sabato 25 febbraio 2017

APPUNTAMENTO N. 31
OTTO PRINCIPI DELLA MACROBIOTICA  (parte prima)
Di Bruno Sangiovanni

Per qualche prossimo appuntamento/puntata vorrei passarvi, in diverse riprese, un pezzo sulla macrobiotica secondo me molto bello e interessante, che completa i tanti argomenti di studio che abbiamo toccato in questi mesi. L’autore è Herman Aihara, uno dei primi “grandi allievi” di George Ohsawa. Mentre Michio Kushi fu mandato da Ohsawa a stabilirsi e coprire la costa Est degli Stati Uniti, Herman Aihara si installò sulla costa Ovest (in California). Sono diverse le opere di Aihara e in tutte queste si respira sempre l’insegnamento di Ohsawa.
In appendice a un piccolo libro di Ohsawa (uno tra quelli più amati dal sottoscritto) il cui titolo è “Macrobiotics: an invitation to health and happiness”, Ahiara scrive dei principi base della macrobiotica, che lui suddivide in 8 punti.
Siccome non è semplice mettere le mani sui testi di Ohsawa, sono sicuro che per gli affezionati di questo blog sarà interessante conoscere come Ahiara descrive gli 8 principi. Vi offro dunque una mia traduzione, più o meno coerente o libera in qualche passaggio. Prenderanno lo spazio di 4 Appuntamenti.
Gli otto principi sono questi:
               
1  Ecologia
2  Economia della vita
3  Il principio Yin-Yang
4  Trasmutazione
5  L’arte di vivere
6  Gratitudine
7  Fede
8  Do -o- Raku
                                                                                                                          
Oggi vi propongo la breve introduzione di Aihara e poi il primo e secondo Principio (Ecologia e Economia della vita).

INTRODUZIONE
Che cos’è la Macrobiotica? Ci sono tante diverse idee su questo, tante quanto il numero delle persone che non hanno mai nemmeno sentito questa parola. Ma qui sotto, almeno così come io li vedo, ecco gli otto Principi della Macrobiotica. (Herman Aihara - Appendice del libro “Macrobiotics : an invitation to health and happiness” - 1971).   

1.  ECOLOGIA
Nell’occidente prevalentemente carnivoro, il mondo dell’Ecologia è poco conosciuto. Questo concetto in oriente, paradossalmente, non avrebbe mai guadagnato la sua attuale popolarità se non fosse proprio per l’uomo occidentale con la sua paura dell’inquinamento e della sovrappopolazione.

Questa paura rappresenta un lato della medaglia, mentre l’altro è la sua mentalità di conquista della natura.
Nel mondo prevalentemente vegetariano dell’estremo oriente invece, la parola Ecologia è vecchia di almeno 4.000 anni.  In Cina il concetto di Ecologia veniva espresso da queste quattro parole: Shin (Corpo) Do (Terra) Fu (Non) Ji (Due). Cioè “il corpo e la terra non sono due”, sono uno, una sola entità. La terra infatti produce le piante, i vegetali, che sono il cibo degli animali che li utilizzano per produrre il loro sangue, le loro cellule, tessuti e organi.“L’uomo è letteralmente fatto dalla polvere della terra. Per questa ragione le sue attività fisiche e mentali sono profondamente influenzate dalla costituzione geologica del paese e luogo in cui vive, dalla natura degli animali e piante vegetali che mangia”.

L’uomo, che appartiene alla specie animale è dunque lui stesso una trasmutazione della terra. In “L’uomo questo sconosciuto”, Alexis Carrel dice: L’uomo è forte e sano quando vive dei prodotti dell’ambiente che lo circonda, idealmente coltivando e crescendo il proprio cibo. L’uomo, il più libero degli animali, può adattarsi praticamente ad ogni tipo di clima; tuttavia noi dobbiamo mantenere alcuni fattori (temperature, umidità, liquidi, zuccheri, livello dei sali minerali, ecc.) il più possibile costanti se vogliamo essere sani. Il cibo migliore per mantenere costanti le condizioni fisiologiche e mentali è dunque il cibo integro-completo che cresce localmente.

