sabato 1 luglio 2017

APPUNTAMENTO N. 42
E’ IL SALE CHE DA VITA AL SANGUE
Di Bruno Sangiovanni

Yanghizzare vuol dire concentrare attraverso l’uso del calore, del sale, del secco. Saltare in padella delle verdure ad esempio vuol dire yanghizzarle, cioè concentrarle, perché i liquidi che contengono si asciugano. Al contrario, il processo opposto che è diluire, raffreddare, impiegare l’acqua, vuol dire yinizzare.  Anche in questi due processi, naturalmente, ci possono essere varie sfumature e diversi gradi di yanghizzazione o yinizzazione; dipende da quanto si spinge avanti il processo.

Prendiamo una bollitura, quando si fa bollire c’è una certa dose di demineralizzazione perché una certa quantità di sali (non poi così tanti) si disperdono nell’acqua di bollitura; che tuttavia si può benissimo utilizzare per la zuppa, buona e ricca di tutti i sali. In una cottura a vapore invece il calore passa attraverso gli alimenti e c’è meno dispersione rispetto alla bollitura dove il calore dell’acqua agisce più in superficie.

Quando si yanghizzano le cipolle in padella, le parti più volatili, più Yin, come le essenze piccanti e gli aromi forti vanno via; se si fanno yanghizzare bene, a lungo, quello che rimane è la cipolla morbida, tenera e incredibilmente dolce. Oppure ancora, nella preparazione del gomashio facendo tostare il sale lo si deumidifica e diventa ancora più Yang. Il gomashio tra l’altro è estremamente utile. Perché è così importante il gomashio? Perché la sua funzione è proprio quella di veicolare Yang nel sangue, e perché…è proprio il sale che dà la vita al sangue.

Sempre, qualsiasi processo è una manifestazione di Yin-Yang. Se abbiamo il raffreddore, umidità e freddo interno (Yin), e mettiamo il viso sui vapori di acqua calda in cui abbiamo messo del sale tostato (Yang), questi vapori Yang asciugheranno e porteranno via l’umidità.

Ugualmente, bisogna sapere che col tempo anche Yang diventerà Yin; e questo arriva a toccare direttamente i ruolo e il destino dell’uomo. Infatti è proprio grazie a questa nostra natura (Yang), che col tempo possiamo arrivare ad una grande apertura (Yin) verso il mondo e verso la concezione dell’Ordine dell’Universo. La macrobiotica ci aiuta enormemente nel mantenere la nostra qualità Yang intrinseca. Intanto perché l’alimentazione macrobiotica è fatta esattamente per questo: conservare lo Yang ed evitare che si disperda, oppure recuperarlo se lo abbiamo perso. E poi perché essa è grande e vasta, e ci permette di avere uno sguardo grande e vasto sulla vita, ad aprirci alla comprensione dell’Ordine dell’Universo.

Dice infatti René: non attaccatevi troppo a cose limitate, relative, orientatevi verso la natura e l’infinito, coltivando una mente semplice, primitiva, come la definiva George Ohsawa. Non vivete nell’opposizione, nel rancore o peggio nell’odio, ma andate verso la conoscenza dell’universo e della creazione universale. Cioè verso il significato della materializzazione che è un processo di yanghizzazione: dal più espanso al più concentrato. Nell’ultima fase del processo di concentrazione, il vegetale diventa animale e infine uomo; l’essere più Yang di tutta la creazione.

Perché l’uomo è l’essere più Yang? Perché è la parte terminale di tutto il processo di concentrazione, della materializzazione (la creazione) e perché questo processo di concentrazione progressiva ha reso il sangue dell’uomo quello più concentrato, quindi più caldo e dinamico di tutto il creato. E’ la qualità del nostro sangue che determina la nostra qualità (Yang) umana. E il sale in tutto questo ha un ruolo essenziale. Perché, ripeto, è il sale che dà la vita al sangue.

La polarizzazione è in ogni luogo, in ogni istante. Sono i due fattori che entrano in gioco quando l’espansione infinita dell’universo si manifesta al punto di biforcazione, e si separa nelle due forze Yin-Yang. La predominanza di Yin o di Yang in ogni manifestazione si può controllare e modificare. E’ questo il nostro vero libero arbitrio. Per esempio, in cucina nella preparazione del cibo noi possiamo modificare lo stato delle cose, più Yin o più Yang. Di conseguenza anche lo stesso organismo si può modificare, e anche gioire delle cose offerte dalla creazione. Non per nulla “trasformare le cose” è la vera arte culinaria. Se c’è molto Yin, possiamo mettere Yang, e trasformare. E viceversa, naturalmente.

