APPUNTAMENTO N.
42
E’ IL SALE CHE DA VITA AL SANGUE
Di
Bruno Sangiovanni
Yanghizzare vuol dire concentrare attraverso l’uso del calore, del sale,
del secco. Saltare in padella delle verdure ad esempio vuol dire yanghizzarle,
cioè concentrarle, perché i liquidi che contengono si asciugano. Al contrario,
il processo opposto che è diluire, raffreddare, impiegare l’acqua, vuol dire
yinizzare. Anche in questi due processi,
naturalmente, ci possono essere varie sfumature e diversi gradi di
yanghizzazione o yinizzazione; dipende da quanto si spinge avanti il processo.
Prendiamo una bollitura, quando si fa bollire c’è una certa
dose di demineralizzazione perché una certa quantità di sali (non poi così
tanti) si disperdono nell’acqua di bollitura; che tuttavia si può benissimo
utilizzare per la zuppa, buona e ricca di tutti i sali. In una cottura a vapore
invece il calore passa attraverso gli alimenti e c’è meno dispersione rispetto
alla bollitura dove il calore dell’acqua agisce più in superficie.
Quando si yanghizzano le cipolle in padella, le parti più
volatili, più Yin, come le essenze piccanti e gli aromi forti vanno via; se si
fanno yanghizzare bene, a lungo, quello che rimane è la cipolla morbida, tenera
e incredibilmente dolce. Oppure ancora, nella preparazione del gomashio facendo
tostare il sale lo si deumidifica e diventa ancora più Yang. Il gomashio tra
l’altro è estremamente utile. Perché è così importante il gomashio? Perché la
sua funzione è proprio quella di veicolare Yang nel sangue, e perché…è proprio
il sale che dà la vita al sangue.
Sempre, qualsiasi processo è una manifestazione di Yin-Yang.
Se abbiamo il raffreddore, umidità e freddo interno (Yin), e mettiamo il viso
sui vapori di acqua calda in cui abbiamo messo del sale tostato (Yang), questi
vapori Yang asciugheranno e porteranno via l’umidità.
Ugualmente, bisogna sapere che col tempo anche Yang
diventerà Yin; e questo arriva a toccare direttamente i ruolo e il destino
dell’uomo. Infatti è proprio grazie a questa nostra natura (Yang), che col
tempo possiamo arrivare ad una grande apertura (Yin) verso il mondo e verso la
concezione dell’Ordine dell’Universo. La macrobiotica ci aiuta enormemente nel
mantenere la nostra qualità Yang intrinseca. Intanto perché l’alimentazione
macrobiotica è fatta esattamente per questo: conservare lo Yang ed evitare che
si disperda, oppure recuperarlo se lo abbiamo perso. E poi perché essa è grande
e vasta, e ci permette di avere uno sguardo grande e vasto sulla vita, ad
aprirci alla comprensione dell’Ordine dell’Universo.
Dice infatti René: non
attaccatevi troppo a cose limitate, relative, orientatevi verso la natura e
l’infinito, coltivando una mente semplice, primitiva, come la definiva George
Ohsawa. Non vivete nell’opposizione, nel rancore o peggio nell’odio, ma andate
verso la conoscenza dell’universo e della creazione universale. Cioè verso il significato della materializzazione
che è un processo di yanghizzazione: dal più espanso al più concentrato.
Nell’ultima fase del processo di concentrazione, il vegetale diventa animale e
infine uomo; l’essere più Yang di tutta la creazione.
Perché l’uomo è l’essere più Yang? Perché è la parte
terminale di tutto il processo di concentrazione, della materializzazione (la
creazione) e perché questo processo di concentrazione progressiva ha reso il
sangue dell’uomo quello più concentrato, quindi più caldo e dinamico di tutto
il creato. E’ la qualità del nostro sangue che determina la nostra qualità
(Yang) umana. E il sale in tutto questo ha un ruolo essenziale. Perché, ripeto,
è il sale che dà la vita al sangue.
La polarizzazione è in ogni luogo, in ogni istante. Sono i
due fattori che entrano in gioco quando l’espansione infinita dell’universo si
manifesta al punto di biforcazione, e si separa nelle due forze Yin-Yang. La
predominanza di Yin o di Yang in ogni manifestazione si può controllare e
modificare. E’ questo il nostro vero libero arbitrio. Per esempio, in cucina
nella preparazione del cibo noi possiamo modificare lo stato delle cose, più
Yin o più Yang. Di conseguenza anche lo stesso organismo si può modificare, e
anche gioire delle cose offerte dalla creazione. Non per nulla “trasformare le
cose” è la vera arte culinaria. Se c’è molto Yin, possiamo mettere Yang, e
trasformare. E viceversa, naturalmente.
