APPUNTAMENTO N.11
AUTODIAGNOSI, UNA PRATICA QUOTIDIANA
Di Bruno Sangiovanni
Dopo un po’ di scorribande su temi diversi, ma
sostanzialmente stretti sul cuore della macrobiotica e cioè l’alimentazione con
tutte le sue varie implicazioni, oggi non ci occupiamo strettamente di cibo.
Tocchiamo un altro argomento che è quella che normalmente in gergo si chiama
autodiagnosi. Lo facciamo, al solito, in modo semplice per rendere il tutto
facile e comprensibile e anche, perché no, praticabile. Altrimenti siamo alle
solite, rimaniamo nel campo delle teorie. La Medicina dell’Estremo Oriente
possiede molti mezzi per la diagnosi, sono il frutto della trasmissione di
conoscenze e saggezze antiche. Sono quattro sostanzialmente i metodi: i primi
due sono utilizzabili se si conosce Yin-Yang e si pratica la macrobiotica, gli
altri due (esame clinico e dei polsi) sono faccenda più tecnica, richiedono più
approfondimento e sono materia per specialisti. I primi due sono questi:
L’osservazione. Dà
la possibilità di conoscere un individuo con un solo colpo d’occhio. La sua
costituzione, il suo passato, il suo grado di evoluzione, il suo stato di
salute, cosa lo può attendere in futuro. Si tratta sostanzialmente della
FISIOGNOMICA, che considera l’insieme e i particolari del corpo, del viso,
mani, piedi, portamento, gestualità, ecc. Con allenamento ed esperienza si
possono scoprire disturbi e malattie, anche di quelli che pensano di essere in
buona salute.
L’interpretazione. Si
pongono domande che possono far emergere le abitudini di vita e alimentari, la
storia della famiglia, malattie e disturbi passati e presenti, quali organi
possono essere coinvolti, ecc. Si tratta di identificare il tipo di squilibrio
Yin-Yang. Naturalmente occorre sapere anche altre cose: dove si vive, l’età,
peso, attività, vita famigliare, ecc. Tutto questo contribuisce a formare un
quadro piuttosto chiaro della situazione Yin-Yang costituzionale nonché quella
in corso.
Noi siamo neofiti in questo campo e ben lontani dalle
conoscenze di chi pratica assiduamente la diagnosi orientale. Tuttavia possiamo
anche noi utilizzare qualche tecnica e conoscenza per fare una autodiagnosi
semplificata e aiutarci a misurare la nostra condizione, oppure quella di un conoscente.
Se ci limitiamo a poche e essenziali informazioni non è neppure troppo
complicato. Concentriamoci allora sulla
conoscenza degli elementi più significativi della fisiognomica. Qui di seguito
vediamo le cose base, quelle essenziali, che tuttavia sono anche quelle più
rilevanti. Se poi qualcuno fosse interessato ad approfondire l’argomento ci
sono parecchio testi disponibili. In ogni caso osservare le persone è
importante, se conoscete la condizione di un individuo, conoscete molto di lui;
bisogna prima però capire i segni ed essere in grado di leggerli rapidamente e
accuratamente.
La fisiognomica. Ci
concentriamo qui solo sulla testa, sul viso, che è già molto significativo e
non ci occupiamo di tutto il resto che può entrare nella valutazione, come le
mani, le dita, le unghie, ecc. La manifestazione di alcuni
segni o la modifica di alcuni tratti sono tutte indicazioni di un ordine che si
è modificato e che dobbiamo comprendere bene. Se infatti andiamo un po’ oltre
la superficiale osservazione, la modifica di un tratto non solo indica che
qualche cosa può non andare bene a livello organico, in realtà indica quale può
essere il nostro destino se non troviamo il modo e la forza di intervenire.
