“Spero sia un’illusione ottica” Esordì con
la voce, per convincersi e per sdrammatizzare.
Usò questo modo di dire perché era il
primo che gli era venuto a mente, spontaneo.
Erano giorni di attesa, non come quando
si aspetta Babbo Natale, piuttosto quando i Vigili ti devono presentare una
multa.
Un’attesa da rimandare il più possibile.
Un accadimento che non doveva accadere.
Giocava con le parole nel tentativo di
strapparsi un sorriso.
Riempiva il tempo spolverando vecchie
foto, libri, che ogni tanto apriva e leggeva. Faceva fatica tuttavia a rimanere
al chiuso. Sarebbe voluta uscire a camminare. “Uno sfogo cristosanto!”
Un pensiero fisso: il significato della
vita. “Chi siamo? Dove andiamo? Da dove veniamo?”
Un pensiero di base: “E la morte?”.
Il
tratto studio – cucina - camera da letto, lo aveva farcito con questi pensieri,
stavolta in silenzio, passo dopo passo.
“Quante persone in questo medesimo
momento penseranno le mie stesse cose?”
E poi:
“La Sig.ra Gina, all’alba dei suoi 50
anni, ci penserà? O compilerà la lista della spesa per preparare per cena il
brasato con le cotiche e piselli al lardo?” Rise un secondo.
“La morte le fa così tanta paura che la
Gina non ha il coraggio di pensarla. Io la penso” agitò pure i pugni con
determinazione.
“Potrebbe succedere fra un minuto”
Dalla
tazza del cesso dove era seduta si spostò in avanti per abbassare il volume della radiolina.
“Se tutti noi umani la pensassimo di
più, tenendola presente ogni minuto che passa, si farebbero meno cazzate e si
vivrebbe una vita più serena”
Si accorse di essere diventata il Guru di
sé stessa. Così per interrompere questa pessima interpretazione, guardò il
cane. L’ispiratore di questi pensieri era lui. Respirava piano, occhi semi
aperti. Era iniziato il suo conto alla rovescia che lei proprio non voleva
sentire. E chissà da quando inizia un conto alla rovescia.
“Il conto alla rovescia inizia da
subito, da quando lo sperma incontra l’ovulo! Cavolo!” disse il cane”. Possibile che tu voglia rimuovere
questo elementare pensiero” e si grattò l’orecchio, infastidito anche da una
pulce, oltre che dal dover rimarcare sempre i soliti banali concetti. Rimase
semi sdraiato: “Devo farti un disegnino?”
“Non pensavo che voi cani sapeste
disegnare” annoiata lascia il bagno passando davanti alla sua cuccia.
“Come inizia la vita, inizia la corsa
verso la morte. Si assaggia la vita, un morso e via verso la fine.” La mente di
lei andava per conto suo.
Il cane da qualche giorno pareva più
stanco e svogliato. Sotto la coperta, dormiva molto. Rinunciava alle corse,
agli ossi e bastoni, alle palline. Concentrato sull’abbandono, sul lasciarsi
andare.
“Distaccarsi, lasciare andare. La nostra
vera missione sulla terra è eliminare l’attaccamento?
Gli animali ce lo insegnano. Vivere qui
e ora. Senza blocchi e ostacoli. Respiro, vivo, stiro, bevo, fumo, dormo, leggo
e zappo l’orto” Si sdraiò sul letto, di fianco alla cuccia del cane.
“Distaccarsi dal passato! Togli uno
zaino pesante dalle spalle, lo mollì lì nel mezzo al sentiero e vai avanti”
“Ti senti più leggera adesso, vero?” si
stiracchiò tutto lungo prendendo per intero lo spazio della cuccia, le zampe posteriori
rimasero fuori sul pavimento.
Lei si sporse e gliele coprì.
“Restare attaccati a ieri è un
rimpianto, ed è arrogante dire domani farò, vedrò, comprerò”
Molti meno ansiolitici, meno alcolisti e
drogati in un mondo del qui e ora. Senza dover tenere tutto sotto controllo,
senza paure”
Adesso lo accarezzava, mentre il cane
dormiva russando beato.
“So che dovremo lasciarci e non potrò
più stropicciarti o vederti arrivare correndo al grido di pappa, con le
orecchie ciondoloni e la coda festante”
Il cane si è svegliato dal rumore di
questi pensieri. Ha gli occhi socchiusi tipo mandarino cinese, la sbircia, lei
sistema il cuscino e gli ci aggiusta il testone.
“Il tempo è una convenzione, l’avete
inventata voi umani per farvi in seguito un sacco di pippe” sbadiglia e
schiocca la lingua.
Lei capisce e pensa a quando allo
specchio controlli la crescita delle rughe o i primi capelli bianchi, la
pelle che diventa fragile si secca e perde elasticità. Poi da umana fa un
pensiero che si incarta su sé stesso:
“Se per un momento ci fermassimo a
pensare e riflettere a tutto questo, non si perderebbe tempo”
Ride “Tutto da un altro punto di vista!”
“Il punto di vista sano è che la natura
della vita è morire” ma questo il cane lo dice fra sé e sé, teme di crearle
confusione.
Ora sono uno di fronte all’altra, si
guardano.
Questi sguardi valgono più di mille poesie d’amore.
“La vostra parte animale vi salverà”
“Meno robot e più istinto, un essere
libero. E se sei libero non puoi avere paura di nulla. La morte diventa parte
della spirale dell’Universo, riprende il suo posto naturale” Ora è lei che
supina chiude gli occhi.
Il cane intanto si alza. Un po’ scoordinato, adesso è sulle quattro zampe, tremano, ma lo sostengono. La guarda sempre,
non la perde di vista. Va verso la ciotola a bere.
Anche lei si alza, lui lecca la ciotola,
lei lo gratta sul sedere.
“Abbiamo ancora questa giornata
godiamocela, domani chissà.”
Il cane si appoggia alle sue gambe,
muove la coda lentamente e va verso la porta che dà sul giardino.
Il messaggio è forte e chiaro: deve fare
pipì.
(Eleonora Satta)