Non sempre è facile,
diceva René, a volte la lotta è
difficile. In Spagna ad esempio bisogna lottare contro le tortillas di patate
oppure con l’hamon serrano. Tuttavia, più si va avanti con la macrobiotica,
più si diventa contenti e più si condivide. Questa in realtà era la vera
strategia geniale di René. Lui faceva la cucina per se stesso come la voleva,
ma non si fermava qui. Allarga il campo (ecco Yang che diventa Yin) e cucina le
stesse cose per gli altri, per gli amici, per condividere, e per trasmettere la
sua conoscenza. E’ su questo incredibile e sottile presupposto che si regge da
sempre Cuisine et Santé; è da questa idea che nasce tutto il suo fascino e il
suo successo in così tanti anni.
Proseguiva ancora René: bisogna
applicarsi con spirito giapponese, come quei discepoli di un famoso maestro di
cucina giapponese che ancora dopo 10-15 anni si consideravano ancora discepoli.
In Estremo Oriente il tempo non esiste come lo consideriamo qui da noi. Per
loro ciò che conta non è il tempo, è l’intensità che si mette nelle cose, nella
pratica.
Torniamo alla salute, bisogna sempre cercare di tener in
mente le condizioni della salute, di cui abbiamo già parlato (N. 29).
1. Non essere mai stanchi. Sempre
pronti a reagire a qualsiasi situazione si presenti
2. Buon appetito. Conservare
sempre dell’appetito, non saturare mai lo stomaco e l’intestino, perché si
perde coscienza.
3. Sonno profondo. Se qualcuno dice questa notte non ho dormito, bisogna
dirgli bravo, perché dopo la morte c’è tutto il tempo che si vuole per dormire.
Bastano poche ore, ma di vero buon sonno, qui sta la differenza.
Bisogna conoscere e comprendere il senso delle 7 condizioni
della salute; è importante altrimenti la comprensione della macrobiotica e dei
suoi effetti rischia di rimanere limitata, e di funzionare poco. Bisogna
studiare e conoscere. Per il sonno ad esempio, cinque ore sono più che
sufficienti; se si dorme di più questo vuol dire che c’è un eccesso di Yin.
Diceva Ohsawa: se dormite tanto, non solo dormirete troppo, ma nella stessa
vita sarete addormentati; io a 70 anni…accelero la mia velocità.
Sentiamo ancora Renè:
la cucina deve servire a un obiettivo infinito; non è solo questione di sapori,
gusti e piacere. Cibo e cucina devono servire a risvegliare un’altra dimensione
della vita, cioè qualche cosa che contiene altre virtù. Questa cosa non va
persa…ricordatevi che in macrobiotica non si perde e non si butta nulla. Se
avanza un cereale per qualche giorno, lo si mangia e lo si digerisce pure
meglio. Più continuiamo e proseguiamo nella vita relativa, più ce la
complichiamo e, in definitiva, più ci ammaliamo di corpo e di mente. Nel mondo
infinito c’è altra qualità, ci si mantiene, ci si diverte. L’Infinito non ha
bisogno di lottare.
Concentrando i sapori, concentrando il cibo, si evita anche
di cadere nelle grandi quantità, nei grandi volumi. Se si mangia secondo
Yin-Yang si impara la macrobiotica. Si prende qualche cosa di Yang e lo si
cucina con qualche cosa di Yin, e viceversa. Un natale, René ricorda di aver
cucinato un tacchino per la famiglia e degli amici. Cotto con cipolle e carote,
e altre verdure che costituivano circa il 60-70% della preparazione. Dunque:
30% volatile - 70% verdure. Tutti hanno lasciato
il resto che era stato preparato e hanno mangiato praticamente solo quello, perché? Perché in quella preparazione c’era corrispondenza alla qualità fondamentale
della vita: l’equilibrio. Ma si tratta di un equilibrio dinamico (no statico e
fisso) che viene dalla integrazione degli opposti, dal movimento e dal
cambiamento, che essi generano.
