mercoledì 20 novembre 2019

SFOGLIATINE DI MIGLIO AL FORNO di Laura Gorgaini

INGREDIENTI:
miglio cotto in pentola 30 minuti (1 parte/volume di miglio in 3 parti di acqua salta);
1+1/2 cucchiaio di gomasio;
1+1/2 cucchiaio di semi di sesamo non tostati;
2 cucchiai di farina di miglio integrale;
acqua q.b. (circa 2 cucchiai).

PROCEDIMENTO:
unire al miglio cotto tiepido, il gomasio, i semi di sesamo, la farina di miglio e mescolare con la mano per unire bene gli ingredienti secchi; aggiungere l'acqua, impastare fino ad ottenere una palla  che risulterà un po' appiccicosa. Stendere 1/3 dell'impasto sopra ad un foglio di carta forno aiutandosi con la mano bagnata d'acqua e successivamente coprendo l'impasto con un altro pezzo di carta forno e con l'aiuto del mattarello creare una sfoglia di 4 mm circa. Cospargere la superficie delle sfogliatine con sale fino integrale e semi di sesamo a piacere, che andranno schiacciati per farli aderire bene all'impasto, sempre con l'aiuto della carta forno e del mattarello.

 

Infornare a 180° forno statico per 10 minuti, poi capovolgere la sfoglia e re-infornare per altri 10 minuti (i tempi di cottura possono variare in base al forno).
Lasciar raffreddare sopra alla griglia; rompere, a pezzi di  forma irregolare e conservare in un contenitore di vetro chiuso.


Qui di seguito trovate i link per visualizzare i video del procedimento.


Questo è il link del video che illustra la preparazione:

https://www.youtube.com/watch?v=pBq7CmsqwNo


martedì 19 novembre 2019

LO SGARRO MACROBIOTICO di Eleonora Satta

René in più di una conferenza diceva: “E’ fondamentale sgarrare per poter capire l’importanza e la potenza della Macrobiotica”.

Questa è una grandissima verità.
Se poi si sgarra dopo più di un mese di dieta n.7, il fisico dà delle risposte così chiare che capisci in un momento quanto il nostro corpo sia una macchina perfetta e che siamo noi a rovinarla giorno dopo giorno con tutte le preparazioni, gli integratori, le medicine e il cibo spazzatura. Cibo che è spazzatura anche nelle quantità.
Il problema è proprio questo.
Quanto mangiamo? Quanti integratori? Quante medicine? Quanto beviamo?
“La quantità ammazza la qualità”, diceva René che lo aveva imparato da Georges Ohsawa. Quest’ultimo al contrario, aveva capito che meno mangiamo, meglio stiamo, meno schifezze introduciamo e meglio viviamo.
Vivere parvo, cioè abituarsi al poco, riuscire ad avere sempre vivo lo stimolo della fame, che alla fine è una fame di vita, di scoprire, di capire, di imparare, di stare bene, di felicità, di gioia e di risate.

La macrobiotica è soprattutto questo: vivere di poco e con poco per avere tantissimo. Vivere con semplicità, dimenticandosi i mille orpelli che questa società effimera ci impone.
In questo, è una vera rivoluzione, un cambiamento continuo che ci può portare molto lontano, solo se noi lo vogliamo.
La macrobiotica ci può dare la salute e la salute è la più grande libertà che si possa volere.
Se siamo malati siamo prigionieri di paure e ansie, siamo prigionieri di un sistema e di un protocollo medico che ci ingabbia in camere di ospedale. Come portare l’auto dal meccanico: si cambia un pezzo e via, si aggiusta e si torna in pista.
Ma noi siamo esseri viventi, perfetti nell'imperfezione. I pezzi non si cambiano togliendoli e mettendone dei nuovi. Dobbiamo curarci con ciò che è naturale, e per noi il cibo è la cura. Il cibo cambia il sangue, il sangue irrora il cervello e tutto il nostro sistema. Se il sangue è di buona qualità, anche il nostro pensiero lo sarà.
E basta poco per cambiarlo: 10 giorni di dieta con solo cereale, masticato bene, cotto a puntino, condito con un poco di tamari o di gomasio.
Tuttavia questa è la società dei social, dei programmi tv, con miriadi di reality sul cibo: dai camionisti ai grandi chef fino alle pasticcerie. Chiedetevi perché.

Chiedetevelo indossando gli occhiali dello Yin e dello Yang.
Cibo consolatorio per una società priva di valori, di amore, di calore. Per una società sempre più Yin, perché più siamo Yin, più siamo manipolabili, convincibili, assoggettabili. Dormiamo, ma più che un sonno ristoratore di poche ore come ci farebbe fare la macrobiotica, è un coma profondo che ci fa dimenticare chi veramente siamo. Il nostro istinto, la nostra sopravvivenza. Tutto viene dimenticato.
Se sei macrobiotico e sgarri, capisci subito questo. Capisci che con una tavoletta di cioccolato si può sterminare un sacco di coscienze.
“Così sono finiti i Maya e gli Aztechi” diceva René” Per colpa della cioccolata!!”. E rideva.
Ehhhh che esagerazione, pensai la prima volta che lo ascoltai, quanto amplifica. Ero molto arrogante. L’ho capito dopo, sia della mia arroganza, sia di quanto può intorpidire il cervello danneggiando l’intestino, quella tavoletta di cioccolato, o quella tazzina di caffè, presa tutti i giorni più volte al giorno, insieme a un quadretto del cioccolato di prima e magari seguito da una bella sigarettina…la quantità ammazza la qualità…poi di corsa in bagno, perché con tutto sto Yin cosa vuoi tenere in corpo?

