venerdì 23 dicembre 2016

APPUNTAMENTO N. 24
LA SALUTE MACROBIOTICA
Di Bruno Sangiovanni

Coincidenza interessante, l’appuntamento N. 24 esce il 24 Dicembre, vigilia di Natale. Sembra una buona conclusione per questo anno 2016. Poi ci sono vacanze varie, e poi vedremo nel 2017 cosa fare. Se può ancora essere interessante proseguire, oppure fare una “vacanza” più lunga. Non ho idea, vedremo. Ho pensato che per questo finale di anno, dopo i tanti argomenti trattati, poteva valer la pena di riprendere uno tra i più classici dell’insegnamento di Georges Ohsawa. Le 7 condizioni della salute.

La base alimentare macrobiotica è fatta per sviluppare una condizione di salute che si manifesta in una ritrovata freschezza, flessibilità e giovinezza dell’intero organismo. Ohsawa ha messo a punto uno schema per indicare, in termini semplici e comprensibili a tutti, che cosa egli intende per “salute”. Per fare questo ha stabilito le 7 condizioni della salute. Queste 7 condizioni non rappresentano solamente un traguardo a cui tendere, sono anche un mezzo di controllo, una sorta di bussola per verificare il nostro stato di avanzamento, oppure di…recessione, nel corso del tempo.

Esse non si esprimono attraverso una valutazione dello stato degli organi, delle nostre funzioni, ecc., bensì attraverso il nostro comportamento nella vita quotidiana essendo questo il riflesso più diretto proprio del nostro stato di salute. Ognuno può quindi farsi il suo “ritratto”, in modo semplice e diretto.

Mai Essere Stanchi
Tutte le malattie hanno come sintomo iniziale la stanchezza, la malattia infatti ha sempre origine da una condizione di stanchezza dell’organismo. Ma cosa vuol dire essere affaticati? Significa che gli organi, o qualche organo, non sta funzionando bene, non è in buone condizioni. Oggi molta gente è stanca, spesso senza esserne consapevole.

Dice Ohsawa che anche un solo raffreddore indica che qualche cosa non sta funzionando come deve, e che dunque qualche cosa non va nella nostra alimentazione. Quando si inizia la dieta macrobiotica e si è attenti per i primi dieci giorni, si eliminano molte delle vecchie scorie che impediscono una buona circolazione e che intossicano. L’organismo nel suo insieme si riattiva, la fatica se ne va. Dopo i primi momenti di scombussolamento, questo è il primo risultato pressochè certo e riscontrabile in tutte le persone all’inizio: non si è più stanchi. La fatica si manifesta anche a livello mentale e sul piano della volontà

Buon Appetito
Appetito per il cibo, e ancor più per ogni cosa nella vita, tutto incluso. Quando abbiamo appetito vuol dire che siamo in gran forma e molto attivi. Se si mangia quando si ha appetito si può trarre profitto da tutto perchè quando l’organismo ha fame è lì che ha la forza e la capacità di trasformare e assimilare qualsiasi cosa. Oggi nella maggior parte dei casi mangiamo anche quando non abbiamo fame; lo facciamo per tanti motivi diversi. Per socializzare, per abitudine, tradizione, gola e spesso per compensare altre mancanze. Bisogna mangiare quando si ha veramente fame, questo è uno dei più importanti segreti della buona salute. Per converso, se non abbiamo appetito…meglio non mangiare; facciamo tornare la fame e il piacere si moltiplicherà. L’appetito dovrebbe essere enorme! Se non abbiamo un vero buon appetito, qualche cosa non va e questo è indice di non buona salute, di sovraccarichi accumulati.

Buon Sonno
Dormire 5 o 6 ore senza incubi, senza agitazione e svegliarsi subito, questo è più che sufficiente per alzarsi come rimessi a nuovo; la vita non è fatta per dormire. Se non ci addormentiamo subito, qualche cosa non va bene, e se il sonno bisogna cercarlo allora vuol dire che abbiamo una cattiva alimentazione. Se il sonno non arriva rapidamente esistono forti tensioni interne, paure e preoccupazioni che alla lunga creano un logoramento della mente ma anche dell’organismo. Un buon sonno non è un sonno lungo; al contrario questo è un segno di indebolimento e rilassatezza generale dell’organismo, eccesso di Yin-Inerzia, secondo la macrobiotica. In caso di insonnia, se il cibo è macrobiotico, ben masticato, e preso in piccole razioni, nello spazio di una settimana si deve poter dormire profondamente. Poi impegnarsi fisicamente, così saremo ancora più sicuri che avremo un buon sonno profondo, senza sogni agitato, complicati, incubi, che ci fanno svegliare molto stanchi. I sogni dovrebbero essere diversi, tranquilli, positivi, come quando si fanno progetti per la nostra vita.

Buona Memoria
Se non ci scordiamo ciò che osserviamo e sentiamo, questo è un segno di buona salute. La memoria deve accentuarsi e ingrandirsi col passare degli anni; più vecchi si diventa e più la memoria deve diventare importante; ma questa è una dimensione della memoria che non riguarda solo le cose normali e quotidiane. Si dovrebbe far tornare alla superficie della coscienza altre cose ben più grandi, quelle che conosciamo nel nostro profondo di cui abbiamo perso memoria. La perdita del sapere profondo è in realtà perdita di memoria. Non si tratta dunque solo di una memoria più forte, si tratta anche di una memoria più profonda. La perdita della memoria è tipica della senilità, ma se avviene precocemente è chiaro che qualche cosa non va bene. L’effetto dell’alimentazione ha un ruolo fondamentale nella perdita della memoria perché, di nuovo, si tratta di un indebolimento cellulare, organico. E’ un eccesso di Yin e tanti, tantissimi alimenti giocano un ruolo decisivo in questo processo di indebolimento organico. Alcool, zucchero, caffè, cioccolato, eccesso di frutta, tropicale in particolare, bevande zuccherate, dolci, gelati, ecc.

Il Buonumore
Il buonumore fa parte della vita perché questo mondo è fatto per la gioia. Se si vive in collera si è perduti perché si perde il bene più grande che la gioia di vivere. Questo è il segno che il nostro sangue non è più in buone condizioni, che il terreno è diventato acido; se si rinnova il sangue le cose tornano ad andare meglio. Un individuo in buona salute dovrebbe essere sempre sorridente e gradevole in ogni circostanza, dovrebbe essere libero dalla paura e dalla sofferenza; sarà coraggioso e entusiasta anche se le difficoltà si accumulano e aumentano. L’apparenza, la voce, il comportamento, e anche le critiche dovrebbero mostrare sempre gratitudine r ringraziamento verso tutti. Se le cose non stanno così, questo indica che non siamo in buona salute; le persone in buona salute non si arrabbiano mai. Dice Ohsawa: la maggior parte degli uomini e delle donne sono malati perché non sanno come acquisire il buon umore. Loro non sanno cosa devono mangiare e bere, e come farlo. Voi potete dare buonumore, un sorriso, una voce gradevole e una parola semplice come “grazie”. Non avete nulla da perdere perché avete ricevuto la vita stessa e ogni altra cosa in questo universo, senza pagarla. Ciascuno è figlio o figlia dell’Universo Infinito; se conoscete questo, voi sarete amati da tutti.

La rapidità
Cosa vuol dire rapidità? Vuol dire fare le cose senza perdere tempo. Vuol dire movimento, e il movimento è la vita stessa.
Tante volte facciamo passare troppo tempo prima di reagire o intraprendere qualche cosa di nuovo; a volte passano anni, troppo tempo, non può essere così. Un individuo che è in buona salute dovrebbe avere la facoltà di pensiero e di giudizio corretto e agire rapidamente, intelligentemente e con eleganza. La rapidità è espressione di libertà. Chi è rapido, pronto, veloce e preciso, pronto a rispondere ad ogni sfida, incidente o necessità, è in buona salute. Essere rapidi significa non arrivare alla fine della vita dicendo…non ho avuto tempo. Per esempio la macrobiotica è da imparare subito, questo è il movimento; avete incontrato la macrobiotica, provate, esplorate, sperimentate. Non bisogna attendere anni per prendere una posizione chiara; mi piace, oppure non mi piace. Il vero motivo sottostante di questa incertezza è che non c’è equilibrio e quindi c’è mancanza di buona salute, altrimenti si capirebbero le cose rapidamente e le si metterebbero in pratica subito.


La Giustizia
La Giustizia è la più importante delle 7 condizioni della salute. Che hanno come punto di arrivo la comprensione del concetto e del principio della Giustizia che è l’espressione dell’Ordine sottostante a tutte le manifestazioni dell’Universo. Se veramente si comprende questo ordine, non apparentemente visibile ma che regola ogni cosa, si acquisisce una grande fiducia nella vita. Essendo ogni manifestazione l’espressione di questo ordine, quella stessa manifestazione non può che essere giusta, è la legge di causa-effetto. Tutto è giusto, bisogna capire questo concetto, questo principio. Ad esempio fare macrobiotica è giusto perché vuol dire mangiare e bere quello che ci è necessario e niente di più. Questo è essere giusti, amare il senso di giustizia, di ciò che è giusto, e con questo crescere nella comprensione. E’ da qui che discende il principio secondo il quale tutto ciò che accade è semplicemente giusto; giusto nel senso di “corretto”. Se mi procuro una malattia, non è una disgrazia…una causa c’è, sempre. Ed è giusto che sia così, non può essere diversamente. Cos’è dunque la Giustizia? E’ non raccontarsi mai delle storie, non cercare sempre delle scuse, non lamentarsi mai. E’ non cercare sempre qualcuno che ci dica cosa dobbiamo fare. Non cercare di possedere e avere a tutti i costi più del necessario. Tradotto sul piano personale un individuo nella Giustizia, è un individuo perfettamente integro. Cioè chi non mente mai, chi mantiene promesse e impegni, chi non è sospettoso, chi è grato per ogni caso, chi non ha mai paura e non è mai arrabbiato, chi non mente mai per proteggere se stesso, chi è profondamente onesto, chi è senza preconcetti e arroganza. In poche parole, un individuo onesto e giusto. Un individuo così è un uomo profondamente sano.

Eccole dunque le 7 condizioni della salute, in sintesi, ma molto fedeli a come le ha presentate Ohsawa. Chi vuole, ogni tanto può tornare a rileggerle e vedere a che punto sta rispetto a queste sette tappe.

