sabato 15 luglio 2017

APPUNTAMENTO N. 44
FAQ – Frequently Asked Questions
Di Bruno Sangiovanni                                                                                                                              
 Oggi un appuntamento un po’ fuori dagli schemi. Facciamo una piccola escursione sulle domande più frequenti che vengono poste sul tema “macrobiotica”, diciamo quelle che più ricorrono. E le risposte, naturalmente, anche per queste quelle che più ricorrono.

Nonostante l’aumento della sensibilità della gente in fatto di alimentazione, nonostante che anche la scienza abbia iniziato a pronunciarsi in modo circostanziato su questo argomento con le esperienze condotte in una enorme quantità di studi e ricerche scientifiche….ancora tante perplessità rimangono. Sono radicate nel profondo e occorre tempo e lavoro per costruire una informazione equilibrata.

Avendo passato qualche anno a Cuisine et Santé,
(Foto di Elena Carella)
so bene come nella testa della gente alcune incertezze, dubbi e domande (su cui c’è sempre bisogno di rassicurazioni) rimangono sempre vive. Durante i miei soggiorni in Francia traducevo le conferenze di René Levy per gli ospiti italiani. Stando dalla parte “di qua del tavolo”, alla fine inevitabilmente risultano chiare quali sono le domande più frequenti che vengono poste. Può essere utile qui riassumere quelle più comuni, tralasciando quelle che riguardano i problemi di salute, per evidenti motivi. Proviamo:

1.  Cosa devo prendere per risolvere questo problema?
La domanda è posta in modo scorretto; è l’indicazione del nostro riflesso abituale che è la conseguenza della ricerca costante di una soluzione rapida e semplificata ad un problema di salute. E’ l’educazione della società dei consumi. La domanda dovrebbe essere capovolta e posta in questo senso: cosa devo togliere, eliminare, per risolvere questo problema? Il motivo è che la causa dei nostri disturbi risiede proprio negli eccessi delle nostre abitudini alimentari sbagliate e nei relativi conseguenti sovraccarichi. Quindi, bisognerebbe sempre togliere, mai aggiungere.
             
2.  Che dieta è più consigliata per questo problema?
La macrobiotica non fornisce 20, 50 o 100 soluzioni diverse. Ne propone una sola. E’ la sua piattaforma  alimentare basata sull’utilizzo del cibo per l’uomo. Il cibo vegetale con il cereale come alimento centrale di sostegno, la riscoperta del ruolo del sale marino naturale, l’uso dei condimenti specifici (miso, tamari, gomashio e anche prugna umeboshi). E’ la riscoperta del valore incredibile della semplicità e della naturalezza; la virtù del semplice essenziale. A seconda dell’importanza dei problemi si graduerà il livello di questa essenzialità. E’ la via che costruisce un nuovo sangue e con lui tutto il resto.
  
3.  Per quanto tempo devo mantenere questo regime?
Anche questa domanda è un indicatore chiaro della nostra mentalità che mette al primo posto la ricerca della via più corta e breve per risolvere un problema. E che sottintende la necessità di avere sempre qualche cosa che ci guida, anziché mettere in campo la nostra intuizione. Indica che non siamo ancora pronti a ritenerci veramente responsabili di quanto ci accade, e a metterci in gioco per risalire alle cause profonde e risolverle. Il tempo che noi misuriamo riguarda questo mondo della relatività, ma nel mondo infinito il tempo non esiste. In altre parole la guarigione arriverà nel momento in cui ci renderemo disponibili ad accettare l’idea che occorrerà il tempo che ci vuole, senza contarlo.
         
4.  Quanti liquidi? Quanto sale? Quante proteine?
Queste sono tre delle domande più frequenti. Sono il riflesso della mentalità analitico-scientifica che osserva i dettagli, non vede e non considera le cose nel suo insieme. E’ il giudizio intellettuale. Proviamo un commento restando sull’essenziale,

Quanti liquidi
L’acqua, i liquidi, per loro natura sono Yin. Naturalmente tutte le bevande zuccherate lo sono molto di più perché aggiungono lo zucchero e spesso si tratta di tantissimo zucchero. In più, quasi sempre si prendono fredde, altro fattore Yin. Ma lasciamo pure le bevande zuccherate che non dovrebbero essere oggetto di dispute sui loro effetti, il primo dei quali è l’impatto drammatico che hanno sull’obesità.