2.   ECONOMIA DELLA VITA
L’uomo moderno che considera il denaro essenziale per la sua felicità, enfatizza l’economia del denaro. Con il risultato che…conserva il denaro…e perde la sua vita. Il denaro ci porta qualche felicità aiutandoci a soddisfare alcuni bisogni di base. Tuttavia quando non siamo più soddisfatti di queste realizzazioni e cerchiamo sempre più comfort a tutti i costi (utilità, lusso, ecc.), noi stiamo contribuendo alla perdita della nostra felicità. Ad esempio nel corso degli ultimi 40-50 anni la maggior parte dei nostri contadini hanno basato la loro pratica di economia del denaro attraverso l’uso di insetticidi e fertilizzanti allo scopo di produrre raccolti sempre più grandi, e quindi maggiori profitti per soddisfare il loro crescente “appetito”. Ma questa non è economia della vita.
Gli insetticidi uccidono la maggior parte degli organismi che sono essenziali al mantenimento di una terra sana.

Essi dunque compromettono anche la salute delle piante e degli animali che sono il prodotto di quella terra. I fertilizzanti chimici inoltre acidificano e indeboliscono il terreno. L’enfasi eccessiva posta ad un aumento della produzione nel breve termine per un maggiore profitto compromette e spezza i cicli e le cadenze della vita naturale. Inoltre queste pratiche innaturali prima o poi indeboliscono il terreno sino al punto in cui anche gli stessi profitti diminuiranno. Dunque sul lungo termine l’economia della vita si trasforma anche in economia del denaro, ma mai viceversa. La rotazione delle coltivazioni e l’uso di fertilizzanti organici (restituendo alla terra ciò che non possiamo usare come nostro cibo) sono sufficienti per assicurarci una continua e costante produzione e raccolta di cibo che è ciò di cui abbiamo bisogno per essere in salute e forti.
L’economia della vita si applica nel nostro regime macrobiotico come “no waste”; non è raro che un monaco Zen sia duramente rimproverato e punito se solo lascia un chicco di riso sul pavimento della cucina. Meno cibo buttiamo, più cibo è disponibile per gli altri, una delle più semplici soluzioni al problema della sovrappopolazione e fame nel mondo. La quantità di cibo che si butta via nei negozi, ristoranti e case in tutto il mondo occidentale è impressionante e incredibile. Per quello che riguarda il tipo di cibo che mangiamo, l’economia della vita è praticata nella nostra ricerca e volontà di mangiare cibo integrale.
Quando noi mangiamo solo una parte di un determinato cibo, noi siamo malnutriti, e il nostro metabolismo si sbilancia. Quando mangiate un piccolo pesce ad esempio, lo mangiate intero? Coda, testa, cartilagini e tutto il resto? Se non è così - se voi mangiate solo la carne del corpo (ricca in proteine e grassi) - il vostro sangue si acidifica mentre se mangiate anche le altre parti (ricche in minerali, incluso calcio, magnesio, iodio, e tanti altri), il vostro corpo sarà in grado di neutralizzare l’acidità più facilmente.

Una delle ragioni per cui gli animali carnivori sono capaci di mantenere bilanciata la loro condizione del corpo è dovuta al fatto che loro mangiano tutto, cioè un cibo completo. Altro fattore è la grande attività fisica che li aiuta a trasmutare ciò che mangiano in ciò che i loro corpi abbisognano.
E’ per questo che lo zucchero raffinato non essendo un cibo completo (così come qualsiasi altra materia sintetica) non può essere un portatore di salute per il nostro organismo. Sono i cosiddetti alimenti “puri”, che proprio per questo sono nocivi. Quando invece mangiamo cereali, semi, vegetali, legumi, frutta, noci, mandorle, noi stiamo introducendo nel nostro organismo molte vitamine e minerali di cui abbiamo bisogno per digerire quello stesso cibo. Questo principio è valido per qualsiasi alimento in cui le parti sono state separate e ciò che rimane non è più un alimento integrale. Come il seme del grano, pillole di vitamine, farina bianca, o sale bianco raffinato.

Guardiamo il sale raffinato che è un tipico esempio. Si tratta praticamente di sodio e cloro, mentre il sale naturale/integrale è ricco di molti altri minerali, incluso lo iodio e il magnesio. Questi due primi principi - ecologia e economia della vita - si possono sintetizzare in un semplice concetto:
“Alimentazione e coltivazione naturale”. Che vuol dire: “Nutrire noi stessi principalmente con cibo integrale, non trattato, coltivato e cresciuto nella regione, restituendo al suolo tutti quei suoi prodotti che noi non possiamo usare come alimenti. E’ questo che mantiene noi stessi e la nostra terra (che sono una sola cosa) sani e integri”.