Bene allora! Con questo faccio a tutti tantissimi auguri per il Natale in arrivo e per il miglior possibile 2017.                                                      



venerdì 16 dicembre 2016

APPUNTAMENTO N. 23
YIN E YANG SUL PIANO ALIMENTARE
Di Bruno Sangiovanni

Dopo aver navigato un po’ (tentato di navigare) nella Cosmologia dell’Estremo Oriente, nel suo Principio Unico Yin-Yang, entriamo ora più nel dettaglio del ruolo di Yin-Yang sul piano alimentare, e quindi sulla nostra condizione fisiologica prima, ma anche psicologica poi.

Abbiamo visto che Yin e Yang sono in noi, sono visibili nella nostra costituzione, comportamento, attitudine. Per esempio, un individuo longilineo è sicuramente più Yin di un altro tarchiato, più Yang. Un viso quadrato o tondo è più Yang di uno stretto e affilato. Una pelle umida indica normalmente eccesso di Yin, una secca eccesso di Yang. Ma ci sono tanti altri fattori che si possono valutare anche sul piano comportamentale. Con questo possiamo anche provare a fare una prima autodiagnosi:

Fattori che caratterizzano una prominenza Yin.
Passivo, Rilassato, Poco organizzato, Negativo, Si ritira, Introverso, Riflessione, Voce timida, Muscoli deboli, Molto sensibile, Si alza tardi.

Fattori che caratterizzano una prominenza Yang.
Attivo, Teso, Molto organizzato, Positivo, Attacca, Estroverso, Azione, Voce forte, Muscoli duri, Poco sensibile, Si alza presto.

Tutti questi fattori, e altri ancora, possono essere radicati nella costituzione; ma possono anche essere temporanei, rappresentare cioè la condizione del momento. In ogni caso le nostre caratteristiche sono strettamente correlate alla nostra storia alimentare;

prima quella trasmessa dai genitori (madre in particolare) e poi quella che entra in gioco nella nostra vita. E’ sempre il cibo che gioca un ruolo determinante nel nostro equilibrio Yin-Yang perché ogni alimento contiene le due tendenze e un suo ben preciso equilibrio energetico che ci viene trasmesso. Yin-Yang ci insegna come riconoscerli e classificarli e questa è la forza della sua applicazione pratica.

In base alla condizione e composizione Yin-Yang interiore, saremo più o meno in buona salute; più equilibrio, più salute – meno equilibrio, meno salute.

Il lavoro della macrobiotica (nella sua applicazione pratica sul piano alimentare) si basa su questo principio e interviene tenendo in evidenza la manifestazione delle due attività Yin-Yang. Diamo qui una sintesi della classificazione fondamentale dei cibi. Senza entrare, come si fa normalmente nei minimi particolari, cibo per cibo. Quello che conta è comprendere il principio e i raggruppamenti generali. Sono questi che ci guidano. Di gran lunga più importante è la visone e comprensione della Foresta, e non quella dei singoli Alberi.

Estremità Yin
Alimenti con forte tendenza espansiva. Contengono molti liquidi, sono molto espansi. Maggior preponderanza di Potassio (K) verso Sodio (Na). Dilatano, disperdono, raffreddano. Gli effetti sull’organismo, a lungo termine se in eccesso, sono di indebolimento, degradazione.Le grandi categorie di appartenenza (in ordine di forza Yin relativa, dall’alto verso il basso), sono queste:
Additivi Chimici
AlcoliciZuccheri-DolciBevande zuccherate
Cibo tropicale (incluso caffè, frutta, ecc.)
Latte e latticini
Solanacee (peperoni, pomodori, melanzane, patate)
Frutta  (in particolare tropicale e/o estiva)
Verdura cruda
Liquidi, quando in eccesso

Estremità Yang.
Alimenti con forte tendenza contraente. Contengono pochi liquidi, sono molto concentrati. Sono anche la trasformazione per uso di grande calore (forno). Minor preponderanza di Potassio (K) verso Sodio (Na). Contraggono, concentrano, riscaldano. Gli effetti sull’organismo, a lungo termine se in eccesso, sono di tensione, indurimento. Le grandi categorie di appartenenza (in ordine di forza Yang relativa, dall’alto verso il basso), sono queste:
Cibo di origine animale
- Uova
- Insaccati-Conservati
- Formaggi Stagionati
- Carne Rossa
- Carne Bianca
- Pesce
Prodotti da forno salati
- Pizza, Focacce, Pane, Crakers, Grissini, Ecc.         

Yin e Yang bilanciati.Alimenti equilibrati, riducono gli effetti estremi. Cibo di origine vegetale, integrale, naturale, non trattato. Rispecchia l’ordine della natura. Rapporto Sodio (Na) – Potassio (K) vicino a quello dell’ambiente cellulare umano. Gli effetti espansivi/raffreddanti e quelli opposti
contraenti/riscaldanti sono moderati. Sono il cibo per l’essere umano. Gli effetti sull’organismo sono di equilibrio e armonia.Le grandi categorie sono:
Cereali Integrali
Verdure di terra
Verdure di mare (alghe)
Legumi
Frutta di stagione
Bevande non stimolanti (non zuccherate)

Le due cose più importanti da ritenere sono queste:

1.       Il cibo estremo Yin: dilata e raffredda (molto)
2.       Il cibo estremo Yang: contrae e riscalda (molto)
           
Tutte le nostre funzioni metaboliche avvengono ad una determinata temperatura corporea interna che sta intorno ai 37 gradi. Se a causa di cibi estremi riscaldiamo o raffreddiamo eccessivamente, tutto il sistema entra in difficoltà e in stato di allarme perché deve assolutamente mantenere questa temperatura. Il che ci dice che l’eccesso di consumo di alimenti estremi (Yin o Yang) produce effetti perversi sulla nostra costante termica che è il regolatore di tutto il sistema. Effetti perversi per il semplice fatto che l’organismo non può tollerare di perdere la costante termica e quindi deve ricorrere a tutti i mezzi per ristabilirla.

Il circolo vizioso tra gli estremi Yin e Yang.
Il Principio Unico dice: Yin attira Yang – Yang attira Yin, cioè gli opposti si attraggono. I cibi Yang concentrano, creano tensione e riscaldano. Questa condizione per chi conduce una vita come la nostra (poco movimento/attività fisica) non può essere tollerata dall’organismo che per la sua sopravvivenza cerca perennemente di mantenere in equilibrio le sue costanti interne. I cibi estremi Yang, alla fine, inevitabilmente “attirano” l’apporto di alimenti opposti-antagonisti per riportare la bilancia in una sorta di equilibrio. Attirano cioè cibi estremi Yin che hanno un alto potere rilassante, diluente, raffreddante, e quindi: vino, birra, zuccheri, dolci, gelati, frutta, liquidi, ecc. La stessa cosa avviene naturalmente anche nella direzione inversa, e cioè i cibi estremi Yin “attirano” il loro opposto, gli estremi Yang. Ma è il primo caso quello che di gran lunga prevale nelle nostre abitudini alimentari.

Questa laboriosa ricerca di equilibrio produce una serie di problemi che se protratti nel tempo sottopongono l’intero organismo ad un affaticamento pesante, ad un grande sovraccarico, tutte cose che inevitabilmente portano ad un indebolimento organico. Conoscere dunque gli effetti del cibo sull’organismo è essenziale, per esempio per uscire da questo circolo vizioso e pericoloso. Se non conosciamo questi effetti e il disequilibrio che producono, non conosciamo la causa originale dei problemi e finiamo sempre per cercare qualche cosa, qualcuno, delle tecniche, delle terapie, che possono aiutare certo, ma che non vanno mai alla vera radice del problema.

Semplicemente bisogna cambiare alimentazione, e in un certo senso impoverirla perché tutte le malattie, volenti o nolenti, vengono dalla ricchezza del nostro cibo della “alimentazione moderna”. Più si mangia cibo ricco, contraente/riscaldante, più abbiamo bisogno di cibo espansivo/raffreddante; alla lunga però succede che la grande varietà di alimenti e bevande Yin finisce per prendere il sopravvento, tanto è vero che oggi il disequilibrio prevalente è proprio l’eccesso di Yin. Che quantità di acqua, o di vino, o di birra, occorre per equilibrare una bistecca fiorentina, o una pizza alla diavola? Un bicchiere, due, o una bottiglia?
A volte due! Non ne abbiamo alcuna idea in realtà. L’unica cosa certa è che bere è un piacere, e tutto l’impianto della nostra alimentazione e della stessa ristorazione sembra costruito su questo presupposto. Si mangia cibo molto ricco, concentrato, riscaldante, che procura molta sete; per il piacere dopo di bere. Perfetto!  Ma l’eccesso di liquidi (Yin), insieme a quello di alcool, zucchero, dolci, frutta, cioccolato, caffè, gelati, ecc., sviluppa espansione, dilatazione, gonfiore, freddo interno, acidità, e infine capacità di reazione ridotta dell’organismo. Tutte le persone che giudichiamo grasse, non sono cariche di solo grassi, sono cariche in realtà di liquidi e di gas delle fermentazioni interne in corso.

Ok per oggi. Vediamo dove “pescare” per i prossimi appuntamenti pre-festivi, e festivi.
Ancora a presto.


                                                                  



domenica 11 dicembre 2016

APPUNTAMENTO N.22
LA COSMOLOGIA DELL’ESTREMO ORIENTE – COME INTERAGISCONO YIN E YANG
Di Bruno Sangiovanni  
        
Con l’appuntamento di oggi siamo arrivati al termine dell’argomento iniziato 5 puntate fa,
che riguarda il tema più importante di tutto l’insegnamento della macrobiotica: La Cosmologia dell’Estremo Oriente.
Oggi vediamo e cerchiamo di spiegare in grande sintesi (l’argomento potrebbe essere lunghissimo) come interagiscono tra loro Yin e Yang.
Vediamo per iniziare, se riusciamo, a riportare una sintesi di massima delle caratteristiche principali degli antagonismi complementari secondo i principali parametri di confronto.