Parliamo dei liquidi normali, dell’acqua per intenderci. E’ assolutamente comune l’idea che bere molto, i classici 2 litri al giorno sia una buona cosa. Ma è vero che è sempre una buona cosa? La risposta è: dipende!  Perché potrebbe anche essere il contrario. Ma il medico dice di bere così, ora cos’è questa storia? Il medico ha ragione perché sa molto bene che nella norma la gente mangia molto cibo concentrato e riscaldante, come quello animale e come i tanti prodotti da forno; e in questi casi occorre bere molto, perché è necessario diluire e raffreddare. Inoltre il medico sa molto bene che prendiamo tanti medicamenti (è lui stesso che li prescrive), sintesi chimiche che se non vengono diluite, possono produrre effetti secondari importanti. 

Conclusione, la raccomandazione di bere molto ha buone motivazioni. Ma supponiamo ora che qualcuno non mangi cibo animale, che prenda pochi prodotti da forno (salati in particolare), niente zucchero e niente medicamenti.  E che invece la sua dieta sia a base di cereali che sono cotti in due o tre parti di acqua (se non di più) che ogni giorno mangi un paio di zuppe, che il resto del cibo siano prevalentemente verdure (80% acqua), che durante i pasti e durante il giorno si beva ogni tanto qualche bicchiere di tè bancha tiepido, e che diluisca masticando…

…se le cose stanno così, quella persona non ha così bisogno di prendere altri liquidi. E questo sarebbe un gran bene perché un eccesso di liquidi nel corpo non ci fa proprio vivere meglio. In realtà è il contrario. Tanto è vero che la via macrobiotica della guarigione, tra le altre cose, passa attraverso la riduzione dei liquidi, e l’eliminazione dei ristagni.

L’acqua dilata, ammolla, indebolisce, nel senso che riduce la compattezza dei nostri tessuti; gonfia, raffredda e ancora una volta dunque modifica la costante termica. Tutta la vita è una questione di temperatura, una enormità di problemi e debolezze viene dalla perdita di calore interno e l’eccesso di liquidi contribuisce a questa perdita. Per finire, l’acqua è un efficientissimo conduttore termico, veicola cioè il caldo e il freddo. Se c’è un sovrappiù di acqua, il corpo deve fare enormi sforzi per regolare la temperatura. Se fa caldo deve raffreddare i molti litri in eccedenza aumentando la traspirazione, così in estate la vita diventa molto difficile. Chi vive nel deserto conosce molto bene questa cosa, tanto è vero che praticamente non bevono niente o quasi.

Quando invece fa freddo, se c’è troppa acqua ci raffreddiamo prima e di più, e di nuovo il corpo deve reagire. Anche in questo caso, lo possiamo vedere, il corpo cerca di liberarsi il più possibile dei liquidi in eccesso. Che cos’è un raffreddore? Perché quando fa freddo uriniamo di più? Sono tutti tentativi del corpo di eliminare i liquidi in eccesso per poter regolare la temperatura con un minor sforzo e fatica. Non avere liquidi in eccesso, significa essere nella felicità, diceva René.
                    
E poi ci sono ancora altre ragioni, su cui non mi dilungo perché richiederebbero tanto spazio. Solo per accennare: l’eccesso di liquidi diluisce la presenza del sale e l’ambiente interno deve affrontare una caduta della costante salina e vivere in condizioni di umidità eccessiva. Infine, l’eccesso di liquidi significa rallentamento, inerzia, e ristagno, il contrario di un terreno secco e asciutto, e scattante. La macrobiotica ritiene possibile che in presenza di eccesso di liquidi, la capacità di reazione, la voglia di movimento, diventano problematici e l’inerzia può prendere il sopravvento. E’ uno stato depressivo.
   
Quanto sale
Il sale è Yang, contrae, riscalda, ed è il sostegno primo della nostra esistenza tanto è vero che è sempre stato considerato una ricchezza. Il sale naturale marino, oltre al sodio, contiene tanti altri minerali importanti, tra cui il magnesio e altri.