Allora, ecco per oggi i primi due principi, secondo Ahiara! Settimana prossima proseguiamo con il terzo (Il Principio Unico Yin-Yang). A presto.














giovedì 16 febbraio 2017

APPUNTAMENTO N.30
IL CIBO NELLA VITA. UN RUOLO BEN PIU’ ALTO DEL COMUNE PENSARE.
Di Bruno Sangiovanni

Ogni tanto mi chiedo se mentre scrivo (e voi leggete), riesco a rendermi conto del fatto che siamo qui insieme, perché in realtà è questo che avviene. E penso anche a quanta strada tutti percorriamo prima di ritrovarci a qualche appuntamento, a qualche incrocio di sentieri. Nei tanti incroci che ci capitano qualcuno è meno superficiale di altri perché avviene uno scambio di contenuti che ci toccano più profondamente. Nel mio caso per esempio, l’incrocio con il sentiero della macrobiotica (e con Renè Levy) è stato sicuramente uno di quelli che lasciano una grande impronta. Chissà che questi piccoli Post non possano rappresentare a loro volta un piccolo incrocio anche tra noi, con qualche scambio di contenuti che ci porti qualche piccolo centimetro più avanti. Chissà…ai posteri!

PASSIAMO A COSE SERIE
Fatta la divagazione veniamo a cose “più serie”. Mangiare è una cosa seria, molto seria! Bere, un po’ meno, diceva Renè. Ma tutto è serio e contemporaneamente affatto serio, ragion per cui non bisogna essere troppo seri, giusto? Giusto!Perché, diceva, la salute senza felicità non vale nulla!”

Di sicuro però mangiare è una cosa importante, molto più di quello che le credenze comuni ci inducono a pensare. Il cibo non è solo questione di gratificazione, gusti, sapori, nutrienti, e anche emozioni. Sì anche emozioni perché andare in un bel ristorante può essere una emozione. Pure nemmeno è solo questione di salute, di risolvere un problema, una malattia (cosa non da poco peraltro). Mangiare, in realtà è molto più di tutto questo! Perché non è nemmeno solo una questione di salute? Questa era una delle domande che Ohsawa faceva ai suoi allievi. “

IL CIBO, NELLA VITA, HA UN RUOLO MOLTO PIU’ ALTO
Dunque il cibo ha un ruolo ben più alto nella nostra vita. E’ molto-molto di più del ruolo che tutti noi solitamente gli attribuiamo. Il motivo è che il cibo può elevare la coscienza, il giudizio dell’uomo. Questo è l’assunto di base della macrobiotica, assunto del tutto esclusivo e non riscontrabile in qualsiasi altra pratica di sviluppo della coscienza. Il giudizio (ne abbiamo già parlato altre volte) nella filosofia e medicina dell’Estremo Oriente ha un significato molto più ampio di quello che noi attribuiamo normalmente a questa parola. Il Giudizio, per gli orientali è comportamento e realizzazione nella vita quotidiana; è la capacità cioè di saper scegliere ciò che più ci conviene…per esempio cosa mangiare! Parlando di Giudizio parliamo dunque di intelligenza, di capacità di scegliere ciò che più conviene alla nostra natura umana e anche individuale. Cosa che influisce drammaticamente non solo sui nostri comportamenti, ma sul nostro intero destino. In questi meccanismi il cibo può sviluppare la nostra coscienza…oppure ce la può far perdere (e non si tratta di un banale gioco di parole).

COSCIENZA DI CHE?
Dell’Ordine che regola tutte le cose, dell’Universo Infinito, e quindi anche di questo nostro mondo relativo (finito) della materia; nel quale viviamo e nel quale siamo venuti a passare un po’ di tempo. Ogni cosa, ogni avvenimento, ogni essere, tutto ciò che osserviamo e siamo, altro non è che la manifestazione di un Ordine Universale. Che esiste ed è sempre presente in tutto anche se noi per la nostra educazione e formazione non lo vediamo, non lo percepiamo. Ma di cui invece ne abbiamo memoria perché esso è inscritto in tutte le cose, in tutti gli essere e quindi anche in noi. E’ quello che nella filosofia dell’Estremo Oriente si chiama “Il Principio Unico” (Unico nel senso di Universale). E’ il Principio Unico Yin-Yang. Il gioco degli opposti, dell’alternarsi di due ritmi opposti sempre presenti e riscontrabili in ogni cosa. E’ la visione e la comprensione “dell’altro lato delle cose”. E’ la polarità che si manifesta sempre, incessantemente nella stessa creazione eterna. Giorno/Notte – Uomo/Donna – Caldo/Fredd. Due forze e due ritmi, all’apparenza opposti, in realtà complementari. E’ quando si sviluppa questa comprensione e questa coscienza, quando si comprende questa complementarietà degli opposti e degli antagonismi...che si arriva alla libertà!

