giovedì 18 gennaio 2018

APPUNTAMENTO N. 62
RENE’ LEVY RACCONTA G.OHSAWA
Di Bruno Sangiovanni

Eccoci all’ultimo appuntamento di questi ultimi sei, nei quali abbiamo riportato e adattato le parole di Renè Lévy nel suo racconto di G. Ohsawa. René riprende il suo racconto dopo aver fatto (vedi l’ultimo-precedente) uno schizzo della vita di George Ohsawa, che terminava nel 1966. Anno della morte improvvisa di Ohsawa, in Giappone per un attacco cardiaco. Il racconto, qui sotto, riparte dalla metà degli anni ’50, quando Ohsawa ritorna a Parigi e inizia la diffusione della macrobiotica in Francia, in tutta Europa, e negli Stati Uniti. Ecco cosa ci dice René:

La chiave dello spirito, un milione di macrobiotici
Il primo marzo 1956 ritrova la Francia dopo venticinque anni. I dieci che seguiranno saranno un vortice accelerato. Senza sosta, notte e giorno, continuerà il suo insegnamento. A Parigi (salvo il suo editore), le sue vecchie relazioni sono scomparse, tuttavia, rapidamente subito dopo la sua prima conferenza, un gruppo si forma intorno al suo insegnamento e una associazione viene creata. Vicino a Parigi si concretizza un primo incontro, il luogo sarà chiamato Campo dei Miracoli. Ohsawa è chiamato in Belgio, in Svizzera, in Germania, Svezia, Italia e Inghilterra. Il suo insegnamento suscita esperienze sempre più numerose. Sulla sua scia appaiono ristoranti creati dai discepoli-studenti, preoccupati di assicurare il supporto chiave dell’insegnamento, che è la pratica. Piccoli negozi o ristoranti modesti, in Belgio la prima fabbrica macrobiotica, la seconda in Francia (Kameo).

Ohsawa parte per gli Stati Uniti dove ritrova una buona parte dei giovani che aveva guidato prima e dopo la seconda guerra mondiale. Dappertutto e spesso al ritmo di due conferenze al giorno, garantisce i primi passi dei novizi e fortifica la comprensione dei più anziani.
Negli Sati Uniti è un vero maremoto a causa di un decesso dovuto all’applicazione errata (meccanica), che la stampa ingrosserà smisuratamente.

Scrive Zen Macrobotics; Zen come riferimento all’alimentazione macrobiotica dei monasteri giapponesi. Ma si può aggiungere che per Ohsawa, la macrobiotica o Vivere Parvo nell’alimentazione, è il messaggio chiave delle grandi religioni dell’umanità. Religioni che si devono continuamente risituare nell’autenticità dell’ambiente biologico che è alla base della loro nascita e del loro sviluppo. Ai nostri giorni, questa autenticità è deformata, perduta o ancora dimenticata. Senza questa chiave non può esistere l’esperienza spirituale filosofica o religiosa, essendo la macrobiotica all’origine del vero legame.

Il microbo non è niente, il terreno è tutto: questa convinzione di Claude Bernard, padre della medicina sperimentale, Ohsawa l’ha sperimentata e provata su sé stesso. Invita i malati a creare il terreno di elezione dei microbi e dei virus, che rispondono spontaneamente (Yinizzazione); poi cambiando la natura degli alimenti e procedendo al contrario, li caccia gentilmente senza ucciderli, cambiando il terreno (Yanghizzazione). Questa spiegazione-applicazione costituirà l’azione principale dei sette primi anni del suo viaggio in occidente, Ma giudica la cosa finita; tra l’altro annoiato dai medici che, salvo qualcuno, non capiscono il valore della macrobiotica e la sottoporranno a giudizio. A Parigi, l’avvocato Ducreux eleverà il dibattito ed esporrà con talento, per la prima volta a dei magistrati francesi, la cosmologia Yin-Yang e l’aspetto filosofico del legame nutrizione-malattia-giudizio.

Il terzo fuoco: la trasmutazione di Yin e Yang
Siamo nel 1963. Fin dall’inizio Ohsawa ripete che Yin e Yang, sono il principio di ogni trasmutazione, dalla sciagura alla felicità, dalla malattia in salute, dal nemico in amico, dal buio alla luce, ecc. E aggiunge: dal piombo in oro. Dal piombo in oro: non è questo, per la nostra epoca materialista, un mezzo per mettere in evidenza la vanità della nostra civilizzazione tecnica, dove la pace riposa sulla paura reciproca della capacità di sterminio? C’è urgenza dice Ohsawa! Gli elementi costituitivi della materia illustrano attraverso il loro gioco perpetuo di attrazione, affinità, matrimonio, ecc., la loro complementarietà. Bisogna mostrare la sorgente unica!

Bruscamente e per la prima volta, Ohsawa sente la voce del giudizio profondo in uno scienziato fisico, il Prof. Walter H. Heitler, di cui il libro in tedesco L’uomo e la Scienza,  è l’autocritica all’umanità di uno scienziato occidentale, che dice: La scienza è valida unicamente nel mondo materiale, relativo e finito, ignora invece la grandezza senza limiti dell’universo e la profondità infinita della vita. Ohsawa chiede di tradurre e distribuire questo libro con urgenza. Dopo un ultimo viaggio in Francia e in USA, nel 1965, Ohsawa rientra in Giappone. E’ molto contento, i discepoli-studenti sono un po’ dappertutto, entrati in azione e incominciano a insegnare. Le donne che hanno seguito i corsi di cucina di Lima Ohsawa sono ora pioniere dell’arte culinaria della macrobiotica. L’emulazione è grande, scrive loro tutti i giorni.