La combinazione di cereali integrali e sale marino, da sola, ci fornisce tutto quello di cui abbiamo bisogno. In ogni caso il sale e i condimenti salati (miso, tamari, gomashio) diventano essenziali al tavolo vegetariano, altrimenti nel tempo si va verso un indebolimento generalizzato. E’ questo uno degli errori più frequenti che vengono commessi nei regimi stretti vegetariani, vegani, crudisti, ecc. Se poi non c’è conoscenza del ruolo dei cereali integrali (cibo concentrato), allora l’intera faccenda potrebbe complicarsi ulteriormente. Quando in un regime vegetariano viene a mancare il sale si verificano stati di stanchezza e bassa energia, cioè mancanza di Yang.

Senza il sale non potremmo vivere perché ha un ruolo fondamentale in tutti i nostri processi. E’ il minerale più presente nel sangue. Contrae e riscalda, è l’antisettico per eccellenza, alcalinizza e combatte l’acidità, tonifica tutto l’organismo e, purché non in eccesso, è indispensabile per fissare gli altri minerali, come il calcio nelle ossa. Dal sale il corpo produce l’acido cloridrico che è essenziale per la digestione. Anche qui tuttavia, come per i 2 litri di acqua al giorno, la domanda è inevitabile. Ma il medico mi ha detto che devo ridurre o addirittura togliere completamente il sale. E di nuovo, il medico ha ragione. Ha ragione perché sa che noi mangiamo una quantità abnorme (rispetto alle necessità) di cibo animale, salato e concentrato, come la carne, i salumi, le uova, i formaggi, polli e cacciagione, prosciutti. Nonché pizze e focacce, toast, patatine fritte, cibo precotto industriale che contengono tantissimo sale.

Se si mangia in questo modo è assurdo aggiungere altro sale, è sicuramente un errore. Ma, di nuovo, se si mangia cibo vegetale le cose sono molto diverse; per quello che sabbiamo appena visto sopra, non solo è bene aggiungere sale, è assolutamente indispensabile. E’ importante che sia marino naturale, cioè non raffinato perché il sale trattato e sbiancato non è più un alimento naturale e si accumula e deposita nei tessuti; e può causare malfunzionamento degli organi. Conclusione: il sale è essenziale ma occorre aver ben chiare due cose: di che sale parliamo e in particolare che dieta accompagna.

Quante proteine
E le proteine? Come faccio con le proteine? Ecco qui la terza delle domande che più ricorrono, assieme alle due precedenti. Siccome ne abbiamo parlato abbastanza dettagliatamente in conversazioni precedenti (vedi N. 44-45), non sto a ripetere e rimando alla lettura di quei capitoli. Riprendo invece e mi dilungo un po’ di più sul veicolo per eccellenza delle proteine, così almeno come la macrobiotica vede la questione: il cibo animale. Il cibo animale è classificato come estremo Yang. Ciò che lo rende tale è la presenza del sangue animale, molto concentrato e ricco di sali, è questo che crea tensione e riscalda. Le proteine invece sono Yin, si degradano, fermentano.

Oltre a creare tensione e riscaldare, cosa che richiede apporto di cibo estremo Yin opposto per bilanciare (è il circolo vizioso carne-vino-carne-vino), il metabolismo delle proteine e dei grassi animali causa una situazione di iperacidità, a causa delle scorie prodotte. E’ una situazione che l’organismo non può tollerare e che quindi tampona utilizzando i sali minerali alcalinizzanti che sono il sodio, magnesio e calcio, quest’ultimo che si trova nelle ossa o nei denti. Si genera una demineralizzazione che indebolisce l’organismo, il sistema immunitario, e le ossa. Inoltre il cibo animale contiene grassi saturi che induriscono i tessuti. Questi grassi animali duri, creano depositi nella profondità dei tessuti e complicano la circolazione.

La carne, anche se refrigerata è un alimento sempre sulla soglia della putrefazione perché, in realtà, il processo di decomposizione inizia appena l’animale viene ucciso e poi prosegue anche nel tubo digerente e produce sostanze tossiche che si accumulano e possono compromettere la flora batterica. C’è ancora qualche cosa in più: per digerire la carne, i salumi, i formaggi concentrati, ecc., l’organismo è costretto a richiamare liquidi nello stomaco per diluire e facilitare il processo digestivo. Questo richiamo dell’acqua dai tessuti periferici comporta fatica e lascia un senso di spossatezza; è da qui che viene il senso di affaticamento dopo un pasto pesante. La carne infine procura molta sete e occorre bere molto per diluire e raffreddare, argomento già trattato.