Non sempre è facile, diceva René, a volte la lotta è difficile. In Spagna ad esempio bisogna lottare contro le tortillas di patate oppure con l’hamon serrano. Tuttavia, più si va avanti con la macrobiotica, più si diventa contenti e più si condivide. Questa in realtà era la vera strategia geniale di René. Lui faceva la cucina per se stesso come la voleva, ma non si fermava qui. Allarga il campo (ecco Yang che diventa Yin) e cucina le stesse cose per gli altri, per gli amici, per condividere, e per trasmettere la sua conoscenza. E’ su questo incredibile e sottile presupposto che si regge da sempre Cuisine et Santé; è da questa idea che nasce tutto il suo fascino e il suo successo in così tanti anni.
Proseguiva ancora René: bisogna applicarsi con spirito giapponese, come quei discepoli di un famoso maestro di cucina giapponese che ancora dopo 10-15 anni si consideravano ancora discepoli. In Estremo Oriente il tempo non esiste come lo consideriamo qui da noi. Per loro ciò che conta non è il tempo, è l’intensità che si mette nelle cose, nella pratica.

Torniamo alla salute, bisogna sempre cercare di tener in mente le condizioni della salute, di cui abbiamo già parlato (N. 29).
1. Non essere mai stanchi. Sempre pronti a reagire a qualsiasi situazione si presenti
2. Buon appetito. Conservare sempre dell’appetito, non saturare mai lo stomaco e l’intestino, perché si perde coscienza.
3. Sonno profondo. Se qualcuno dice questa notte non ho dormito, bisogna dirgli bravo, perché dopo la morte c’è tutto il tempo che si vuole per dormire. Bastano poche ore, ma di vero buon sonno, qui sta la differenza. 

Bisogna conoscere e comprendere il senso delle 7 condizioni della salute; è importante altrimenti la comprensione della macrobiotica e dei suoi effetti rischia di rimanere limitata, e di funzionare poco. Bisogna studiare e conoscere. Per il sonno ad esempio, cinque ore sono più che sufficienti; se si dorme di più questo vuol dire che c’è un eccesso di Yin. Diceva Ohsawa: se dormite tanto, non solo dormirete troppo, ma nella stessa vita sarete addormentati; io a 70 anni…accelero la mia velocità.

Sentiamo ancora Renè: la cucina deve servire a un obiettivo infinito; non è solo questione di sapori, gusti e piacere. Cibo e cucina devono servire a risvegliare un’altra dimensione della vita, cioè qualche cosa che contiene altre virtù. Questa cosa non va persa…ricordatevi che in macrobiotica non si perde e non si butta nulla. Se avanza un cereale per qualche giorno, lo si mangia e lo si digerisce pure meglio. Più continuiamo e proseguiamo nella vita relativa, più ce la complichiamo e, in definitiva, più ci ammaliamo di corpo e di mente. Nel mondo infinito c’è altra qualità, ci si mantiene, ci si diverte. L’Infinito non ha bisogno di lottare.

Concentrando i sapori, concentrando il cibo, si evita anche di cadere nelle grandi quantità, nei grandi volumi. Se si mangia secondo Yin-Yang si impara la macrobiotica. Si prende qualche cosa di Yang e lo si cucina con qualche cosa di Yin, e viceversa. Un natale, René ricorda di aver cucinato un tacchino per la famiglia e degli amici. Cotto con cipolle e carote, e altre verdure che costituivano circa il 60-70% della preparazione. Dunque: 30% volatile - 70% verdure. Tutti hanno lasciato il resto che era stato preparato e hanno mangiato praticamente solo quello, perché? Perché in quella preparazione c’era corrispondenza alla qualità fondamentale della vita: l’equilibrio. Ma si tratta di un equilibrio dinamico (no statico e fisso) che viene dalla integrazione degli opposti, dal movimento e dal cambiamento, che essi generano.