ATTIVITA’
Yin: Centrifuga, Espande, Dilata, Inerzia
Yang: Centripeta, Rinserra, Costringe, Movimento

PRINCIPIO
Yin: Femminile
Yang: Maschile

COLORE
Yin: Colori Freddi (Viola, Blu, Verde)
Yang: Colori Caldi (Giallo, Arancio, Rosso)

TEMPERATURA
Yin: Freddo
Yang: Caldo
  
FORMA
Yin: Grande, Dilatata, Allungata, Stretta
Yang: Piccola, Concentrata, Bassa, Quadrata

PESO
Yin: Leggero
Yang: Pesante

UMIDITA’
Yin: Umido
Yang: Secco

DIREZIONE
Yin: Verso Alto, Verso Esterno
Yang: Verso Basso, Verso Interno

SAPORE
Yin: Disperdono (Piccante, Acido, Zuccherato)
Yang: Stringono (Salato, Amaro)
     
COMPOSIZIONE
Yin: K:Na (molta presenza di K vs. Na)
Yang: K:Na (poca presenza di K vs. Na)
              
PH
Yin: Acido
Yang: Basico
              
CLIMA
Yin: Regioni/Stagioni Fredde
Yang: Regioni/Stagioni Calde           

Come interagiscono Yin e Yang
La classificazione di Yin e Yang che abbiamo appena visto è inequivocabile nel senso che non esistono soggettività e casualità; comandano le manifestazioni della natura che agisce secondo un ordine immutabile e assoluto. Funziona così per la classificazione e funziona così anche per l’interazione tra i due poli. Anche nella loro interazione Yin e Yang agiscono infatti secondo lo stesso ordine immutabile e assoluto. Tuttavia la comprensione dell’interazione dei due poli richiede più sensibilità e intuizione perché si tratta di una valutazione sempre dinamica: è una questione di allenamento e anche di piacere nello scoprire le nostre abilità. Consideriamo per cominciare ciò che dobbiamo avere chiaro ogni volta che siano di fronte al gioco della polarità. Le tre cose essenziali che ci serve sapere sono queste:

Primo: Yin attira Yang – Yang attira Yin
Secondo: Yin respinge Yin – Yang respinge Yang
Terzo: Yin produce Yang – Yang produce Yin
          
Per progredire e maneggiare sempre meglio Yin-Yang bisogna esercitarsi osservando le cose, valutando in cosa si manifesta Yin oppure il suo opposto Yang, osservando il loro gioco reciproco; e poi cercare una conferma delle nostre intuizioni e divertirsi con tutto questo. Yin-Yang è un esercizio di sviluppo dell’intuizione, non della razionalità. Facciamo allora qualche piccolo esempio per aiutare soprattutto chi è all’inizio. Andiamo:

In un frutto abbiamo la polpa e il nocciolo-seme.

Quale tra i due è più Yang?  Il seme, al centro, compatto, duro, piccolo, è più Yang. La polpa sta in periferia, all’esterno, morbida, leggera, grande, si decompone facilmente, è più Yin.

Tra una galletta di riso e una crema di riso? Qual è più Yang? La crema contiene molta acqua (Yin), la galletta è secca e compressa (Yang).

Una mela e un melone? Facile, la mela è più Yang, il melone più Yin. Il tutto sempre in termini relativi, non dimenticate mai questa cosa. Cioè la mela non è Yang in assoluto, è più Yang in rapporto al melone. Tanto è vero che il melone, a sua volta, diventa più Yang se messo a confronto con un ananas (tropicale).

Un pugno chiuso che picchia sul tavolo e una mano aperta che accarezza? Durezza Yang, morbidezza Yin.

Un bicchiere di vino e uno di champagne? Entrambi sono molto Yin, ma uno dei due lo è di più, e parecchio. Lo champagne ha le bollicine, processo di fermentazione, vanno in alto, e vanno alla testa, dispersione immediata, è più Yin.

Don Chisciotte e Sancho Panza? Il primo è alto, magro, e idealista (Yin). Il secondo è piccolo, tarchiato e concentrato, con i piedi per terra (Yang).
   
Un chicco di riso e uno di mais? Il chicco di riso è più piccolo, più concentrato, più asciutto, contiene più calore, è più Yang.

Quando si prende una botta, la zona colpita si gonfia, perché? La botta è grande pressione (Yang), crea grande calore (Yang). L’organismo richiama acqua (Yin) per raffreddare (Yin), e la parte si gonfia. Stessa cosa per una scottatura, si forma una bolla di liquido per raffreddare. Intelligenza dell’organismo. Yang attira Yin (oppure Yang produce Yin).

Una malattia dell’apparato motorio, tipo sclerosi, vien da un disequilibrio per eccesso di Yin o per eccesso di Yang?  Si tratta di una difficolta di movimento, di inerzia, di freddo interno, Yin. La causa è eccesso di Yin, oppure deficit grave di Yang.
       
Perché quando fa freddo battiamo le mani, i piedi e a volte pure i denti? Il freddo è Yin, battere, vibrare, è Yang. Ogni movimento/pressione crea calore, che è l’antagonista del freddo. Yin attira Yang.

Si tratta solo di qualche breve e piccolo esempio, ma sufficiente per rendere l’idea del gioco degli opposti. Tutto funziona così. Insomma avete capito un po’ come funziona; l’orizzonte è infinito, per ora ci possiamo solo fermare qui. Ma dovete sapere che la comprensione di Yin-Yang vi apre le porte alla comprensione del mondo intero, questo è garantito. Ed è di grande soddisfazione imparare a leggere le cose, le manifestazioni, con questa ottica che può spiegare ogni cosa. Torniamo alla nostra condizione, alla nostra salute e a come si può utilizzare, ora che ne sappiamo di più, il Principio Yin-Yang.

Lo applichiamo sul piano alimentare. Sappiamo di essere, come ogni cosa, un equilibrio dinamico di Yin-Yang; dunque se qualche cosa non va, secondo la macrobiotica causa profonda del disturbo o della malattia (incluse quelle ritenute incurabili) risiede in uno squilibrio più o meno acuto di Yin e Yang. Ristabilire la salute vuol dire ristabilire l’equilibrio Yin-Yang del terreno, e quindi del nostro sangue. Dunque il sangue deve essere riequilibrato, o ricostruito. Ma se il sangue è la trasformazione del nostro cibo, allora è sul materiale da costruzione-cibo che dobbiamo intervenire. Per fare ciò occorre però conoscere bene quel materiale da costruzione; bisogna cioè conoscere gli alimenti e saperli classificare secondo Yin-Yang. E un po’ di altre cose, si intende.

Argomento per il prossimo post. Il numero 23, settimana prossima.
Nel frattempo, buona preparazione per il natale che si avvicina.


domenica 4 dicembre 2016

APPUNTAMENTO N.21
LA COSMOLOGIA DELL’ESTREMO ORIENTE – COME SI CLASSIFICANO YIN E YANG
di Bruno Sangiovanni

Eccoci alla puntata numero 5 della “nostra saga” sulla Cosmologia dell’Estremo Oriente.
Come già anticipato, oggi ci occupiamo della classificazione di Yin e Yang. Dopo aver parlato del Principio Unico e delle caratteristiche che qualificano queste due forze opposte-complementari, vediamo ora come si classificano rispetto ai parametri più significativi che riscontriamo nel nostro mondo della materia. Teniamo sempre presente il concetto di relatività, e cioè che Yin o Yang non sono mai assoluti, sono più o meno presenti tra elementi omogenei; la comparazione infatti deve essere sempre fatta tra elementi omogenei. Andiamo.

La Dimensione. Tutto ciò che è piccolo, è più Yang di ciò che è grosso o grande (più Yin). Tra due mele, la più piccola è più Yang.
Tra due uomini della stessa età, il più piccolo è quello più Yang, mentre il più alto sarà più Yin. Ciò che è sotto osservazione deve essere dello stesso genere e natura; il confronto tra due cose di natura diversa non avrebbe senso; come non avrebbe senso dire che una mela è più Yang di un elefante.

La temperatura. Densità,contrazione, forme piccole, sono più in relazione col calore (Yang). Dilatazione, dispersione, morbidezza, forme grandi, sono più in relazione con il freddo (Yin). Una carota (ancor più se saltata in padella), ci fornirà più calore di una insalatina fresca cruda. Un cereale integrale ancora di più.

Il Colore. Nell’analisi spettroscopica i colori si distinguono attraverso le diverse lunghezze d’onda alle quali si associano diverse temperature. Il rosso è il colore più caldo (colore del fuoco), è il più Yang. Il viola è il colore più freddo, il più Yin. C’è una continuità Yin-Yang dal viola al rosso. Yin < Viola, Blu, Verde, Giallo, Marrone, Arancio, rosso > Yang. Il bianco e il nero non sono propriamente dei colori, tuttavia possiamo associare il bianco alla luce chiara (Yang) e il nero all’oscurità (Yin).

Tropismo (direzione di crescita). Tutto ciò che si dirige verso il basso è più Yang di ciò che si dirige verso l’alto, che è più Yin.
L’esempio più comune per noi è nell’ambito degli ortaggi. Le radici, come una carota, si dirigono sotto terra (Yang). Le verdure a foglia verde si dirigono verso l’alto (Yin). Tra queste due tipologie c’è quella degli ortaggi che si sviluppano rimanendo sulla superficie della terra (cipolle, zucche, cavoli, ecc.) che hanno un buon equilibrio Yin-Yang.

Peso e densità. Tutto ciò che è più pesante, è denso e duro e ha tendenza a scendere, quindi è più Yang. Tutto ciò che è più leggero, è più soffice e morbido e ha tendenza a salire; è quindi più Yin. Se mettete in una pentola di acqua diverse verdure, tutte quelle che affondano prima sono più Yang, quelle che rimangono in superficie sono più Yin.

Umidità (contenuto di liquidi). Questo è un fattore molto importante nella classificazione Yin-Yang. Fatte uguali tutte le altre condizioni, tutto ciò che contiene più liquidi è più Yin. Tutto ciò che contiene meno liquidi è più Yang. Il liquido raffredda (Yin), il secco scalda (Yang). Più umidità favorisce più fermentazione e decomposizione (Yin), più secco aiuta la conservazione (Yang). Sempre con la nostra mela, una disidratata è più Yang di una appena colta.

La forma (geometrica). Tutte le forme strette e allungate sono più Yin rispetto a quelle larghe e accorciate, più Yang. Tra un riso tondo e un riso basmati (più stretto e allungato), quale sarà più Yang? Un riso tondo è più Yang, infatti è anche più piccolo, più concentrato, più denso. Una persona bassa e tarchiata ha una costituzione più Yang di una alta e magra.

L’elevazione (alto e basso). In tutte le cose la parte più bassa è sempre quella più Yang. La parte più alta, quella più Yin. La parte bassa è dominata dalla forza centripeta e contiene più elementi Yang; la parte alta è dominata dalla forza centrifuga e contiene più elementi Yin. Le gambe sono più Yang delle braccia; e infatti sono più forti, più dure, più compatte, e anche più in movimento. In un porro, la radice è più Yang della parte alta verde (Yin).

Il regno Biologico. Il vegetale è meno concentrato ed è passivo (Yin). L’animale è più concentrato e più attivo (Yang). I vegetali si distinguono inoltre per la loro molteplicità (Yin) mentre l’animale per la sua unicità (Yang).

