sabato 25 febbraio 2017

APPUNTAMENTO N. 31
OTTO PRINCIPI DELLA MACROBIOTICA  (parte prima)
Di Bruno Sangiovanni

Per qualche prossimo appuntamento/puntata vorrei passarvi, in diverse riprese, un pezzo sulla macrobiotica secondo me molto bello e interessante, che completa i tanti argomenti di studio che abbiamo toccato in questi mesi. L’autore è Herman Aihara, uno dei primi “grandi allievi” di George Ohsawa. Mentre Michio Kushi fu mandato da Ohsawa a stabilirsi e coprire la costa Est degli Stati Uniti, Herman Aihara si installò sulla costa Ovest (in California). Sono diverse le opere di Aihara e in tutte queste si respira sempre l’insegnamento di Ohsawa.
In appendice a un piccolo libro di Ohsawa (uno tra quelli più amati dal sottoscritto) il cui titolo è “Macrobiotics: an invitation to health and happiness”, Ahiara scrive dei principi base della macrobiotica, che lui suddivide in 8 punti.
Siccome non è semplice mettere le mani sui testi di Ohsawa, sono sicuro che per gli affezionati di questo blog sarà interessante conoscere come Ahiara descrive gli 8 principi. Vi offro dunque una mia traduzione, più o meno coerente o libera in qualche passaggio. Prenderanno lo spazio di 4 Appuntamenti.
Gli otto principi sono questi:
               
1  Ecologia
2  Economia della vita
3  Il principio Yin-Yang
4  Trasmutazione
5  L’arte di vivere
6  Gratitudine
7  Fede
8  Do -o- Raku
                                                                                                                          
Oggi vi propongo la breve introduzione di Aihara e poi il primo e secondo Principio (Ecologia e Economia della vita).

INTRODUZIONE
Che cos’è la Macrobiotica? Ci sono tante diverse idee su questo, tante quanto il numero delle persone che non hanno mai nemmeno sentito questa parola. Ma qui sotto, almeno così come io li vedo, ecco gli otto Principi della Macrobiotica. (Herman Aihara - Appendice del libro “Macrobiotics : an invitation to health and happiness” - 1971).   

1.  ECOLOGIA
Nell’occidente prevalentemente carnivoro, il mondo dell’Ecologia è poco conosciuto. Questo concetto in oriente, paradossalmente, non avrebbe mai guadagnato la sua attuale popolarità se non fosse proprio per l’uomo occidentale con la sua paura dell’inquinamento e della sovrappopolazione.

Questa paura rappresenta un lato della medaglia, mentre l’altro è la sua mentalità di conquista della natura.
Nel mondo prevalentemente vegetariano dell’estremo oriente invece, la parola Ecologia è vecchia di almeno 4.000 anni.  In Cina il concetto di Ecologia veniva espresso da queste quattro parole: Shin (Corpo) Do (Terra) Fu (Non) Ji (Due). Cioè “il corpo e la terra non sono due”, sono uno, una sola entità. La terra infatti produce le piante, i vegetali, che sono il cibo degli animali che li utilizzano per produrre il loro sangue, le loro cellule, tessuti e organi.“L’uomo è letteralmente fatto dalla polvere della terra. Per questa ragione le sue attività fisiche e mentali sono profondamente influenzate dalla costituzione geologica del paese e luogo in cui vive, dalla natura degli animali e piante vegetali che mangia”.

L’uomo, che appartiene alla specie animale è dunque lui stesso una trasmutazione della terra. In “L’uomo questo sconosciuto”, Alexis Carrel dice: L’uomo è forte e sano quando vive dei prodotti dell’ambiente che lo circonda, idealmente coltivando e crescendo il proprio cibo. L’uomo, il più libero degli animali, può adattarsi praticamente ad ogni tipo di clima; tuttavia noi dobbiamo mantenere alcuni fattori (temperature, umidità, liquidi, zuccheri, livello dei sali minerali, ecc.) il più possibile costanti se vogliamo essere sani. Il cibo migliore per mantenere costanti le condizioni fisiologiche e mentali è dunque il cibo integro-completo che cresce localmente.