Proviamo:
Forma della testa. Dovrebbe essere ovale, come quella di un
chicco di riso. Se la forma è quadrata o rotonda è segno di costituzione più
Yang. Se si allarga verso il basso, è ancora più Yang, cioè più attivo, più
assertivo, più azione, più tenacia. Se la forma invece è stretta e allungata,
oppure assomiglia ad un triangolo rovesciato, cioè si stringe verso il basso,
questo è segno di una costituzione più Yin, maggiore tendenza alla passività,
più pensiero e riflessione che azione. Tra uomo e donna la regola generale è
che la forma del cranio di una donna è generalmente più stretta e allungata di
quella di un uomo, che è più corta e quadrata (in linea generale si intende)
I capelli. Capelli folti sono segno di buona salute, di buona
costituzione. Capelli biondi o rossi, questi ultimi in particolare, sono segno
di carattere più Yang. La caduta dei capelli è spesso dovuta ad un consumo
eccessivo di alimenti estremi Yin, espansivi-raffreddanti-acidificanti, come
tanta frutta per esempio. Le cellule e i tessuti si rilasciano, la radice dei
capelli non è più trattenuta fortemente e il capello cade. Se i capelli
diventano grigi o bianchi, questo è dovuto ad una ridotta circolazione
sanguigna in superficie, e quindi a un ridotto apporto di calore che è quello
che vivifica. E’ un eccesso di acidità presente nel terreno, che raffredda;
quando il freddo si installa nella regione, la circolazione si riduce, il
calore vitale è compromesso. Ma con una alimentazione appropriata il calore può
tornare, capita più spesso di quanto si può immaginare vedere capelli bianchi
tornare scuri. Confermo di persona.
La pelle. Una pelle elastica, resistente agli attacchi,
morbida, è segno di buona salute. Una pelle invece che presenta acne, eczemi,
ecc., oppure che magari diventa un po’ ruvida, è quasi sempre il riflesso di un
eccesso di zuccheri da una parte, oppure di cibo animale dall’altra.
Il viso. Nel viso sono riprodotti e rappresentati tutti i
nostri organi interni. La fisiognomica del viso è dunque particolarmente
significativa e anche immediata nella diagnosi. Con un colpo d’occhio e un po’
di esperienza naturalmente, osservando i tratti si può avere un quadro assai
completo dei punti di forza o debolezza della costituzione e della condizione
del momento.La parte alta, tra la sommità e il filo
superiore degli occhi. La parte mediana,
tra il filo superiore degli occhi e il filo inferiore del naso. La parte bassa, tra il filo inferiore
del naso e quello inferiore del mento. La parte in alto
rappresenta la parte cerebrale, quella mediana gli aspetti affettivi, quella
inferiore la motricità e anche la sessualità. Una disarmonia di dimensioni,
eccessi, distorsioni, contratture, ecc., in una delle tre zone indica che il
rispettivo aspetto (cerebrale, affettivo dinamico) della persona presenta
qualche anomalia. Naturalmente, a seconda di come si presenta la zona, può
trattarsi di un eccesso (espansione), oppure di una mancanza (contrazione) di
quel determinato aspetto.Vediamo ora i
singoli tratti, partendo dall’alto e scendendo verso il basso.
Ma anche la semplice espressione del viso di una persona ci
racconta tantissimo. Per esempio se è un po’ fredda, oppure contratta, o magari
rilasciata. Prima di osservare i tratti specifici è sempre bene cercare di
avere una visione di insieme, che ci dice già molto. La struttura del viso, a
livello generale, si può dividere in tre diverse fasce orizzontali:
Le sopracciglia. Se sono
folte e forti c’è grande forza vitale, la costituzione è di solito robusta. Se
invece sono sottili e fragili, la costituzione può essere più debole. Se si
inclinano dall’esterno verso il centro, questo è segno di qualche possibile
manifestazione di aggressività, molto Yang. Se invece l’inclinazione è opposta,
c’è più dolcezza, più Yin. Se sono unite al centro, possono indicare
possessività. La zona tra le sopracciglia corrisponde al fegato. Se ci sono
rughe verticali ciò significa che il fegato nel corso del tempo è stato a volte
in sofferenza. Se in qualche occasione la zona si arrossa, questo è segno di un
affaticamento momentaneo del fegato. Provate ad osservare la mattina dopo una
sera in cui avete “esagerato”.
Gli occhi. Se sono grandi, è indicazione di una costituzione
più Yin. Se sono piccoli, è indice del contrario, più Yang. Più sono
allargati-distanti tra loro, questa è un’altra indicazione di costituzione più
Yin. Più sono serrati al centro, più c’è presenza di Yang, più si è disposti
alla concentrazione.