Il sapore. Come per il colore, anche il sapore ha un suo spettro, una sua gamma che va da Yin a Yang. Più Yin si disperde, più Yang si costringe. Yin < Piccante, Acido, Zuccherato, Dolce, Salato, Amaro > Yang.

Composizione. Tra i minerali, due sono molto importanti per la funzionalità del nostro organismo. Abbiamo già visto che si tratta del sodio (Na) e del potassio (K). Il primo contrae e riscalda (Yang), il secondo dilata e raffredda (Yin). Nei nostri fluidi la loro proporzione è di circa 7K per 1Na. Anche gli alimenti contengono questi due minerali, in proporzioni diverse. Maggiore la presenza di potassio rispetto al sodio, più Yin. Minore la presenza di potassio rispetto al sodio, più Yang. Le verdure sono più Yin dei cereali integrali. La frutta ancora di più, quella tropicale ancora-ancora di più

Regione di origine. Tutto ciò che cresce in inverno o nelle regioni fredde (Yin),
contiene meno liquidi e risulta più concentrato (Yang). Viceversa, ciò che cresce in estate o nelle regioni calde (Yang) contiene più liquidi e risulta più dilatato (Yin). Per resistere al freddo i vegetali devono essere concentrati, ricchi di sali e contenere pochi liquidi, quindi sono più Yang. Il contrario avviene nei climi caldi dove i prodotti crescono molto espansi con molti liquidi rinfrescanti e quindi sono più Yin. Questo particolare testimonia una delle leggi del Principio Yin-Yang, che dice: “Yin produce Yang e Yang produce Yin”.

Questi sono i fattori che possiamo utilizzare per identificare e qualificare la forza dominante Yin o Yang. Tutti si riferiscono a caratteristiche fisiche, visibili e misurabili, sono quelli che possiamo prendere in considerazione quando abbiamo a che fare con oggetti, alimenti, cose concrete. La maggior parte delle volte bastano pochi fattori, poi con l’allenamento basta un colpo d’occhio e ci è tutto chiaro. Ma Yin-Yang riguarda anche cose immateriali, fenomeni, situazioni, comportamenti. Facciamo solo qualche esempio per avere dei riferimenti.

Il movimento. Tutto ciò che è più dinamico e attivo è più Yang di ciò che è rilassato e passivo (Yin). L’inerzia infatti è l’estremo Yin. Per esempio, una condizione depressiva è quasi sempre associata all’inerzia dell’individuo. Inerzia è Yin, quindi lo squilibrio presente è sicuramente è sicuramente un eccesso di Yin e/o deficit di Yang.

Centro-Periferia. Tutto ciò che sta più al centro, è più concentrato, compatto, più associato al calore (Yang). Tutto ciò che sta in periferia, all’esterno, è più soffice, leggero, fresco (Yin).

Il genere. Il maschile è più pieno, attivo, propulsivo, penetrante (Yang). Il femminile è più passivo, vuoto, ricettivo (Yin).

La distanza. Tutto ciò che è più prossimo, più riunito è più Yang. L’allontanamento, la dispersione, sono fattori Yin.

Il modo di pensare. Due forme anche in questo. Yang è logico, è ordine pratico, si trova bene nei rapporti concreti nelle cose. Yin è più intuitivo, teorico, si ritrova nel dominio delle idee.

 Al termine di questo elenco, ricordiamo alcune regole.
Primo. Non esiste una cosa completamente Yin o una completamente Yang.
Secondo. I due poli sono sempre un aggregato dinamico; la loro proporzione cambia in continuazione, non è mai statica.
Terzo. Noi possiamo intervenire per modificare la composizione e la proporzione presente in un determinato momento di Yin e Yang. Cambiare dipende da noi.

Alla prossima! E per chi vuole, non dimenticate che ci si può esercitare ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo a cercare di interpretare il mondo che ci circonda in termini Yin-Yang, con la bussola Yin-Yang.
Il gioco merita, posso garantire.
                                                                                                                                                                                                                                                              


                                                                  



sabato 26 novembre 2016

APPUNTAMENTO N. 20
LA COSMOLOGIA DELL’ESTREMO ORIENTE – IL PRINCIPIO UNICO YIN-YANG
Di Bruno Sangiovanni
   
Eccoci alla quarta “puntata” del tema che stiamo trattando oramai da qualche settimana: La Cosmologia dell’Estremo Oriente.  In questa appuntamento entriamo ancora più nel vivo e nella pratica. Introduciamo e iniziamo ad approfondire il Principio Unico, pilastro di tutta la filosofia, scienza, medicina dell’Estremo Oriente, e quindi della Macrobiotica. E’ la conseguenza e il prosieguo dei ragionamenti che abbiamo fatto sin qui, nelle prime tre puntate.

Attraverso la Spirale della Creazione e lo schema della Costituzione dell’Ordine dell’Universo abbiamo visto che la linea di demarcazione tra il mondo Infinito e quello della Materia è data dalla biforcazione dell’Unità, che si separa in due forze opposte.

Come recita Lao Tzu nel suo Tao The Ching…”Uno produce Due”. L’Uno, (l’Unità), produce Due (Yin e Yang). Da questo momento sotto l’influsso di queste due forze si entra nel mondo della relatività in cui questa opposizione, ma anche complementarietà, si riscontra a tutti i livelli, in ogni cosa, indistintamente. Yin e Yang è in tutto, tutta la nostra vita è retta da questa polarità. Non è apparente in superficie, ma è in noi: Yin e Yang sono nella nostra memoria biologica e inconsapevolmente noi agiamo sempre entro questi due poli.

Noi siamo fatti di due poli; padre e madre, tanto per cominciare.

Il più alto livello di Giudizio è diventare coscienti di questa polarità e comprenderne i meccanismi; e intuire che la più grande realizzazione e avventura della vita è proprio l’unificazione dei due opposti Yin e Yang. Non a caso il Principio Unico è detto anche Principio Unificante. L’arte della vita è unificare tutti gli opposti e tutti gli antagonismi, perché vederli solo come entità separate, non interconnesse, vuol dire rimanere nel dualismo tipico della nostra mentalità ed educazione cartesiana, dualista. In cui i due componenti di ogni polarità sono sempre considerati come fenomeni separati, sempre e solo in opposizione uno con l’altro. Liberarci dal dualismo significa liberarci dalle tensioni, insoddisfazioni, dal senso di mancanza, dalla paura, dall’aggressività e dall’egoismo. Cercando in vece l’unione lavoriamo verso una condizione di equilibrio e di armonia anzichè verso il suo opposto che è la disarmonia.

Sentiamo Ohsawa: Accettate tutto con grande piacere e gratitudine; accettate la disgrazia come la felicità, la malattia come la salute, la povertà come la prosperità, e se non vi piace o se non riuscite a sopportarla, rivolgetevi alla vostra bussola universale, il Principio Unico. Lì troverete la miglior direzione. Ogni cosa che vi accade è ciò che vi manca. Tutto ciò che è antagonista o insopportabile, è complementare. L’uomo che abbraccia il suo antagonista è l’uomo più felice. Parole e concetti che ci appaiono paradossali perché sono l’opposto della nostra educazione. Bisogna rileggerle ogni tanto, si scoprirà il significato profondo.

Addentriamoci ora nei dettagli Yin e Yang.
Intanto dobbiamo riconoscere che se non c’è un principio a cui fare riferimento, non si può comprendere una manifestazione. Il principio di cui parliamo, impossibile negarlo, è che tutto contiene due aspetti, due tendenze, due forze opposte tra loro. E che queste due tendenze opposte, allo stesso tempo, sono complementari e racchiuse in una Unità. Yin e Yang sono dunque la Polarizzazione dell’Unità.  C’è sempre una doppia attività in ogni ritmo, e in ogni ritmo i contrari sono sempre percepibili. L’uomo e la donna, il giorno e la notte, il caldo e il freddo, la luce e l’oscurità, l’estate e l’inverno, il sole e la luna, l’alto e i basso, suono e silenzio, umido e secco, e via così all’infinito.

Yin e Yang sono le due attività attraverso cui si manifesta la creazione in tutti i suoi fenomeni, in tutti i suoi esseri, in tutte le sue manifestazione. E’ solo osservando questo gioco di opposti sempre presenti che noi possiamo percepire la creazione. Il gioco reciproco tra queste due tendenze (mai a riposo, sempre in movimento) è ciò che fa muovere il mondo della materia, è ciò che chiamiamo energia. Un movimento che anima ogni cosa secondo un ordine preciso in cui queste due attività non rimangono staticamente opposte e separate, al contrario interagiscono sempre, si attraggono, si respingono, si fondono una con l’altra.
All’apparenza sono opposte, nella realtà complementari. Così come tutti gli esseri anche noi abbiamo inscritto dentro di noi questo ordine universale. La respirazione segue due fasi opposte, così il battito del cuore, così il sistema simpatico che contrae e distene, la mano si apre e si chiude, l’attività si svolge in verticale, il riposo in orizzontale, e anche qui…via così senza fine. Anche in noi ci sono sempre due ritmi.

Queste due forze si rivelano a seconda della loro tendenza di fondo: tendenza centrifuga (Yin) o centripeta (Yang), e quindi rispettivamente di espansione o contrazione.

Gli Orientali hanno classificato e ben organizzato i riferimenti che ci aiutano a “vedere” queste due attività. Una volta compreso lo schema possiamo fare di questo strumento un uso estremamente pratico in ogni e qualunque campo della vita arrivando sino a quello quotidiano. Tutti i fenomeni che sperimentiamo infatti, non sono altro che una rappresentazione di Yin e Yang e, se questo è vero come è vero, noi possiamo intervenire sugli stessi fenomeni agendo sulla loro composizione, modificandone i rapporti per portarli in equilibrio. Questo è il nostro vero libero arbitrio! Questa dialettica è semplice da comprendere, soprattutto quando si lascia agire e fluire l’intuizione. Per gli intellettuali, gli scienziati, i medici e i professori, la faccenda è molto più complicata. Il motivo non sta nella complicatezza della filosofia, ma nel suo esatto contrario, cioè nella sua estrema semplicità. Come infatti dice Ohsawa con tutta la forza della sua essenzialità:

La base di questa filosofia è molto semplice: Yin-Yang, cioè l’ambivalenza di ogni cosa, di ogni situazione, di ogni stato d’animo. Detto in altro modo, ogni cosa ha due poli e contiene il suo contrario o il suo opposto: giorno-notte, uomo-donna, guerra-pace, ecc. E’ possibile applicare questo principio a tutti gli istanti della vita quotidiana, nelle nostre relazioni, nel nostro matrimonio, nella vita sociale, politica… perché esso è alla base della nostra esistenza, si trova nella natura delle cose e può servire come norma universale. E come fare per poter applicare questa norma universale? Molto semplice! Basta imparare due parole: Yin e Yang.

