che corrispondono sono a portata di mano, nessun
problema di reperimento. Se si vogliono conservare a lungo i cereali, evitando
il rischio che si formino insetti e farfalline, se proprio-proprio si vuole,
basta tostarli. Poi bisogna avere strumenti giusti, pochi ma utili, marmitte,
diffusori per la fiamma, teglie. Lasciando perdere le sale pranzo, posate
ricercate, coltelli, e ammennicoli vari.
Con i coltelli si fanno altre cose, diceva René.
L’alimentazione macrobiotica è mangiare per essere puliti dentro, ma
anche fuori. Se invece mangiamo grassi e zuccheri, questi vengono alla
periferia per traspirazione, come l’alcool peraltro. Quali sono i primi segnali
di cambiamento avvertibili dopo l’inizio della macrobiotica? Innanzitutto il
dormire. Prima, spesso e volentieri il sonno era pesante e poco profondo. Ora
si dorme meno, ma profondamente e in pace. Altra cosa sono gli odori e umori
che cambiano perché non si mangiano più formaggi, cibo animale, salse. Questo è
un altro cambiamento percepibile. Sembrano dettagli, ma non lo sono. Al
contrario, sono cose importanti perché la pulizia fuori significa che siamo
puliti dentro.
René, parlando di sé stesso: Sono
arrivato dove sono arrivato, non per studi accademici, ma per amore dell’avventura
della vita. Il livello di giudizio è in rapporto a ciò che si mangia. E’
questione di ricettività, l’uomo è un apparato ricevitore attorno all’universo.
Ciò che riceve dipende dalla qualità del suo recettore. Il silicio è il
recettore più puro, è un ricevitore di onde. Se avete un buon ricevitore potete
prendere tutto il mondo, tutto l’universo. Per l’uomo, la qualità del
ricevitore dipende strettamente e assolutamente dalla qualità del cibo.
A proposito di silicio, c’è un cereale che ne è ricco, e che fa bene
alle ossa: è il miglio. Il miglio gioca un ruolo importante per la salute delle
ossa. René racconta di un ragazzo che cadendo da una scala si era rotto un
tallone del piede. Ha preso miglio tostato crudo, bevendo poco finché è stato
necessario, fino a che il tallone si è riparato e saldato completamente. Il
sale marino è pieno di oligoelementi, le alghe ne contengono tantissimi…bisogna
uscire dall’idea degli integratori e dei complementi.
Ricettività e immaginazione
La
ricettività dunque! E voi, siete buoni ricevitori,
chiede René? Pensiamo alla immaginazione, oggi ci manca, perché manca
una corretta “educazione-cibo”. Cosa diavolo significa questa affermazione?
La spiegazione arriva. Significa che il cibo che prendiamo è legato
all’educazione di oggi, fatta per farci diventare bravi soldatini-consumatori-obbedienti,
senza mettere nulla in discussione, il cibo tanto per cominciare. Quando invece si rompe questo circolo
vizioso, quando riuscite a farlo, allora entrate nel grande mondo dell’ immaginazione.
Ecco René!
Se si mangia senza coscienza, se si mangia non importa cosa, non può
esserci immaginazione. Se invece l’alimentazione diventa semplice, con pochi
cereali e qualche verdura, allora si può entrare nell’immaginazione. Che non è
una cosa esoterica, è anche immaginazione di vita semplice e quotidiana, anzi
proprio di questo si tratta. Come avere
una piccola scorta di cereali, di miso e tamari, qualche verdura, e invitare
gli amici. E con questo evitare di cadere magari nel diabete o in una delle
tante altre malattie. Questa non è immaginazione, questa è grande
immaginazione!
Come
guadagnarsi la vita, chiedeva René? Dovete sapere che avete incontrato un tesoro, è la risposta! E poi
bisogna cercare di comprendere sempre l’origine e la causa dei fenomeni. Per
esempio bisogna sapere e capire che una condizione di non buona forma generale
può venire da una condizione di debolezza dell’intestino, probabilmente da
freddo nell’intestino. Perché? Perché è l’intestino che fabbrica il sangue, e
per svolgere questo lavoro, deve esserci calore.
Quando c’è qualche debolezza si tende a pensare ai cosiddetti
“specifici” di cui la macrobiotica a volte fa uso. Ma bisogna sapere che
possono avere effetto se vengono presi durante un regime stretto, altrimenti
non funzionano. Gli specifici comunque hanno lavoro e ricerca alle loro spalle
e vanno rispettati. Rispettarli vuol dire non abusarne o prenderli superficialmente,
hanno una loro storia. In ogni caso l’importante è non rendersi schiavi degli
specifici, perché la macrobiotica è libertà, anche dagli specifici.