LIBERTA’ DA COSA?
Libertà dalla nostra visione dualistica. Che è il nostro modo di concepire il mondo, la visione e lo sguardo della nostra civiltà occidentale, cartesiana, in cui gli opposti di oppongono e non si concepisce una possibile complementarietà. Libertà da tutti gli attaccamenti, dalle dipendenze, falsi bisogni e credenze. Credenze che separano sempre invariabilmente, il buono dal cattivo, il bello dal brutto, la malattia dalla salute, la felicità dalla tristezza, e via così sino alla vita e la morte (affatto separate). Nella realtà le cose non funzionano in questo modo perché secondo l’ordine della natura (il Principio Unico), ogni cosa contiene già il suo opposto. Se non c’è un retro, non può esserci un fronte. Tutto è costituito da due lati, da due ritmi, che sono sempre presenti!

E’ quando si comprende questo modo diverso di vedere le cose che ci si libera dalle illusioni e le credenze che ci siamo costruiti, dalle abitudini di cui a volte addirittura pensiamo sia assolutamente sbagliato liberarci…non sia mai, starai mica scherzando? Come se mettere in discussione qualche cosa fosse un errore colossale o un peccato mortale. Arrivare alla libertà significa invece non essere più nel meccanismo dell’imitazione, siccome così fan tutti allora è giusto che sia così. Arrivare alla libertà significa essere capaci di produrre un pensiero autonomo, nostro, individuale, originale e creativo.Essere liberi da qualche cosa o qualcuno a cui doversi sempre rivolgere per farci dire cosa dobbiamo fare.

GIOIA DI VIVERE, CAMBIAMENTO
E’ quando si arriva qui che arriva la vera gioia di vivere (che poi sarebbe la vera felicità, quella duratura). Perché la felicità che viene dal soddisfare bisogni materiali (ci servono certo), dobbiamo saperlo, non potrà mai essere duratura, perché in questo mondo tutto prima o poi finisce, tutto prima o poi si converte nel suo opposto, o ancora meglio detto da Ohsawa “dal momento stesso in cui nasce, ogni cosa invariabilmente si incammina verso il suo antipodo”. E quindi anche quella felicità prima o poi terminerà.

So perfettamente quanto sia complicato arrivare qui, non lo sapessi.

So che ci arrivano solo pochi esseri superiori e unici…roba per pochi per dirla come viene. Certo che è così. Ma sapere che queste sono le vere regole del gioco, tenerle a mente, e ogni tanto tentare un avvicinamento…male non può fare. In poche parole tornando a bomba, per scalare il monte bisogna cercare (ogni volta possibile) qualche cosa che non sia una soddisfazione temporanea; bisogna cercare ciò che ci può ricollegare alle nostre origini che sono infinite; diverse da quelle di questo mondo effimero, illusorio e dove tutto cambia sempre. E’ questo continuo processo di cambiamento che ci procura disagi e dolori, che va compreso e visto con occhi nuovi e diversi.

La creazione tutta è cambiamento. E’ in questo processo che bisogna entrare, creazione della vita che è qualche cosa di assolutamente non statico, perché nel nostro mondo è qualche cosa che si rifà continuamente ad ogni istante (ne abbiamo appena parlato la scorsa settimana). Ad ogni istante miliardi di cellule nascono e muoiono. Tutto funziona così. Ogni giorno al buio si alterna la luce, dopo il fresco della notte arriva il sole, all’attività segue il riposo, le stagioni si alternano, dopo la salute arriva la malattia, ma poi ancora la salute. Tutto è regolato da questa polarità. Anche noi siamo fatti da DUE cose, DUE lati…padre e madre per cominciare; il cuore si apre e si chiude, i polmoni inspirano ed espirano, il sistema simpatico costringe e poi rilascia. E’ questo l’ordine delle cose, della natura: tutto cambia, tutto si alterna, niente è immobile.

L’attività si svolge in piedi, il riposo sdraiati. La mano può accarezzare, oppure chiudersi e diventare un pugno. C’è una forza in cui domina l’attività centrifuga-espansiva a cui si associa il freddo e la staticità. E un’altra (opposta, complementare) in cui domina l’attività centripeta, contraente che si associa al calore e all’attività. La prima è Yin, la seconda è Yang.