LaoTzu, nel Tao The Ching, definisce Yin e Yang rispettivamente come “Ombra” e “Sole”. In generale, il femminile Yin (il lato in ombra) rappresenta l’oscurità, il freddo, la passività, la debolezza, il riposo.
Mentre il maschile Yang (il lato al sole) rappresenta la luce, il calore, l’attività, la forza, il movimento.
Questo modo di considerare le cose può essere applicato a qualsiasi fenomeno, in ogni momento della vita; tutto può essere classificato in uno o nell’altro dei due gruppi. Sembrano antagonisti ma in realtà sono profondamente legati nella loro interazione e movimento perenne; nel nostro mondo relativo infatti, tutto si trasforma nel proprio opposto, prima o poi. Questa è la teoria, ora precisiamo i contenuti, toccando:
prima “La definizione di Yin e Yang” e poi “Come si classificano Yin e Yang”. 
 
Completiamo il post di oggi con “La definizione di Yin e Yang”. Nel prossimo, il N. 21, tratteremo invece “Come si classificano Yin e Yang”. Perché il discorso su questa seconda parte è un po’ più lungo e articolato e diventerebbe probabilmente troppo lungo riportarlo qui sotto.

Definizione di Yin e Yang
      
Yin è la forza centrifuga. Si manifesta attraverso la dilatazione, l’espansione, la dispersione. Corrisponde al freddo, all’umidità, la leggerezza. La sua tendenza è la passività. E’ il principio femminile.

Yang è la forza centripeta. Si manifesta attraverso la concentrazione, la costrizione, la tensione. Corrisponde al calore, la secchezza, la pesantezza. La sua tendenza è l’attività. E’ il principio maschile.
   
Va detto che niente è completamente Yin o completamente Yang. Ogni cosa ne contiene sempre una determinata proporzione di entrambi. E’ la proporzione prevalente che domina, ciò che ne qualifica la sua caratteristica più Yin o più Yang. La valutazione non è mai assoluta, si tratta sempre di una prevalenza Yin o Yang in rapporto a qualcosa dello stesso genere o categoria. Per esempio, un cavolo (tondo, asciutto, compatto) è sicuramente più Yang di una insalatina fresca (umida, leggera, fragile); ma lo stesso cavolo, se comparato con una carota (più piccola, più concentrata e più dura) perde questa sua prevalenza e in questo confronto diventa lui quello relativamente più Yin.

Ok per oggi! Rimanete collegati!
A presto.


venerdì 18 novembre 2016

APPUNTAMENTO N. 19
LA COSMOLOGIA DELL’ESTREMO ORIENTE.
LE 7 LEGGI DELL’ORDINE DELL’UNIVERSO.
Di Bruno Sangiovanni

Per chi avesse “perso” i due ultimi appuntamenti, il N. 17 e N. 18, ricordo che proprio dal N.17 abbiamo iniziato un nuovo argomento: La Cosmologia dell’Estremo Oriente. Base della filosofia, scienza e medicina dell’Estremo Oriente, e quindi della macrobiotica. Se qualcuno desidera partire dall’inizio, occorre rivedere il N. 17 e poi il N. 18. Con questo di oggi proseguiamo e ci addentriamo sempre di più nel contenuto e significato della Cosmologia Orientale.

Se quello che abbiamo descritto nell’ultimo Post è ciò che Ohsawa chiama “Ordine dell’Universo”, la miglior interpretazione della vita sarebbe dunque vivere secondo questo Ordine. Ma, in pratica, cosa significa veramente questa cosa? Rifacciamoci alla spirale della creazione. Tutto il processo della creazione procede secondo una ben precisa e definita direzione, una sorta di “one way process” che va dal grande-espanso, al più piccolo-concentrato. Un meccanismo di concentrazione progressiva da Yin a Yang, che ha come destinazione ultima l’uomo, che è l’essere più concentrato di tutti i vari stadi dell’Evoluzione (l’uomo è l’essere più concentrato e più dinamico perché il suo sangue è quello più concentrato e quindi il più caldo e attivo di tutto il regno animale).

Tutto il cammino della creazione è governato da questo principio, e dunque questo è anche il nostro personale cammino e destino.  In altre parole, per mantenere la nostra qualità umana noi dovremmo essere fedeli a questo processo e non perdere la concentrazione, la solidità, la mobilità: cioè la nostra qualità Yang profonda. Vivere secondo l’ordine della natura è in primo luogo questo.

Tutto ciò che agisce contro questo compito, se lasciamo che prenda il sopravvento, ci allontana dal Grande Ordine e diluisce questa qualità Yang individuale. Di cosa si tratta? Si tratta di un eccesso, di un grande squilibrio Yin (che invece deve essere presente sempre in modo armonico ed equilibrato), al quale noi ci abbandoniamo e che finisce per prendere il sopravvento e compromettere la nostra “missione” così come prevista dalla creazione e dall’ordine delle cose. Purtroppo stiamo parlando della maggior parte delle cose che oggi ci stanno intorno, che sono sempre più presenti, e che stanno alla base della maggior parte dei nostri tanti problemi, difficoltà, malattie.

Abbondanza, ricchezza, eccessi, dispersione, separazioni, perdita del senso di responsabilità, riduzione del movimento, mancanza di attività fisica, ricerca di protezione, rifiuto delle difficoltà. Tutte queste cose sono la manifestazione di una condizione generale, e quindi anche mentale, estremamente Yin. E poi naturalmente la degenerazione della nostra qualità specifica biologica-fisiologica dovuta ad una alimentazione che produce sovraccarichi, dilatazione, eccesso di liquidi, rilassamento, umidità e freddo interno, acidità, infiammazione, indebolimento. Tutti segni che testimoniano la predominanza di fattori estremi Yin nella alimentazione quotidiana, che rendono più fragile e vulnerabile il nucleo interiore.

L’esempio più eclatante, osservabile, di questo grande disequilibrio Yin, è sotto i nostri occhi tutti i giorni. E’ la più grande epidemia attuale dell’occidente: sovrappeso e obesità, che non sono altro che il riflesso della ricchezza, degli eccessi e degli squilibri della nostra alimentazione che si traducono in una condizione dominata da un eccesso di Yin. Che a lungo andare determina una enorme forza di espansione e dilatazione interna, l’esatto opposto di come si dovrebbe esprimere la qualità originale, naturale, dell’essere umano: solido e forte nel suo profondo, flessibile e adattabile all’esterno, in un corpo che manifesta tonicità, compattezza, asciutto e scattante ma anche flessibile e perfettamente adattabile.

La grandiosità dello studio e comprensione dell’Ordine dell’Universo oltre ad illuminarci sulla origine di Yin e Yang, sta nel fatto che ci chiarisce da dove veniamo, dove stiamo andando, e quale è il nostro destino di esseri umani. Alla fine del viaggio infatti, realizziamo che abbiamo sondato noi stessi, scoprendo che ciò che siamo non è altro che la memoria della nostra origine infinita.
Su questa scena ora visibile del nostro mondo, noi siamo venuti a trascorrere un po’ di tempo. A fare che? Buona domanda! A fare una scampagnata, un picnic divertente, ad essere felici, a sperimentare la gioia di vivere! Ma per essere felici in questo gioco, bisogna conoscerne le regole; vale a dire conoscere le leggi che lo governano e che determinano il suo ordine. Altrimenti…ciccia! Sono sette i principi dinamici che governano l’Universo, che sono alla base del suo Ordine. Sono la Logica Universale (dinamica) che corregge la Logica Formale (statica). Essi rappresentano quell’Ordine chiamato migliaia di anni fa dai Grandi Saggi Cinesi, TAO. Termine reinterpretato e proposto a noi da Georges Ohsawa come l’Ordine dell’Universo. Ecco le 7 leggi:

Tutto ciò che ha un inizio ha una fine.
Tutto ciò che ha un fronte ha un retro.
Non esiste nulla di identico.
Più grande il fronte, più grande il retro.
Tutti gli antagonismi sono complementari.
Yin e Yang classificano tutte le polarità.
Yin e Yang sono le due braccia dell’Uno Infinito.
                         
I primi sei principi sono quelli che regolano e governano il mondo finito, della materia.
  
Il settimo rappresenta il punto di congiunzione-passaggio tra l’Universo Infinito e l’Universo Finito. L’origine e formazione della polarità, delble due forze antagoniste-complementari Yin e Yang. Non esiste nulla che non possa essere ricondotto a queste leggi. Possono essere applicate in ogni campo, in ogni dominio, livello, situazione della vita e a qualunque cosa e fenomeno che esiste in questo nostro mondo della relatività. Una volta comprese e assimilate esse confezionano la più potente bussola che mai si possa immaginare di possedere. Il comun denominatore di questo ordine, così come espresso nelle sette leggi, si può riassumere come segue
“Nel nostro mondo finito, della relatività, ogni cosa è ambivalente ed è destinata a cambiare, sempre. Tutto passa da un lato all’altro, da un estremo all’altro, e viceversa. Niente è stabile, niente è costante”. 
    
Se non siamo soddisfatti e non siamo felici la causa non è altro che la nostra ignoranza di questo Ordine Universale che invece, una volta compreso, ci consente di trasformare ogni antagonismo in complementarietà. Dice infatti Ohsawa: senza antagonismi, niente complementarietà; senza conflitti, niente armonia, senza contraddizioni, niente accordo. La persona che non ha completamente compreso e messo in pratica queste sette leggi nella sua vita, non può comprendere nulla. Infatti, chi non comprende questo fatto è sempre alla ricerca di costanti e di stabilità, che in realtà non esistono e che quindi rappresentano una illusione effimera. Cerchiamo di approfondire un po’ il significato di ciascuna di queste sette leggi, riprendendo e consolidando l’insegnamento di Ohsawa, sparso e variegato nei suoi tanti scritti.
   
N.1 -  E’ la legge di “Inversione”. In questo nostro mondo della relatività non c’è nulla che comincia che non abbia una fine. Tutto si incammina sempre verso il suo antipodo, antagonista: abbondanza-povertà; nascita-morte; incontro-separazione; avere-perdere; ecc. Tutti questi movimenti sono vice-versa. Una volta compresa questa legge niente vi potrà più preoccupare. Civilizzazioni, imperi, sono nati, invecchiati e poi spariti. I violenti abbattuti; gli arroganti eliminati. Il mondo relativo è limitato, mortale, effimero.