Su questo quadro generale è facile intuire come i tutti i salumi, che rispetto alla carne di manzo sono salatissimi e stagionati, sono ancora più concentrati e quindi ancora più Yang. Per quanto riguarda i formaggi stagionati anche in questo caso la concentrazione di grassi saturi e proteine, combinata con la stagionatura e la salatura, ne fanno una bomba concentrata che richiede enormi sforzi per la diluizione e eliminazione.

Due parole sul pesce, che è parecchio diverso dalla carne. Il pesce a carne bianca (non rossa) non ha un sangue così concentrato e questo lo rende molto meno Yang della carne. In più, questo vale per tutti i pesci, il grasso è molto più fluido di quello degli animali da terra. Quindi il pesce può rientrare nella dieta facendo sempre attenzione a non esagerare troppo. Sempre bene accompagnarlo con verdure o limone, per bilanciare. E’ sempre una questione Yin-Yang.

5.  Per quanto tempo deve cuocere questo o quello?
D’accordo che occorre avere una idea e che in alcuni casi (soprattutto per i cereali) occorre anche una certa precisione. Ma per alcuni, o molti, senza una indicazione precisissima è come se crollasse tutto l’impianto, si sentono persi. Non è così. Dobbiamo riabituarci a far lavorare il nostro giudizio e la nostra intuizione. E a mettere l’orologio nel cassetto quando occorre.

6.  Si dice che conviene utilizzare prodotti che crescono vicini al luogo dove si vive. Perché allora il miso, tamari, gomashio, umeboshi…che sono di origine Giapponese?
La risposta è che non si tratta di “alimenti che crescono” in Giappone. Sono preparazioni particolari che nella tradizione Giapponese accompagnano un regime sostanzialmente vegetariano, e che apportano nutrienti di altissima qualità che completano la dieta. Sono da sempre uno dei segreti della buona salute, da impiegare naturalmente in un regime a base di vegetali. Dato il loro contenuto di sale non vanno bene in una alimentazione come quella moderna dove il consumo di prodotti animali è prevalente e dove non bisogna aggiungere sale.

7.  In un paese dal clima caldo (o in estate), in cosa deve differire la dieta?
Il problema principale per chi vive in questi paesi-luoghi caldi, è che si beve troppo. Dato che l’acqua trasporta il calore, più si beve, più ci si riscalda, più si traspira e più c’è bisogno di bere. Diventa un circolo vizioso e abbiamo visto che l’eccesso di liquidi è tutt’altro che una buona idea. Il bisogno di bere dipende dal cibo che crea tensione calore interno, da cui la sete. Cibo animale, prodotti da forno, zuccheri, ecc. Il segreto è non mangiare cibo che procura sete, cibo che ora conosciamo bene. E bere poco. Osservare chi di queste cose se ne intende: le popolazioni che vivono nel deserto.

8.  Qual è il regime più adatto per chi fa una attività sportiva particolarmente intensa?


Nel dépliant di presentazione di Cuisine et Santé c’è un appunto che dice: “il nostro cliente Dirk Baelus, uno sportivo di alto livello di Triathlon, fa ogni giorno per il suo allenamento: 100 km di bicicletta nei Pirenei, 160 volte a nuoto i 25 mt. della piscina di Saint Gaudens e corre per 25 km”. Il suo cibo è esclusivamente macrobiotico. www.dirkbaelus.be

9.  Come si può fare quando si è in viaggio, o per chi viaggia spesso per lavoro?
Si può fare, basta volerlo. Bisogna tuttavia sviluppare un proprio senso di indipendenza e di distacco dalle solite abitudini e condizionamenti. Il che, per inciso, è uno degli scopi fondamentali della macrobiotica. Non solo: preparando poche cose essenziali e prendendole per qualche giorno, questa sarà una grande occasione per stare bene ed essere in forma perfetta e liberarci ulteriormente da possibili sovraccarichi. Un soggiorno a Cuisine et Santé a questo riguardo sarà molto utile perché si partecipa al lavoro di preparazione. Sono varie le possibilità: pane di farina di saraceno - chapati (biscotti di saraceno) - palline di riso cotto - cereali integrali tostati crudi - e altro ancora.









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