RUOLO DEL CIBO
Per concludere e per ripetere, perché il cibo gioca un ruolo primario in tutto ciò? Innanzitutto perché il cibo gioca un ruolo essenziale rispetto al nostro stato di salute generale, fisico e mentale. Che appunto dipende dal cibo che importiamo. E’ il punto di partenza perché:  “se non siamo in buona salute non c’è verso di poter elevare il nostro Giudizio (che condiziona tutta l’esistenza) e trovare la gioia di vivere. Perché?   Perché se non siamo in buona salute tutte le nostre risorse sono completamente prese ed impegnate a cercare di mettere ordine e risolvere i nostri problemi, a guarire qualche cosa, se non a volte addirittura cercare di rimanere in vita. Tant’è che dice Ohsawa: “come è possibile che un malato, occupato dai suoi mal di testa, mal di fegato, schiavo delle sue condizioni fisiologiche degenerate, possa disporre di abbastanza energie e volontà per vivere una vita libera e felice?”

Ok, per oggi direi che basta, in questo Post c’è molto di più di ciò che normalmente riusciamo ad assorbire e digerire. Saluti!


martedì 14 febbraio 2017

APPUNTAMENTO N.29
L’UOMO VIENE DAL SUO CIBO (Seguito del Post precedente N. 28)
Di Bruno Sangiovanni

Questo Post è strettamente collegato al precedente (Pensieri In Libera Uscita), nel quale siamo partiti dalla visione macrobiotica sulla spiritualità, per arrivare alla fine alla legge biologica. Se qualcuno non lo avesse visto, consiglio di spendere 5, massimo 10 minuti (tanto è il tempo necessario) per rileggere il Post N. 28, perché è veramente il punto di partenza di questo di oggi. Pensieri in libera uscita, vero, ma di contenuto importante per comprendere lo spirito macrobiotico.

La settimana scorsa concludevamo con una affermazione-risposta ad una domanda filosofica, ma anche biologica: da dove viene l’uomo? La risposta è che l’uomo, come qualsiasi altro essere vivente, viene dal suo cibo! Viene da ciò che mangia! Punto.

L’UOMO VIENE DAL SUO CIBO
E’ così: gli esseri viventi, gli animali, tutti vengono dal loro cibo. Così l’essere umano. E quale è allora il cibo dell’uomo? Il mondo dei vegetali! Tutti gli animali (l’uomo è parte del regno animale) dipendono dai vegetali, anche i carnivori in realtà dato che mangiano solamente animali che si nutrono di vegetali. Il motivo biologico è che solo il vegetale può assorbire e assimilare sostanze inorganiche e trasformarle in materia organica (proteine, carboidrati, grassi). A loro volta gli animali trasformano queste sostanze nella materia che costruisce la loro fisiologia e la loro energia (calore). E allora, da dove viene il vegetale? Quale è la sua origine?
La sua origine è la terra, la madre terra!
                                     
La terra incorpora tutti gli elementi chimici e anche acqua, luce, calore, ed è da questa combinazione che viene il vegetale. Quale è l’origine della terra, degli elementi? E’ il mondo preatomico delle particelle, gli elettroni, protoni, neutroni, neutrini, ecc. E questi ultimi allora, da dove provengono? Le particelle sub-atomiche sono in realtà la prima forma di cristallizzazione dell’energia. E qui arriviamo al punto fondante di tutto il pensiero orientale; è infatti a partire da qui che la Filosofia e la Scienza dell’Estremo Oriente struttura il suo pensiero. Quale è l’origine dell’energia, del magnetismo? Dice Ohsawa: l’energia è prodotta da una polarità dinamica; il movimento creato da due poli antagonisti e complementari che interagiscono incessantemente tra loro. Yin e Yang producono l’energia.
E infine allora…da dove provengono Yin e Yang?
Due non può che provenire da Uno. L’infinito, l’eterna e assoluta Unità. L’Universo Infinito. Dio, il Settimo Cielo. Se noi partiamo dall’Unità e scendiamo verso il basso fino all’uomo, questa è la storia della genesi. La storia dell’origine dell’uomo. In sintesi:

1 L’Unità si manifesta attraverso la separazione
2 Si generano i due poli Yin e Yang, origine del magnetismo
3 E’ la polarità Yin-Yang che a questo punto regola il mondo della materia
4 L’interazione incessante tra i due poli da origine all’energia
5 Dall’energia nasce il mondo preatomico delle particelle
6 Poi quello della materia; prima inorganica, poi organica
7 La materia organica in vegetale, poi animale, e quindi uomo

Lungo il corso dell’evoluzione quindi, l’animale e con lui l’uomo, rappresenta ed è la trasformazione del vegetale. Il cibo dell’uomo è il vegetale; ed è con il vegetale che si è evoluto. In particolare con un ben preciso tipo di vegetale, quello che più di tutti corrisponde alla sua natura umana. L’uomo, tra la specie animale, è quello più concentrato, attivo, dinamico, e ciò è dovuto al fatto che il suo sangue è quello più concentrato e più attivo.  Il cibo dell’uomo, quello di elezione, è il cereale. E’ il cereale infatti il vegetale più concentrato di tutti gli altri.