N.2 – E’ la legge di “Avanti-Dietro”. Il fronte e il retro sono opposti uno all’altro, ma allo stesso tempo sono complementari. Il retro è l’espressione del fronte; il fronte non può esistere senza il retro! Sono complementari e indispensabili uno all’altro. Bellezza e bruttezza, forza e debolezza, gioventù e vecchiaia, l’uomo e la donna, il bene e il male, ecc. Una città moderna ha le vie piene di crimini. La gioia e il dolore sono gemelli. Una nuova arma invita alla ricerca di un’altra più potente.
  
N.3 – E’ la legge di “Non Identità”. Nulla può essere duplicato in questo mondo. Tutte le cose galleggiano, sono volatili, effimere, in trasformazione continua: per questo nulla può essere assolutamente identico. Le due forze che generano il movimento si manifestano per opposizione e complementarietà: freddo-caldo, luce-tenebre, negativo-positivo. Il cambiamento è tutto. Tutto si trasmuta in ogni istante. E’ per questo che fenomeni di simpatia, di opposizione, ma anche di attrazione, si manifestano progressivamente.
      
N.4 – E’ la legge di “Bilanciamento”. Più grande e largo il fronte, più grande e largo è il retro. Quando si guadagna molto da un lato, si spende molto dall’altro. Un grande sviluppo si accompagna sempre a un grande decadimento. La civilizzazione moderna e la guerra con le bombe atomiche. La medicina occidentale e la malattia. L’uomo più brutale è in realtà il più semplice. Voi potete trasformare la difficoltà in facilità se siete muniti del Principio Unico.

N.5 – E’ la legge di “Cambiamento”. Il cambiamento non è altro che la differenziazione o l’integrazione (cioè il movimento) di due fattori antagonisti e complementari: Yin e Yang. Il cambiamento, così come la stabilità, sono il prodotto delle due forze fondamentali, universali e dialettiche Yin e Yang: forza centrifuga e forza centripeta, espansione e concentrazione, freddo e caldo. Femminile e maschile che sono antagonisti e allo stesso tempo assolutamente complementari.
  
N.6 – E’ la legge di “Polarizzazione”. L’infinito, assoluto, eterno, si polarizza in Yin e Yang. “Uno produce Due”: Yin e Yang (antagonisti-complementari) sono il prodotto della realtà Ultima, dell’Unità, dell’Infinito Assoluto-Dialettico. Tutto ciò che si produce in questo mondo è costituito dal movimento dialettico di queste due forze. Yin e Yang sono il principio del cambiamento, opposizione, antagonismo, lotta…e attrazione. E’ per questo che tutto ciò che esiste in questo mondo è inevitabilmente relativo, antagonista, ma allo stesso tempo complementare.
      
N.7 – L’infinito, Assoluto, Eterno. E’ il motore immobile di tutto ciò cha cambia…della trasformazione incessante di Yin in Yang, e di Yang in Yin. Le mani destra e sinistra dell’Uno Infinito. E’ l’eternità stessa che produce, ingrandisce, distrugge, e riproduce di nuovo tutto ciò che è presente nel mondo finito, relativo, degli uomini e delle cose. Solo chi ha assimilato e conosce questa “costanza dell’incostanza”, il principio del cambiamento incessante, può divertirsi nella felicità e nella libertà per tutta la vita. E può stabilire la Pace e la Giustizia in questo mondo. 
  
Voilà le sette leggi dell’Ordine dell’Universo. Riportate qui in questa terza “puntata” dell’argomento che abbiamo iniziato a trattare nel Post N.17: La Cosmologia dell’Estremo Oriente. Tra i tanti, il più grande tesoro lasciatoci dal grande Georges Ohsawa attraverso il suo enorme lavoro di trasmissione all’occidente della piattaforma su cui riposa tutta la cultura, filosofia e scienza dell’Estremo Oriente.
Le puntate proseguono, rimanete ancora sintonizzati.                                                                                                                                                                               


                                                                  



venerdì 11 novembre 2016


APPUNTAMENTO N.18
LA COSMOLOGIA DELL'ESTREMO ORIENTE - LA COSTITUZIONE DELL’ORDINE DELL’UNIVERSO
di Bruno Sangiovanni

Settimana scorsa con il Post N.17 abbiamo mosso un primo passo entrando nella Cosmologia dell’Estremo Oriente. Ho pensato che fosse interessante iniziare dalla leggenda, così come la raccontava Ohsawa. Ora possiamo entrare più nello specifico tentando di rendere l’argomento chiaro quanto basta per assimilarne l’essenza (impresa peraltro assai poco semplice). Lo faccio schematizzando gli argomenti nella convinzione che questa semplificazione, a volta un po’ spinta, raggiunga lo scopo. Mi rifaccio al testo del mio libro, perché non ci sono motivi di andare a cercare parole diverse o nuove.

Per iniziare, vorrei suddividere l’argomento in due parti:

La prima. E’ una schematizzazione della “Spirale della Creazione” che ci fa comprendere l’origine dell’uomo e il suo destino. In una sola mappa è visualizzata la storia della creazione, ciò che George Ohsawa chiama La Costituzione dell’Ordine dell’Universo. E’ da questa mappa che si comprende bene l’origine di Yin-Yang (di cui abbiamo già accennato nel Post N. 17 (ricordate?).

La seconda. E’ l’approfondimento del Principio Unico Yin-Yang, in cosa consiste, come si riconoscono le due tendenze che influenzano tutta la vita, ogni manifestazione, nel nostro mondo della materia. Va detto che per chi desidera arricchire la comprensione filosofica, ma anche pratica della vita in tutti i suoi aspetti, prendere conoscenza e addentrarsi in questo studio è fonte di arricchimento senza pari.

LA COSTITUZIONE DELL’ORDINE DELL’UNIVERSO

Mondo finito e mondo infinito
Può esistere la vita senza spirito? Da dove viene la materia? Tutto si forma in questo nostro mondo visibile-materiale, oppure ne esiste anche uno invisibile-immateriale? La nostra natura è “finita” tout court, oppure ne esiste anche una “infinita” di esseri che sono parte integrante di un universo infinito? Dice OhsawaDa tempo immemorabile i saggi dell’Oriente con la loro vasta percezione dell’Ordine dell’Universo, sapevano che il nostro mondo finito, della relatività, era concepito dal mondo infinito, eterno ed assoluto, che lo nutre in continuazione. Essi inoltre avevano compreso che questo “concepimento” era la spiegazione stessa della fonte della vita. L’uomo moderno con la sua educazione tecnico-scientifica sembra non comprendere e concepire l’esistenza di un mondo al di là della materia, il mondo della “Realtà-Ultima”...

La spiegazione dell’Ordine dell’Universo offre risposta a tutte le possibili domande proprio perché spiega la relazione che esiste tra il mondo assoluto e quello relativo, della relatività. E’ certo che oggi la civiltà che ha preso il sopravvento è quella materialista-esclusivista, ma è anche vero che questa stessa civiltà dopo aver raggiunto il suo punto culmine si trova oggi in una sorta di vicolo cieco. La scienza è alla ricerca dell’origine della materia attraverso l’esplorazione di particelle sempre più infinitesimali, fino al punto (e questo potrebbe essere l’inizio di una nuova presa di coscienza) di ritenere che all’origine ci sia solo il vuoto, il nulla, o – come lo definivano i Saggi dell’Oriente – il soffio originale, il mondo che non ha inizio e non ha fine. Un universo chiamato da loro TAI-KYOKU (il Se cosmico, il grande Se), immensamente vasto, libero, infinito, senza confini ed eterno; la Realtà Ultima.
E’ possibile che l’incontro oriente-occidente sia oggi più vicino? Può darsi, forse è possibile, per quanto sia ragionevole ancora dubitarne. Si tratterà di vedere se la scienza moderna dell’occidente, arriverà a concepire l’identità di questo universo infinito e poi riconoscere la cosa più importante, e cioè che non esiste separazione tra questi due mondi, quello dello spirito e quello della materia come ben sapevano i saggi dell’oriente e come ci dice la Filosofia dell’Estremo Oriente. La quale ritiene che è lo Spirito, l’Entità Immateriale (la si può chiamare Dio), ciò che dà origine alla materia; e che questa, compiuta la sua evoluzione, ritorna alla fine ad essere nuovamente Spirito. Tutto ciò in un processo che avviene, sempre, senza soluzione di continuità. Una creazione che non è avvenuta miliardi di anni fa, ma che è eterna e si riproduce ad ogni istante. Come ora, in questo istante, dove tutto sta accadendo e iniziando.

La visione e comprensione dell’Ordine dell’Universo lasciata da Ohsawa ci aiuta a trovare una soluzione a domande come queste. Da dove viene l’Uomo? Da dove viene il suo corpo? Dove si trovava prima della nascita? Dice Ohsawa in uno dei suoi racconti…Proviamo a scoprire la nostra capacità di Giudizio! Ho posto queste domande (quelle sopra) alla audience nelle mie conferenze all’Accademia Buddhista questo inverno. Uno studente ha risposto “noi veniamo dal cibo che consumiamo tutti i giorni”. Che magnifica risposta è questa! Gli ho dato i voto più alto perché la sua capacità di giudizio si è chiarita così tanto.

Dunque l’Uomo viene dal suo cibo. E qual è il cibo dell’uomo, della specie animale? E’ il mondo dei vegetali! Tutti gli animali dipendono dai vegetali, anche i carnivori in realtà, come sappiamo dato che si cibano solo di animali vegetariani. Solo il vegetale, infatti, può assimilare le sostanze inorganiche e trasformarle in materia organica (carboidrati, proteine, grassi). A loro volta gli animali, specie a cui l’uomo appartiene, trasformano queste sostanze in materia che costruisce la loro fisiologia e la loro energia. Tutte le più grandi religioni orientali conoscevano e insegnavano a mangiare cereali e verdure perché questo è l’ordine della natura. E quale è allora l’origine del mondo vegetale? E’ la madre terra! Terra e polvere incorporano tutti gli elementi chimici e anche l’aria e l’acqua, e poi la luce e il calore. La Bibbia non dice forse che l’uomo è fatto di polvere…e che polvere tornerà ad essere?! E qual è l’origine della terra, degli elementi? E’ il mondo preatomico delle particelle elementari, degli elettroni, protoni, neutroni, neutrini, ecc. E questi ultimi…da dove provengono? E’ certo, prosegue Ohsawa, che sono la prima forma di cristallizzazione del magnetismo, dell’energia.