Il Pane Ohsawa di grano saraceno è yanghizzazione e anche masticazione, e sarebbe da fare sempre a casa. Masticare è meditare, è essere in se stessi con comprensione profonda del regalo della vita. La pena d’amore è quando uno non è più in se stesso ma nell’altro; questa è una specialità degli Italiani. Gli Spagnoli invece risolvono in fretta le situazioni. I Francesi dicono che per uno che non c’è più, ce ne sono altri dieci. Ecco in tre righe un perfetto ritratto degli amici Italiani, Spagnoli, Francesi, in materia affettiva.

Seccare, tostare, torrefare, questo è Yang. Al sole, in estate, la gente si vaporizza, e se per caso sono pieni di grasso, friggono. La temperatura aumenta e anche il pensiero cuoce Renè dixit! In estate inevitabilmente si prendono molte cose fredde perché bisogna raffreddare, ma se si esagera (cosa peraltro facilissima) una quota di freddo rimane all’interno. Più avanti, in autunno, ai primi freddi può arrivare un mal di gola. Il mal di gola è perché sono state prese cose troppo fredde, troppo Yin in estate.

E’ importante non dimenticare mai la questione caldo-freddo, e la questione acidità. Ci sono parti del corpo che bisogna tenere in una condizione antisettica, senza stati infiammatori che si generano in un terreno umido e freddo e acido. Se si manifestano problemi di questo tipo, la causa prima è l’eccesso di Yin, che vuol dire assenza di Yang, cioè assenza di sale. Il latte, i formaggi, i latticini Yin, possono invece creare problemi come le otiti, il mal di gola. Prendere 3 cucchiaini di gomashio la sera, prima di andare a letto, (a 5 minuti di distanza uno dall’altro), questo ha un grande effetto antisettico.

Se poi l’uso specifico del gomashio è combinato ad un regime stretto, fatto accuratamente, allora non è escluso che nel giro di 5-6 giorni anche infezioni alle vie urinarie possano ritirarsi. Il gomashio ha grande effetto nella questioni vie urinarie. Certo poi bisogna mantenere nel tempo questa qualità, e vigilare con comprensione delle cose.…sono guarito, sto meglio, fantastico, ora posso riprendere tutto come prima…e tutto difatti ritorna come prima, incluse le infezioni alle vie urinarie.

Pane Ohsawa
Altrimenti succede purtroppo, quello che spesso succede:
Quando si parla di regime stretto, spesso e volentieri qualcuno vuole sapere del digiuno. Ne abbiamo già parlato, ma forse vale la pena di rinforzare il pensiero della macrobiotica, o di René se preferite. In macrobiotica il digiuno ha un altro significato, perché per la macrobiotica il digiuno è mangiare quello che occorre, cioè l’essenziale, niente di più, niente di meno. Il digiuno totale può essere pericoloso, perché in pratica è come mangiare se stessi. Meglio allora digiunare tre giorni con pochi liquidi e avere un risultato di massima concentrazione, che è la manifestazione stessa del digiuno. Poi si riprende l’alimentazione macrobiotica, magari anche stretta, ma comunque si riprende.

Di per se stesso il digiuno non è da rifiutare, ma è questione delicata e va compreso, e poi bisogna farlo sotto osservazione se dura del tempo. Renè sul digiuno: quando si parla di digiuno questo in realtà riflette un obiettivo interiore: bisogno di purificare e di un indirizzo nuovo e diverso della vita. Vuol dire che c’è bisogno di liberarsi di tutte le cose, anche delle passioni. Va bene!

Fare digiuno rende più amorosi, anche il nemico viene a chiedere perdono, basta guardare quello che succedeva a Gandhi. Ma la macrobiotica non è esagerazione. Per la macrobiotica l’importante è la diluizione dei carboidrati in bocca, vedi l’esempio della saliva con la crema di riso. La crema è qualche cosa di colloso, colla e crea mucosità. Se la si manda giù così, come un groppo, questo richiede poi grande lavoro interno perché deve essere fluidificata, i grumi sono spessi. Ma se si mette solo un po’ di saliva, diventa un latte, come quello per i bambini. Ai bambini piccoli dare cose troppo spesse non va bene, tutte le pappe e gli alimenti per i bambini dovrebbero essere masticate e diluite prima, soprattutto se c’è qualche debolezza o malattia in corso. Una volta era così, era saggezza di altri tempi.


Nessun commento:

Posta un commento