Un giorno dici basta, la strada la conosco, siamo a un bivio: o continuare a cercare di guastarmi e dover ricorrere a mille medicamenti, o affidarmi a un piatto di riso, che non so se mi allungherà la vita, tuttavia me la farà vivere meglio e in libertà. Non è così difficile, complicato, si deve anche fare meno spesa, e si spendono meno soldi e non si fanno le code ai centri commerciali. Alla fine è una grande figata.
Dormo meno e meglio. La mattina quando mi alzo ho solo voglia di sorridere e fare. E tutto quello che faccio mi piace. Vedo il mondo da un’altra prospettiva.
Questa è la Macrobiotica! Sono libera!!Ricomincio a sentirmi! Riesco ad apprezzare di più il mio mondo, il profumo dell’aria, anche se c’è lo smog. Vedo la natura, la sento perché ne faccio parte e sono in sintonia: consumo meno, produco meno rifiuti, sono in empatia con chi non ha nulla da mangiare e gli basta un piatto di riso (forse anche solo un cucchiaio).
E non c’entra un tubo essere vegetariani, vegani, crudisti, perché il mio cibo è basato su queste due mani che si aiutano, che si stringono.
Sono lo Yin e lo Yang, tramite loro il mondo, l’universo mi si apre davanti e riesco a vedere che sono solo un puntino in mezzo a queste due forze antagoniste, ma amiche.
Ecco ho sgarrato e ho avuto tutto così chiaro che a un certo punto non ne potevo più del mio stesso sgarro e non vedevo l’ora di tornare al mio piatto di crema di saraceno, così salutare che quando lo mastico tutta me stessa si rilassa e dice con un gran sorriso ebete sulla bocca: “Mamma mia che buono!”. E sento nuovamente che non ho bisogno di bere, che sto bene così con poco e che ogni organo dalla milza all'intestino, dal cuore ai polmoni, mi ringraziano, come io ringrazio quel piatto di crema!
Se tutto il mondo mangiasse così, sarebbe un mondo migliore, adesso ci credo più di prima.

venerdì 1 novembre 2019

COTTURA ALGA HIJIKI di Laura Gorgaini

                                       ALGA HIJIKI
                   

L'alga hijiki è un' alga bruna conosciuta con il nome di Sargassum fusiforme e appartiene alla famiglia delle Feofite, cresce in estremo oriente, soprattutto in Giappone ; molto ricca di minerali  come il ferro ( prevenendo l'anemia sideropenica), il potassio,il fosforo, il magnesio ( migliorando il sonno poichè  tale minerale stimola la produzione di ormoni rilassanti ), ricchissima di calcio     ( ne contiene più del latte vaccino aiutando nella prevenzione dell'osteoporosi mantenendo le ossa forti ), contiene una buona quantità di proteine e vitamine , tonifica il corpo, ed è ottima per purificare il sangue mantenendo costante il livello degli zuccheri ( consigliata per i diabetici); infine e non meno importante, aiuta la funzionalità tiroidea per il suo contenuto di iodio.
E' un alga di rigenerazione per eccellenza, è cicatrizzante, rinforza, facilita l'assorbimento del tasso di colestrolo, previene la carie ai denti, limita i capelli bianchi; rinforza le funzioni respiratorie , digestive ( perchè il suo contenuto di fibre stimola la peristalsi intestinale combattendo la stitichezza) , escretorie, riproduttive, nonchè contribuisce ad innalzare le difese immunitarie. L'unico avvertimento per il consumo dell' alga hijiki è quello di assumerla in piccole quantità giornaliere ( 2-3 gr al giorno), in quanto contengono arsenico inorganico; ma affinchè l'alga diventi tossica e pericolosa bisognerebbe consumarne una quantità davvero esagerata. 

 PREPARAZIONE  ALGA  HIJIKI

Ho preso metà circa della confezione di alga hijiki essiccata, l'ho messa in ammollo in un contenitore, ( meglio se di vetro) con acqua a temperatura ambiente per 30 minuti.
L' ho scolata e sciacquata sotto acqua corrente nello scolapasta. Mettere poi l'alga in una pentola con  acqua salata ( l'acqua deve coprire bene l'alga) e farla cuocere con il coperchio per 30 minuti a fuoco moderato una volta raggiunto il bollore. A questo punto l'alga va yanghizzata in pentola d'acciaio ( meglio con doppio fondo) con fuoco moderato senza aggiungere nulla e mescolando continuamente con un cucchiaio di legno per evitare che si attacchi; successivamente ( dopo circa 10 minuti ) aggiungere  1 cucchiaio di olio di sesamo e 1 cucchiaio di tamari e continuare la cottura  per circa 10 minuti mescolando spesso. L'alga si può mangiare così com'è, nel piatto affiancata al resto del cibo, oppure mescolata con  carote cotte o altre verdure, oppure io l'ho aggiunta al riso integrale cotto in pentola a pressione; quantitativo: 1/2 cucchiaio da minestra.