E fino a questo punto direi che ci siamo, giusto? Ma qui arriviamo al nucleo fondamentale del pensiero orientale. E’ proprio a partire da qui che la Filosofia dell’estremo Oriente struttura il suo sapere e tutta la sua saggezza. Qual è l’origine del magnetismo, dell’energia? Molto semplice ci dice ancora Ohsawa. L’energia è prodotta da una polarità dinamica; il movimento creato da due poli antagonisti e complementari che interagiscono incessantemente tra loro. Yin e Yang producono l’energia. E infine allora…da dove provengono i due poli Yin-Yang? Due non può che provenire da Uno, l’Infinito, l’Eterna e Assoluta Unità, l’Universo Infinito, la Realtà Ultima, Dio o il Settimo Cielo. Se noi partiamo dall’Unità e scendiamo verso il basso fino all’uomo, questa è la storia della genesi. Voi sarete in grado di giustificare la genesi e trovare una nuova interpretazione della teoria dell’evoluzione.

Come si costituisce l’Ordine dell’Universo

La costituzione dell’Ordine dell’Universo procede dunque attraverso i passi che abbiamo appena visto e che possiamo riassumere in uno schema semplificato nei sette punti che seguono, che ne rappresentano la sintesi. 1) L’Infinito, l’Unità, si manifesta attraverso la separazione. 2) Si generano i due Poli Yin-Yang, origine del magnetismo. 3) E’ la polarità Yin-Yang che regola il mondo della materia. 4) L’interazione dei due poli da origine all’energia. 5) Dall’energia nasce il mondo preatomico delle particelle. 6) Poi quello della materia, prima inorganica, poi organica. 7) la materia organica si trasforma in vegetale, poi animale e uomo

L’Ordine dell’Universo si muove dunque su un binario di progressiva concentrazione che partendo dal mondo infinito attraversa tutte le varie fasi della materializzazione sino ad arrivare al punto di arrivo, ultimo, di tutto il processo: l’uomo. L’uomo è il punto terminale di tutto il grande cammino della creazione, ed è dunque lui l’essere più concentrato presente sulla terra. E’ il livello di concentrazione del suo sangue che determina questa sua qualità. Ed è proprio grazie a questa sua qualità (Yinag) che l’uomo raggiunge e arriva al pensiero e alla coscienza (Yin). A partire dalla acquisizione della coscienza, l’uomo può ora compiere il suo viaggio di ritorno verso la sua origine infinita, spirituale: stessa origine e fonte di tutta la creazione intera.

E’ una visione che apre le porte su un nuovo orizzonte infinito; una visione illuminante e anche commovente nella sua semplicità e chiarezza. La creazione, tutta, consiste dunque in un processo di progressiva concentrazione, da Yin (grande-espanso) a Yang (piccolo-concentrato). Tutto nella creazione funziona in questo modo, questa è la direzione. Ecco perché l’essere umano è il più concentrato, il più dinamico, il più in movimento. Il pensiero e la coscienza che sono immateriali (Yin) possono prendere forma solo a partire la più alto livello di concentrazione (Yang).  Infatti, quando uno dei poli arriva al culmine della sua parabola, sempre, dà origine alla formazione del suo opposto. E’ per questo che la notte si trasforma in giorno, l’estate in inverno, il freddo in caldo, il buio nelle luce e la luce nel buio, la fatica in riposo, la salute in malattia e poi ancora in salute, la felicità in tristezza e poi ancora la tristezza in infelicità, la ricchezza in povertà e la povertà in ricchezza, e via così…sino alla vita e alla morte. In questo mondo della relatività tutto cambia, sempre; tutto è in perenne movimento. La vita stessa è movimento e cambiamento. Anche Buddha lo diceva…in questo mondo una sola cosa è costante: il cambiamento!

Sulla base di questo pensiero, di questa costruzione dell’Ordine dell’Universo, Ohsawa sviluppa la sua mappa di sintesi. Una schematizzazione che visualizza il percorso della creazione e che ci fa intuire la nostra appartenenza a questo movimento continuo ed eterno. L’entità immateriale che si materializza e che al termine del suo viaggio nella materia ritorna alla sua origine infinita, spirituale. E che fornisce tutte le risposte che da sempre cerchiamo: origine e destino dell’uomo.

La prima delle due mappe elaborate è una versione semplificata della matrice dell’Ordine dell’Universo. Mostra la spirale della creazione con il suo movimento concentrico che attraversa le fasi dell’evoluzione ed è rappresentata in forma piana. E’ una spirale perché tutto ciò che si trova nell’universo finito è creato secondo l’andamento di una spirale (logaritmica) che procede sino al suo punto culmine centrale. Dalla più sconfinata delle galassie sino al più piccolo guscio di un paguro, tutto si muove secondo una spirale. E’ l’interazione dinamica, la collisione dei due poli Yin-Yang che attiva il movimento a spirale che si ritrova in tutte le manifestazioni. Il centro (Yang) di ogni tourbillon ha sempre le stesse caratteristiche: forza centripeta, densità, molta solidità, calore. Mentre la periferia (Yin) ha sempre caratteristiche opposte: forza centrifuga, leggerezza, poca solidità, freddo.

Le mappe sviluppate da Ohsawa sono due, la prima, come dicevo sopra, è quella semplificata che riporta la spirale in forma piana e che riporto qui sotto. La seconda è più articolata e complessa e non è possibile riprodurla qui per questioni di spazio e grafiche. Chi è interessato la trova comunque nel mio libro.


Il racconto dell'Ordine dell'Universo continua nei prossimi post, rimanete sintonizzati.




sabato 5 novembre 2016

APPUNTAMENTO N.17 L’ORDINE DELL’UNIVERSO – L’ORIGINE DELLA FILOSOFIA DELL’ESTREMO ORIENTE
di Bruno Sangiovanni

Introduzione

Per chi segue con qualche regolarità l’avvicendarsi dei vari appuntamenti, ricorderà (potrebbe ricordare) che con l’ultimo di settimana scorsa, il N.16, avevo introdotto “il grande e fondamentale capitolo dello studio e comprensione della macrobiotica, il suo più grande tesoro”. Quello che Ohsawa ha chiamato L’ordine dell’Universo, da cui discende il Principio Unico Yin-Yang, cuore e piattaforma di tutta la Filosofia e Medicina Tradizionale dell’Estremo Oriente. Partendo da questo Post N.17 proviamo allora ad addentrarci nel tema, che è vasto e complesso, ma che Ohsawa ci ha proposto in termini semplici, chiari, e soprattutto accessibili alla nostra mentalità occidentale diametralmente opposta a quella Tradizionale dell’Estremo Oriente. Mi rifaccio dunque a lui e provo a suddividere l’argomento in diversi capitoli, che riporterò nei prossimi appuntamenti partendo da questo di oggi.

Per iniziare, cominciamo a introdurre e definire il concetto di Cosmologia dell’estremo Oriente. La Cosmologia è lo studio dell’origine e del funzionamento del Cosmo. Quello che però più conta è comprendere la sua finalità perché sarebbe interessante e rassicurante conoscerla. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Questo è lo scopo della Cosmologia Orientale. Tuttavia la Cosmologia antica è qualche cosa che bisogna lasciare agli orientali perché per la nostra mentalità (come dicevo) è praticamente impossibile penetrare e comprendere una materia basata su spiegazioni e interpretazioni metafisiche, opposte al nostro modi di pensare. Merito di Ohsawa è stato proprio spiegare all’occidente le basi di questa Cosmologia, offrendola in termini semplici e comprensibili a noi. Ma Ohsawa ha anche offerto però un modo pratico e disponibile a tutti per arrivare a questa comprensione e ci ha spiegato con elementi concreti la sua applicazione pratica, che è la macrobiotica.
Ha spiegato il ruolo dell'alimentazione rispetto alla salute, alla formazione delle malattie e la loro cura e soluzione. Contemporaneamente ci ha anche spiegato la vita, la natura, l’immenso infinito e la relazione tra tutte queste cose. Ecco perchè lo studio (e la pratica) della macrobiotica può diventare affascinante e molto di più del semplice apprendimento e applicazione di un regime alimentare.

Il Principio Unico (nel senso di Universale, che riguarda tutto) è il pilastro fondante di tutta la Filosofia e Medicina Tradizionale Orientale.
La comprensione di questo Principio spalanca le porte su un orizzonte nuovo, infinito, sconosciuto e ignorato dal mondo occidentale e oggi perso anche da quello orientale moderno.
La missione di tutta la vita di Ohsawa è stata quella di riportare alla luce questo immenso tesoro di conoscenza e saggezza vecchio di 5.000 anni e renderlo disponibile a tutti. Tuttavia, gli orientali al contrario di quanto a noi può apparire sono estremamente pragmatici. Tant’è che per loro qualsiasi filosofia o teoria che non trova una applicazione pratica e concreta nella vita non vale assolutamente nulla; ecco perché la macrobiotica esprime il suo valore nell’applicazione pratica quotidiana.
          
L’origine della filosofia dell’Estremo Oriente  (cominciamo da qui)
Nasce da una leggenda, che Ohsawa racconta dicendo che bisogna risalire a molte migliaia di anni fa. Per raccontarla, cosa di meglio di usare le sue parole? Ecco la storia come la racconta Ohsawa, qui un po’ adattata e semplificata dal sottoscritto.

“Uno dei popoli primitivi, nomadi, che ha percorso l’intero continente asiatico, si stabilì in un’era sconosciuta sulla piattaforma continentale della Cina centrale. L’altopiano è vasto, spoglio e popolato solo in minima parte, un oceano di colline che si fondono con il cielo fino all’orizzonte, si vede qualche piccolo villaggio qui e là, il sole tramonta molto lontano nell’altopiano. Un uomo appare tra le capanne del villaggio più importante. Il suo nome è FOU-HI, egli è il capo e la guida di questa gente. La sua figura è massiccia, solida e gigantesca, statuaria. I capelli scendono sino alle spalle, la barba è scura, il naso diritto, gli occhi grandi, brillanti e penetranti.