IL CIBO DELL’UOMO
L’uomo viene dal vegetale e questo ci viene chiarito ancora di più comprendendo che la legge biologica è anche la legge di trasmutazione. Dice Ohsawa: “La vita dell’uomo (come quella degli animali) si costruisce attraverso un processo di trasformazione di alimenti a base di clorofilla-verde che viene trasmutata in emoglobina-rossa. Tutto il processo di formazione della vita animale è un’opera di trasmutazione di sostanza vegetale verde (Yin) in un’altra sostanza più concentrata rossa (Yang)”.

Tanto è vero che tutto ciò che il corpo non riesce a trasformare in sostanza rossa, viene eliminato ed espulso. Le feci e l’urina sono infatti di colore giallo, più o meno intenso.

Ora, per avere conferma e rassicurarci su tutto questo, ci sono tanti modi di considerare e valutare il cibo; c’è la biochimica, ci sono le credenze, le teorie, superstizioni, generalizzazioni che partono dalle esperienze personali, e pure le raccomandazioni ufficiali da parte delle autorità competenti. Nessuna di queste però si rifà ad un Principio Universale a cui sempre ci si può riferire. E’ questa la differenza centrale tra l’approccio macrobiotico e gli altri in materia di alimentazione. Per avere conferma di ciò, e comprendere la bontà delle affermazioni circa il cibo dell’uomo, non c’è niente di meglio che una osservazione panoramica, macroscopica. Che di nuovo si rifà alla evoluzione così come osservata dalla cosmologia dell’Estremo Oriente, che riconosce come l’evoluzione della specie procede di pari passo con l’evoluzione della loro alimentazione. Ne abbiamo già parlato in uno dei primi Post, ma vale la pena di riassumere qui velocemente. Il principio è questo: esiste un cibo per ogni specie, dunque esiste un cibo anche per la specie umana. Sono le sette tappe dell’alimentazione:

1 Terra per i vermi
2 Acqua per i pesci
3 Erba per gli erbivori
4 Carne per i carnivori
5 Frutta per le scimmie
6 Cereali per l’uomo
7 Nutrimento dell'anima                                                                                                                                        
DIVERSITA’ DELLA MACROBIOTICA
Noi abbiamo perso memoria delle nostre origini, del processo di creazione, dell’evoluzione, in una parola: da dove veniamo. E del ruolo del cibo in tutto il processo. E’ per questo fondamentale motivo che ci troviamo in difficoltà, che siamo sempre alla ricerca continua di soluzioni, tecniche, terapie, di tutti i tipi e generi per risolvere problemi che invece vengono da un'altra causa. La causa sta in una alimentazione (protratta e ripetuta nel tempo) non solo non adeguata, ma spesso, molto spesso…distruttiva. Ed è qui dove può intervenire la macrobiotica, per ristabilire l’ordine naturale delle cose. Ma bisogna fare un punto fermo, e ricominciare da zero. La macrobiotica non è un’altra, ennesima proposta di regime alimentare più o meno naturale. La proposta macrobiotica prende corpo solo dopo aver risposto a domande di fondo, come quella appena vista…da dove veniamo, che ruolo abbiamo nella creazione. In particolare, per quanto riguarda la salute, va detto che la macrobiotica non si occupa veramente dello specifico delle varie malattie e disturbi, non è alla ricerca di un alimento specifico per un problema specifico. Non è una terapia tantomeno alimentare. Si occupa dell’uomo nel suo insieme. E’ riordinando questo insieme (il terreno) e questa totalità, che anche il particolare andrà in ordine.

Non si parlerà mai (o quasi mai) di singoli alimenti e delle loro singole proprietà, ognuno in funzione di qualche cosa. E’ la comprensione del Principio e la sua base alimentare nell’insieme che producono il cambiamento. Come abbiamo ripetuto in queste ultime settimane: il cambio di stato.