Zona sotto gli occhi. Corrisponde
ai reni. Se è scura questo indica una
possibile qualità del sangue “non a posto”. A volte questa zona può gonfiarsi
(borse) e questo particolare indica che i reni possono essere
rilasciati-espansi (eccesso di Yin). Occorre fare un regime stretto per qualche
settimana; è importante perché i reni devono invece essere rinserrati perchè
questa è la condizione che rispecchia la loro natura. L’eccesso di Yin è un
problema per i reni perché possono dilatarsi e così indebolirsi, per esempio
quando c’è un vero eccesso di liquidi nel corpo.
Le orecchie. Sono un indicatore della forza costituzionale di
base dell’individuo, della sua forza ancestrale. Anche le orecchie hanno
corrispondenza con i reni; per la Medicina dell’Estremo Oriente i reni sono
infatti la sede della forza costituzionale ricevuta dai genitori-antenati. Se
sono grandi e ben formate questo è segno di forte energia costituzionale e
anche di intraprendenza. Il lobo è importante, se è staccato dalla testa e se è
grande questo è segno di saggezza e di una vita potenzialmente longeva e
fortunata. Guardate le statue del Buddha, oltre ad avere orecchie giganti i
lobi scendono fino alle spalle, segno di una grande saggezza. Se il lobo invece
è attaccato alla testa questo di solito è il segno di un grande consumo di cibo
animale un po’ come le orecchie degli animali carnivori. Può dipendere dalle
abitudini materne e/o quelle dell’infanzia.
Il naso. Un naso Yang tende ad essere compatto e un po’
appiattito, un naso Yin è invece normalmente più appuntito. La punta del naso
corrisponde al cuore, se la punta è rossa e gonfia, questo indica la
possibilità che il cuore sia ingrossato-dilatato, Yin. Le narici invece sono in
relazione con la respirazione. Se sono troppo strette la respirazione può
risultare meno efficiente e potrebbe anche manifestarsi qualche atteggiamento
di chiusura verso la vita. Se invece le narici sono grandi questo potrebbe
segnalare una vita affettiva più ricca.
Le guance. A fianco del naso (il cuore), ci stanno le guance (i
polmoni). Se sulle guance a lato del naso si rompono dei capillari questo può
indicare qualche difficoltà o problema in relazione con i polmoni.
Zona sotto il naso. La zona delimitata dal filo inferiore del
naso e il filo alto del labbro superiore è in relazione con la forza vitale. Più
questa zona è ampia-alta maggiore è la forza vitale, corrisponde al Centro
Hara. Che secondo la Medicina dell’Estremo Oriente è il nucleo produttore
dell’energia, che si situa al centro del ventre, tre/quattro dita sotto
l’ombelico.
La bocca. E’ l’inizio del nostro sistema digestivo, del tubo
digerente. Qualsiasi problema che si manifesta nella bocca è il riflesso di un
problema all’interno del tubo. E’ qui dunque che va ricercata la causa. La
larghezza della bocca dovrebbe essere non tanto più grande di quella della base
del naso all’altezza delle narici. Quando è così, questo indica che il sistema
digestivo è ben concentrato; tutte le cose più piccole sono più concentrate e
quindi più forti. Il labbro superiore corrisponde allo stomaco, eventuali problemi
che riguardano il labbro superiore indicano possibili problemi allo stomaco. Il
labbro inferiore invece corrisponde all’intestino crasso; se il labbro
inferiore è rilasciato, gonfio, oppure a volte tende a cadere, l’intestino
crasso potrebbe a sua volta essere rilasciato.
I denti. Anche la forma dei denti ci può dire molto sulla
costituzione. L’alimentazione della madre durante la fase embriologica ha molta
influenza. Nei nove mesi il destino del bambino dipenderà dalla saggezza, dalla
comprensione e dalla volontà della madre. I denti sono già presenti alla
nascita come semi che devono sbocciare.
Denti piccoli, ben piantati, che non sporgono in avanti sono Yang. I denti
grandi invece indicano di solito una costituzione più Yin. Alcune persone hanno
denti molto piccoli, serrati e rivolti verso l’interno, a volte con anche i
canini appuntiti, sono un segno di eccesso di Yang.