2.   ECONOMIA DELLA VITA
L’uomo moderno che considera il denaro essenziale per la sua felicità, enfatizza l’economia del denaro. Con il risultato che…conserva il denaro…e perde la sua vita. Il denaro ci porta qualche felicità aiutandoci a soddisfare alcuni bisogni di base. Tuttavia quando non siamo più soddisfatti di queste realizzazioni e cerchiamo sempre più comfort a tutti i costi (utilità, lusso, ecc.), noi stiamo contribuendo alla perdita della nostra felicità. Ad esempio nel corso degli ultimi 40-50 anni la maggior parte dei nostri contadini hanno basato la loro pratica di economia del denaro attraverso l’uso di insetticidi e fertilizzanti allo scopo di produrre raccolti sempre più grandi, e quindi maggiori profitti per soddisfare il loro crescente “appetito”. Ma questa non è economia della vita.
Gli insetticidi uccidono la maggior parte degli organismi che sono essenziali al mantenimento di una terra sana.

Essi dunque compromettono anche la salute delle piante e degli animali che sono il prodotto di quella terra. I fertilizzanti chimici inoltre acidificano e indeboliscono il terreno. L’enfasi eccessiva posta ad un aumento della produzione nel breve termine per un maggiore profitto compromette e spezza i cicli e le cadenze della vita naturale. Inoltre queste pratiche innaturali prima o poi indeboliscono il terreno sino al punto in cui anche gli stessi profitti diminuiranno. Dunque sul lungo termine l’economia della vita si trasforma anche in economia del denaro, ma mai viceversa. La rotazione delle coltivazioni e l’uso di fertilizzanti organici (restituendo alla terra ciò che non possiamo usare come nostro cibo) sono sufficienti per assicurarci una continua e costante produzione e raccolta di cibo che è ciò di cui abbiamo bisogno per essere in salute e forti.
L’economia della vita si applica nel nostro regime macrobiotico come “no waste”; non è raro che un monaco Zen sia duramente rimproverato e punito se solo lascia un chicco di riso sul pavimento della cucina. Meno cibo buttiamo, più cibo è disponibile per gli altri, una delle più semplici soluzioni al problema della sovrappopolazione e fame nel mondo. La quantità di cibo che si butta via nei negozi, ristoranti e case in tutto il mondo occidentale è impressionante e incredibile. Per quello che riguarda il tipo di cibo che mangiamo, l’economia della vita è praticata nella nostra ricerca e volontà di mangiare cibo integrale.
Quando noi mangiamo solo una parte di un determinato cibo, noi siamo malnutriti, e il nostro metabolismo si sbilancia. Quando mangiate un piccolo pesce ad esempio, lo mangiate intero? Coda, testa, cartilagini e tutto il resto? Se non è così - se voi mangiate solo la carne del corpo (ricca in proteine e grassi) - il vostro sangue si acidifica mentre se mangiate anche le altre parti (ricche in minerali, incluso calcio, magnesio, iodio, e tanti altri), il vostro corpo sarà in grado di neutralizzare l’acidità più facilmente.

Una delle ragioni per cui gli animali carnivori sono capaci di mantenere bilanciata la loro condizione del corpo è dovuta al fatto che loro mangiano tutto, cioè un cibo completo. Altro fattore è la grande attività fisica che li aiuta a trasmutare ciò che mangiano in ciò che i loro corpi abbisognano.
E’ per questo che lo zucchero raffinato non essendo un cibo completo (così come qualsiasi altra materia sintetica) non può essere un portatore di salute per il nostro organismo. Sono i cosiddetti alimenti “puri”, che proprio per questo sono nocivi. Quando invece mangiamo cereali, semi, vegetali, legumi, frutta, noci, mandorle, noi stiamo introducendo nel nostro organismo molte vitamine e minerali di cui abbiamo bisogno per digerire quello stesso cibo. Questo principio è valido per qualsiasi alimento in cui le parti sono state separate e ciò che rimane non è più un alimento integrale. Come il seme del grano, pillole di vitamine, farina bianca, o sale bianco raffinato.

Guardiamo il sale raffinato che è un tipico esempio. Si tratta praticamente di sodio e cloro, mentre il sale naturale/integrale è ricco di molti altri minerali, incluso lo iodio e il magnesio. Questi due primi principi - ecologia e economia della vita - si possono sintetizzare in un semplice concetto:
“Alimentazione e coltivazione naturale”. Che vuol dire: “Nutrire noi stessi principalmente con cibo integrale, non trattato, coltivato e cresciuto nella regione, restituendo al suolo tutti quei suoi prodotti che noi non possiamo usare come alimenti. E’ questo che mantiene noi stessi e la nostra terra (che sono una sola cosa) sani e integri”.

Allora, ecco per oggi i primi due principi, secondo Ahiara! Settimana prossima proseguiamo con il terzo (Il Principio Unico Yin-Yang). A presto.














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