Lui cammina a grandi passi, lunghi ed elastici, forte e vigoroso come un giovane uomo e raggiunge un terrazzamento da cui si può osservare l’intero altopiano fino ai territori più lontani. Il vento ha cessato di soffiare forte sopra le cime da cui una grande luna piena e rossa sorge. FOU-HI, Il filosofo-capo tribù, contempla il cielo nel quale le stelle stanno comparendo; questa è stata la sua abitudine quotidiana per molti anni. La notte avanza. Lui ha già superato gli ottant’anni, in gioventù è stato il guerriero più forte e attivo e anche un lavoratore che non conosceva la fatica. Ha attraversato e lottato contro tante avversità – guerre con nemici stranieri, lotte intestine, carestie, gelo, ecc. – ed è sempre riuscito a superarle tutte guidando il suo popolo. La sua memoria e intelligenza sottili gli hanno consentito di fare nascere e organizzare l’agricoltura e tutte le lavorazioni di una industria primitiva; lui conosceva tutto ciò che era necessario per la vita. Più avanti quando diventò ufficialmente il capo, tutti apprezzavano le sue leggi e disposizioni. Pace e prosperità fiorivano; era l’età dell’oro. E lui è stato capace di trovare sempre il tempo per la contemplazione e la riflessione di tutti i fenomeni sulla terra e nell’universo. Ha creato e sviluppato l’astronomia, ha sintetizzato tutto il sapere accumulato dagli avi di generazione in generazione, ha avuto anche un gruppo di studiosi che si occupavano degli aspetti filosofici e scientifici sotto la sua direzione.

Per prima cosa cercò la causa di tutti i fenomeni, il cui studio e riflessione portò poi a trovare la causa ultima di tutte le cose e di tutti i fenomeni. Approfondirono questa ricerca e lo studio a tutti i livelli per anni e anni. Analizzarono ogni cosa criticamente, esaminando ogni dettaglio delle loro conclusioni. Il loro metodo era inevitabilmente crudo e rozzo dati i tempi, ma verificarono i risultati del lavoro nel modo più accurato e, alla fine, arrivarono a dedurre la causa unica e fondamentale raggrupparono tutte le evidenze trovate e proseguendo sino alla fine. Attraverso l’intuizione e la meditazione loro trovarono la causa originale e essenziale e riuscirono nel compito di trovarne la sintesi universale.
                                                       
Il ricorrere dell’alternanza tra luce e buio fu la manifestazione considerata per prima. La prima era un bene per gli uomini, la seconda una sorta di nemico. Questo alternarsi regolare, questo andare e venire costante (origine di tutte le vibrazioni) che ci spinge a lavorare oppure a riposare, che fa spuntare le foglie in primavera e le fa cadere in inverno, fu sicuramente il primo e più importante fenomeno osservato. Lo stesso andare e venire, la stessa opposizione di segno diverso, fu riscontrato in ogni manifestazione della natura. Quando il giorno finisce la notte non tarda ad arrivare. Dunque: il giorno è l’inizio della notte. Dunque ancora, nulla si termina e nulla finisce veramente; ogni cose evolve ed è dipendente e connessa al suo opposto. La nascita è già il seme della morte.

L’esteriorità fisica della nostra esistenza e l’interiorità spirituale non sono nient’altro che un ulteriore esempio di questa oscillazione universale degli opposti. Si scala una montagna e là si scopre cosa distingue la cima dalla pianura; oceano e terra, animale e vegetale, organico e inorganico, caldo e freddo, fuoco e acqua, ecc., ecc., all’infinito. Il filosofo-capo tribù classificò tutti questi innumerevoli opposti; due per due, ciascuna copia in una categoria identificata. Nel primo raggruppamento si identificarono queste proprietà: Luce, Solidità, Resistenza, Compressione, Calore, Pesantezza. Nel secondo raggruppamento, queste altre: Oscurità, Flessibilità, Fragilità, Espansione, Freddo, Leggerezza. Sempre guidato dall’intuizione il filosofo presto arrivò ad interpretare queste proprietà a seconda delle loro attività, che sono molto meno numerose. Per il primo gruppo: Forza di Costrizione, Forza Discendente, Forza Centripeta. Per il secondo gruppo invece le forze direttamente opposte: Forza di Dilatazione, Forza Ascendente, Forza Centrifuga.
FOU-HI, il filosofo-capo tribù, definì la prima di queste due categorie YANG e la seconda YIN.

Fu probabilmente durante una sera in quei giorni che fu visto lasciare le capanne e raggiungere il terrazzamento, FOU-HI stava continuando la sua contemplazione profonda. Verso mezzanotte alcuni dei suoi assistenti lo raggiungono portando grossi pezzi e tronchi dii legno per accendere un fuoco per il loro maestro. Il fuoco fu acceso e la sua luce illuminò il maestro e gli allievi. Per prima cosa egli fece una preghiera propiziatoria al fuoco, dopo di che tutti si sedettero in cerchio attorno alla fiamma. Non parlavano ma continuarono la contemplazione mentre le fiamme illuminavano i loro visi. La notte avanzava. La luna piena illuminava la scena. Il filosofo-maestro osservava intensamente il fuoco come se stesse leggendo qualche cosa scritto su di esso. Improvvisamente mosse il capo e disse “Yin attira Yang, Yang attrae Yin”.  Questa era la legge che tanto aveva cercato. Allora spiegò lentamente e a lungo con tono profondo:

“ Il fuoco è evidentemente Yang, e possiede e deve possedere le seguenti caratteristiche: costrizione, gravità, e forza centripeta. In effetti le possiede tutte. Ma l’aria, l’atmosfera, essendo Yin come l’intuizione suggerisce, a causa della sua freddezza, della sua dilatazione e del suo movimento eccentrico, è completamente in opposizione al fuoco Yang. Queste due forze opposte non possono far altro che attrarsi. Il fuoco essendo meno potente e più piccolo dell’aria che è infinitamente più vasta, è attratto dalla forza superiore, che sta più in alto. Questo è il motivo per cui il fuoco si sviluppa verso l’alto. Una attività attrae sempre una attività di segno opposto, come il giorno e la notte si susseguono sempre uno con l’altra, così come una donna attrae un uomo e viceversa. Il fuoco viaggia verso l’alto nell’aria e prosegue sin che il calore si trasforma infine in freddo. Yang produce Yin; Yin produce Yang.”

Rivolgendo la sua intuizione e la profonda riflessione alla vibrazione universale, l’oscillazione perpetua delle due attività, FOU-HI necessariamente comprese che ogni cosa è in movimento, eterno, senza sosta, e che questo movimento varia con un ritmo preciso con regolarità. Nulla è a riposo nel nostro universo. Ogni manifestazione prende il via ed è mossa da due opposte attività che si attraggono l’un l’altra come qualsiasi fenomeno in questo mondo dimostra. La prima attività è la causa ultima della seconda. Il filosofo approfondì molto la sua meditazione, ma fermò la spiegazione a questo livello. Definì quello che sentiva al cuore del suo lavoro metafisico con la parola TAIKYOKU, che non posso tradurre letteralmente, ma filosoficamente con una espressione “essential nature” oppure “ether universe before polarization”. Questo definisce ciò che costituisce l’intero universo (non solo il nostro mondo della materia) e conseguentemente tutti gli esseri e fenomeni che contiene. Per quello che riguarda noi (umani), TAIKYOKU può essere compreso solo attraverso le due manifestazioni, secondo le attività Yin e Yang e le sue multiple composizioni. In altre parole “Essential Nature” si manifesta attraverso le attività Yin-Yang. Si può comprendere l’“Ether Universe Before Polarization” solo attraverso l’intuizione: nessuna parola può esprimere adeguatamente il suo significato. Il maestro giudicò futile per gli uomini cercare di penetrare ulteriormente questo studio dato che il principio delle due attività è sufficiente per spiegare il mondo a tutti i suoi livelli. Tuttavia proseguì dicendo che TAIKYOKU è l’unità, la realtà ultima. E che UNO produce DUE.

Ohsawa a questo punto precisa. Qui il DUE simboleggia le due attività Yin-Yang, che è la polarizzazione dell’”Ether Universe”. I DUE generano tutte le manifestazioni, tutti gli esseri viventi e tutte le cose non viventi.

Se noi traduciamo in TRE tutti i possibili esseri, ecco che abbiamo: UNO produce DUE; DUE produce TRE; TRE si manifesta in tutti i possibili esseri. Questa era l’affermazione più cara a Lao Tsu. Da questa affermazione prende il via la teoria della polarizzazione del monismo e la teoria dell’evoluzione dell’universo e di tutta la creazione. Il principio Yin-Yang non è un banale dualismo perché non esiste alcun fenomeno che sia completamente Yin o completamente Yang; tutti sono manifestazioni delle infinite possibili combinazioni delle due attività. Il principio della vita, in effetti, è unico e assolutamente individuale. E’ l’oscillazione delle attività Yin-Yang in infinite diverse proporzioni.

La nostra concezione dell’Universo deve riposare su un grande Principio. E questo Principio deve essere valido non solo per il nostro mondo finito, della materia, ma deve essere applicabile anche al regno infinito, altrimenti non potrebbe essere un Principio che consente l’unificazione di tutti i domini e allo stesso tempo  l’identità della materia e dello spirito.La nostra concezione dell’Universo deve poter spiegare con chiarezza la relazione tra la salute e la felicità, tra il corpo e l’ambiente, tra il corpo e lo spirito, ecc. Ugualmente deve essere un Principio che consente l’elevazione dell’uomo nella vita quotidiana a un livello più alto. Una ideale esistenza che comprenda la salute, la felicità, la pace, la libertà. Dico ancora: la nostra concezione dell’Universo ci deve orientare verso uno stato di salute e felicità e questa è una visione che deve essere molto di più che concettuale. I concetti non sono vita reale. Sono solo fotografie.  Tuttavia, bisogna chiarire bene, L’Ordine dell’Universo deve essere alla portata di tutti e facilmente compreso da chiunque. E infine, deve essere applicabile alla nostra vita quotidiana, pratica, in ogni momento. Altrimenti indipendentemente da quanto sia brillante la teoria, sarebbe completamente inutile e di nessun valore specialmente quando si arriva alla cura delle malattie. Alcuni potrebbe dire che questa è una concezione infantile dell’Universo. Ma se per “infantile” ci si riferisce alla semplicità di un bambino, allora è vero che il Principio Unificante risponde a questa descrizione dato che la sua struttura è la combinazione di soli due elementi; Yin e Yang. E’ semplice come una bussola, ma molto pratico e utile. Più di un centinaio di migliaia di persone che sono state aiutate semplicemente seguendo la dieta macrobiotica possono testimoniare il valore del Principio Unificante a livello fisico e psicologico. Nonostante ciò c’è ancora un enorme numero di anime che sono completamente allo scuro dei benefici di uno stile di vita macrobiotico. Mi chiedo come fare per poterli convincere.