Il mento. Corrisponde agli organi genitali-sessuali e anche
alla volontà e dinamismo. Un mento forte, pronunciato, è indice di forza di
carattere, volontà, sessualità, attività. Se invece, come a volte succede,
ristagnano i liquidi sotto il mento questo può indicare un indebolimento della
forza di volontà e del dinamismo, a volte anche della forza di procreazione.
Infine e per ultimo il “Sanpaku”. Nella fisiognomica
dell’Estremo Oriente l’osservazione degli occhi è particolarmente importante in
generale. Ma il primo e più importante segno da osservare negli occhi è il
Sanpaku perché è rivelatore di uno stato morboso. Sanpaku in giapponese
significa “Tre Bianchi”. Quando si nasce la parte bassa dell’iride è radicata, quasi infossata
verso il basso dell’ovale dell’occhio. Questo è il segno della più grande
vitalità, come quella del sole nascente; tutti i neonati e anche bambini
piccoli hanno questa caratteristica. Crescendo, l’iride sale e si posiziona al
centro della sclera (il bianco), toccando il lato superiore e quello inferiore
dell’ovale; è la condizione normale degli adulti in normali condizioni di
salute. Alla morte l’iride sale verso l’alto sino a sparire, è il termine della
vita. A volte, tuttavia, questa salita dell’iride verso l’alto avviene con un
movimento lento e graduale che può essere naturalmente passeggero e momentaneo.
Se però si verifica, questo segnala che stiamo entrando in una situazione di
disagio che se non corretta può diventare critica.
Quando l’iride inizia a salire, il bianco dell’occhio, oltre
che sui lati, si inizia a vedere anche nella parte sottostante l’iride. Si
vedono dunque “Tre Bianchi”, è il Sanpaku.
Occhio sano |
L’inizio del Sanpaku dunque è quando si incomincia a intravvedere il bianco sotto l’iride che non poggia più fermamente sulla base dell’ovale dell’occhio. Di solito, a questo punto, l’individuo inizia a mostrare alcuni segni di indolenza. Quando invece la porzione di bianco sotto l’iride diventa particolarmente evidente, siamo entrati completamente nel Sanpaku. Il comportamento mostra una sorta di distacco dalla realtà, la concentrazione si indebolisce e non si è più completamente presenti. Chi si trova in questa condizione può diventare insicuro, pauroso, distratto, passivo e anche commettere alcuni errori. Qualche organo, in queste condizioni è solitamente malato.
Occhio Sanpaku |
Dice Ohsawa (e questa è cosa nota per chi conosce il Sanpaku),
“che Lincoln, J.F.Kennedy, Hitler,
Stalin, Tyrone Power, Marylin Monroe, e tanti altri…tutti erano Sanpaku”. Oggi
si può notare che più di un individuo mostra i primi segni iniziali, e in
effetti se si prova a porre attenzione vedrete che questo segno oggi si
presenta con molta più frequenza di anni fa. Per esempio lo si può notare
sfogliando una rivista, magari di moda. Oppure lo si può trovare sovente nelle
foto segnaletiche di persone ricercate. Va poi detto e ricordato che chi si
trova in questa condizione, non solo è predisposto a incontrare situazioni
difficili per se stesso, ma potrebbe anche coinvolgere in questo chi gli è
vicino. E’ dunque opportuno valutare bene la condizione degli occhi di chi ci è
prossimo, soprattutto di quelli che con cui magari dobbiamo intraprendere
iniziative e progetti comuni. Dice Ohsawa “che
chi ha gli occhi Sanpaku deve prima
di ogni altra cosa guarirli, e farlo il più in fretta possibile”. Con la
macrobiotica questo è possibile ed è sperimentato e provato in tanti casi. Per
ultimo, se qualcuno fosse interessato ad approfondire l’argomento, c’è un
bellissimo libro (in inglese, non credo esista una versione italiana) “You Are
All Sanpaku”, scritto da Ohsawa e poi tradotto in inglese e completato da
William Dufty, autore di un altro famoso libro, “Sugar Blues”.
Buona esercitazione allora con la fisiognomica. A presto.