Il Pane Ohsawa di grano saraceno è yanghizzazione e anche masticazione,
e sarebbe da fare sempre a casa. Masticare è meditare, è essere in se stessi
con comprensione profonda del regalo della vita. La pena d’amore è quando uno non è più in se stesso ma nell’altro; questa
è una specialità degli Italiani. Gli Spagnoli invece risolvono in fretta le
situazioni. I Francesi dicono che per uno che non c’è più, ce ne sono altri
dieci. Ecco in tre righe un perfetto ritratto degli amici Italiani,
Spagnoli, Francesi, in materia affettiva.
Seccare, tostare,
torrefare, questo è Yang. Al sole, in estate, la gente si vaporizza, e se per
caso sono pieni di grasso, friggono. La temperatura aumenta e anche il pensiero
cuoce Renè dixit! In estate
inevitabilmente si prendono molte cose fredde perché bisogna raffreddare, ma se
si esagera (cosa peraltro facilissima) una quota di freddo rimane all’interno.
Più avanti, in autunno, ai primi freddi può arrivare un mal di gola. Il mal di
gola è perché sono state prese cose troppo fredde, troppo Yin in estate.
E’ importante non dimenticare mai la questione caldo-freddo,
e la questione acidità. Ci sono parti del corpo che bisogna tenere in una condizione
antisettica, senza stati infiammatori che si generano in un terreno umido e
freddo e acido. Se si manifestano problemi di questo tipo, la causa prima è
l’eccesso di Yin, che vuol dire assenza di Yang, cioè assenza di sale. Il
latte, i formaggi, i latticini Yin, possono invece creare problemi come le
otiti, il mal di gola. Prendere 3 cucchiaini di gomashio la sera, prima di
andare a letto, (a 5 minuti di distanza uno dall’altro), questo ha un grande
effetto antisettico.
Se poi l’uso specifico del gomashio è combinato ad un regime
stretto, fatto accuratamente, allora non è escluso che nel giro di 5-6 giorni
anche infezioni alle vie urinarie possano ritirarsi. Il gomashio ha grande
effetto nella questioni vie urinarie. Certo poi bisogna mantenere nel tempo
questa qualità, e vigilare con comprensione delle cose.…sono guarito, sto
meglio, fantastico, ora posso riprendere tutto come prima…e tutto difatti
ritorna come prima, incluse le infezioni alle vie urinarie.
Pane Ohsawa |
Quando si parla di regime stretto, spesso e volentieri
qualcuno vuole sapere del digiuno. Ne abbiamo già parlato, ma forse vale la
pena di rinforzare il pensiero della macrobiotica, o di René se preferite. In
macrobiotica il digiuno ha un altro significato, perché per la macrobiotica il
digiuno è mangiare quello che occorre, cioè l’essenziale, niente di più, niente
di meno. Il digiuno totale può essere pericoloso, perché in pratica è come
mangiare se stessi. Meglio allora digiunare tre giorni con pochi liquidi e
avere un risultato di massima concentrazione, che è la manifestazione stessa
del digiuno. Poi si riprende l’alimentazione macrobiotica, magari anche
stretta, ma comunque si riprende.
Di per se stesso il digiuno non è da rifiutare, ma è
questione delicata e va compreso, e poi bisogna farlo sotto osservazione se
dura del tempo. Renè sul digiuno: quando
si parla di digiuno questo in realtà riflette un obiettivo interiore: bisogno
di purificare e di un indirizzo nuovo e diverso della vita. Vuol dire che c’è
bisogno di liberarsi di tutte le cose, anche delle passioni. Va bene!
Fare digiuno rende più amorosi, anche il nemico viene a
chiedere perdono, basta guardare quello che succedeva a Gandhi. Ma la
macrobiotica non è esagerazione. Per la macrobiotica l’importante è la
diluizione dei carboidrati in bocca, vedi l’esempio della saliva con la crema
di riso. La crema è qualche cosa di colloso, colla e crea mucosità. Se la si
manda giù così, come un groppo, questo richiede poi grande lavoro interno
perché deve essere fluidificata, i grumi sono spessi. Ma se si mette solo un
po’ di saliva, diventa un latte, come quello per i bambini. Ai bambini piccoli
dare cose troppo spesse non va bene, tutte le pappe e gli alimenti per i
bambini dovrebbero essere masticate e diluite prima, soprattutto se c’è qualche
debolezza o malattia in corso. Una volta era così, era saggezza di altri tempi.
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