APPUNTAMENTO N.
20
LA COSMOLOGIA DELL’ESTREMO ORIENTE – IL PRINCIPIO UNICO YIN-YANG
Di
Bruno Sangiovanni
Eccoci alla quarta “puntata” del tema che stiamo trattando
oramai da qualche settimana: La Cosmologia dell’Estremo Oriente. In questa appuntamento entriamo ancora più nel
vivo e nella pratica. Introduciamo e iniziamo ad approfondire il Principio
Unico, pilastro di tutta la filosofia, scienza, medicina dell’Estremo Oriente,
e quindi della Macrobiotica. E’ la conseguenza e il prosieguo dei ragionamenti
che abbiamo fatto sin qui, nelle prime tre puntate.
Attraverso la Spirale della Creazione e lo schema della
Costituzione dell’Ordine dell’Universo abbiamo visto che la linea di
demarcazione tra il mondo Infinito e quello della Materia è data dalla
biforcazione dell’Unità, che si separa in due forze opposte.
Noi siamo fatti di due poli; padre e madre, tanto per
cominciare.
Sentiamo Ohsawa: Accettate
tutto con grande piacere e gratitudine; accettate la disgrazia come la
felicità, la malattia come la salute, la povertà come la prosperità, e se non
vi piace o se non riuscite a sopportarla, rivolgetevi alla vostra bussola
universale, il Principio Unico. Lì troverete la miglior direzione. Ogni cosa che
vi accade è ciò che vi manca. Tutto ciò che è antagonista o insopportabile, è
complementare. L’uomo che abbraccia il suo antagonista è l’uomo più felice.
Parole e concetti che ci appaiono paradossali perché sono l’opposto della
nostra educazione. Bisogna rileggerle ogni tanto, si scoprirà il significato
profondo.
Addentriamoci ora nei dettagli Yin e Yang.
Intanto
dobbiamo riconoscere che se non c’è un principio a cui fare riferimento, non si
può comprendere una manifestazione. Il principio di cui parliamo, impossibile
negarlo, è che tutto contiene due aspetti, due tendenze, due forze opposte tra
loro. E che queste due tendenze opposte, allo stesso tempo, sono complementari
e racchiuse in una Unità. Yin e Yang sono dunque la Polarizzazione
dell’Unità. C’è sempre una doppia
attività in ogni ritmo, e in ogni ritmo i contrari sono sempre percepibili.
L’uomo e la donna, il giorno e la notte, il caldo e il freddo, la luce e
l’oscurità, l’estate e l’inverno, il sole e la luna, l’alto e i basso, suono e
silenzio, umido e secco, e via così all’infinito.
Yin e Yang sono le due attività attraverso cui si manifesta
la creazione in tutti i suoi fenomeni, in tutti i suoi esseri, in tutte le sue
manifestazione. E’ solo osservando questo gioco di opposti sempre presenti che
noi possiamo percepire la creazione. Il gioco reciproco tra queste due tendenze
(mai a riposo, sempre in movimento) è ciò che fa muovere il mondo della
materia, è ciò che chiamiamo energia. Un movimento che anima ogni cosa secondo
un ordine preciso in cui queste due attività non rimangono staticamente opposte
e separate, al contrario interagiscono sempre, si attraggono, si respingono, si
fondono una con l’altra.
All’apparenza sono opposte, nella realtà
complementari. Così come tutti gli esseri anche noi abbiamo inscritto dentro di
noi questo ordine universale. La respirazione segue due fasi opposte, così il
battito del cuore, così il sistema simpatico che contrae e distene, la mano si
apre e si chiude, l’attività si svolge in verticale, il riposo in orizzontale,
e anche qui…via così senza fine. Anche in noi ci sono sempre due ritmi.
Queste due forze si rivelano a seconda della loro tendenza
di fondo: tendenza centrifuga (Yin) o centripeta (Yang), e quindi
rispettivamente di espansione o contrazione.
La base di questa filosofia è
molto semplice: Yin-Yang, cioè l’ambivalenza di ogni cosa, di ogni situazione,
di ogni stato d’animo. Detto in altro modo, ogni cosa ha due poli e contiene il
suo contrario o il suo opposto: giorno-notte, uomo-donna, guerra-pace, ecc. E’
possibile applicare questo principio a tutti gli istanti della vita quotidiana,
nelle nostre relazioni, nel nostro matrimonio, nella vita sociale, politica…
perché esso è alla base della nostra esistenza, si trova nella natura delle
cose e può servire come norma universale. E come fare per poter applicare
questa norma universale? Molto semplice! Basta imparare due parole: Yin e Yang.
LaoTzu, nel Tao The Ching, definisce Yin e Yang
rispettivamente come “Ombra” e “Sole”. In generale, il femminile Yin (il lato
in ombra) rappresenta l’oscurità, il freddo, la passività, la debolezza, il
riposo.
prima “La definizione di Yin e Yang” e poi “Come si classificano Yin e Yang”.
Completiamo il post di oggi con “La definizione di Yin e
Yang”. Nel prossimo, il N. 21, tratteremo invece “Come si classificano Yin e
Yang”. Perché il discorso su questa seconda parte è un po’ più lungo e
articolato e diventerebbe probabilmente troppo lungo riportarlo qui sotto.
Definizione di Yin e
Yang
Yin è la forza
centrifuga. Si manifesta attraverso la dilatazione, l’espansione, la
dispersione. Corrisponde al freddo, all’umidità, la leggerezza. La sua tendenza
è la passività. E’ il principio femminile.
Yang è la forza
centripeta. Si manifesta attraverso la concentrazione, la costrizione, la
tensione. Corrisponde al calore, la secchezza, la pesantezza. La sua tendenza è
l’attività. E’ il principio maschile.
Va detto che niente è completamente Yin o completamente
Yang. Ogni cosa ne contiene sempre una determinata proporzione di entrambi. E’
la proporzione prevalente che domina, ciò che ne qualifica la sua
caratteristica più Yin o più Yang. La valutazione non è mai assoluta, si tratta
sempre di una prevalenza Yin o Yang in rapporto a qualcosa dello stesso genere
o categoria. Per esempio, un cavolo (tondo, asciutto, compatto) è sicuramente
più Yang di una insalatina fresca (umida, leggera, fragile); ma lo stesso
cavolo, se comparato con una carota (più piccola, più concentrata e più dura)
perde questa sua prevalenza e in questo confronto diventa lui quello
relativamente più Yin.
Ok per oggi! Rimanete collegati!
A presto.