Purificazione e ultimo messaggio
In tutta fretta Ohsawa deve liberare l’ultimo messaggio, non può ricevere tutti i malati che invadono il piccolo appartamento di Tokio, siamo nel 1966. Il tempo è troppo prezioso, me ne resta troppo poco, dice G. Ohsawa.

La medicina, la più avanzata e all’avanguardia della civilizzazione scientifica, ha così tanto degradato la salute dell’individuo che i civilizzati, in paragone ai non civilizzati, o primitivi, sono indeboliti. L’educazione basata sulla scienza ha prodotto l’abbassamento del livello di giudizio umano. Ha fatto aumentare i crimini collettivi e l’assassinio degli stati. L’industria e il commercio che socializzano i prodotti e il prestigio della scienza, hanno allargato considerevolmente il campo di azione di questi crimini. La politica ha portato e messo la tecnica alias la scienza, al rango di dittatore. Tuffati in una tale epoca, abbiamo osservato il principio della pace, fisiologica e biologica che data cinquemila anni fa e continuiamo a diffonderlo nel mondo intero, pur non oltrepassando la propria individuale rivoluzione.

Ohsawa domanda: non è ancora venuto il tempo di propagare a voce alta, con 100% di coraggio, e dimostrare il cammino unico verso la libertà e la pace che il mondo intero e tutta l’umanità reclamano? E’ detto: Se vuoi realizzare una cosa grande e importante, mangia e bevi al minimo, purifica il tuo corpo e la tua anima, rifiuta ogni comfort, e allontana da te ogni tentazione.
Per questo, Ohsawa conclude e dice: Dopo una lunga riflessione, la decisione è presa. Decide di raggiungere la più alta purificazione e dichiara di iniziare e praticare il regime N.7, illimitatamente.

La pace mondiale Eterna
Durante questo periodo Ohsawa redige la Costituzione della Pace Mondiale Eterna, esprimendo per la prima volta la posizione-proposizione estremo orientale per l’instaurazione di una pace veritiera. E’ un piano strutturato della rivoluzione biologica, fisiologica e logica individuale, e la sua possibile estensione nel mondo, nel quale la messa in pratica di questo principio millenario di pace (espresso nell’ideogramma Wa vecchi di cinquemila anni), potrà salvare un numero enorme di vite umane.

Aiutato dai suoi discepoli, su questa base, istituisce le prime olimpiadi spirituali e culturali che riuniscono ogni due o tre anni i praticanti della macrobiotica di ogni punto del globo, per una dimostrazione di questa arte di vivere e di stabilire la pace (le prime ebbero luogo nel 1966 in Giappone, le seconde in Francia nel 1968). Questa è la conclusione. Ohsawa redige ancora un articolo per la gioventù: la scuola della volontà, nel quale dichiara. “Insisto sulla necessità di una educazione completamente nuova, che è l’educazione della volontà, che comincia prima di tutto attraverso la fame e la sete”. La trasmutazione prosegue.

Dice addio, Sayonara, in un ultimo scritto Education of the Will, dove, tra l’altro, indica la via per la fioritura e la felicità delle donne. Si scusa umilmente presso i membri della sua famiglia che ha abbandonato durante la sua vita per distribuire, secondo la legge Ho ricevuto un chicco, restituisco diecimila chicchi. Ohsawa ha terminato la sua opera di pace. Alla vigilia delle prime olimpiadi, il 24 aprile 1966, il suo cuore cessa di battere. Sua moglie, sola con lui, lo trattiene angosciata: Sensei…Sensei…. In ultimo soffio Ohsawa la rassicura con calma: va bene, va bene…

George Ohsawa ora è diventato invisibile. Niente lo segnalava alla curiosità e all’ammirazione della folla. Se la via ordinaria è la ricerca di onori, di ricchezza e di potere, la sua via è all’opposto. Trova la sorgente di stupore inesauribile attraverso Il trovare la più grande cosa in questo mondo: maggiori le difficoltà, maggiori le gioie, se si vive nella protezione si è destinati alla decomposizione.

Infine René conclude così. Come diceva Lao Tzu duemilacinquecento anni fa dipingendo l’uomo con il giudizio supremo: Colui che è virtuoso raggiunge la sua meta senza permettersi di prendere nulla con la forza. Riesce senza far soffrire, senza distruggere, senza inorgoglirsi, senza sfruttare il suo successo. Vince senza violenza, produce senza appropriarsi, lavora senza aspettarsi nulla, compie opere meritevoli senza attaccarvisi perché solo se non ci si attacca esse rimangono. La dolcezza trionfa sulla durezza, la debolezza trionfa sulla forza. Colui che muore senza smettere di esistere, ha acquisito l’immortalità.                                                                                            

giovedì 11 gennaio 2018

APPUNTAMENTO N. 61
RENE’ LEVY RACCONTA G. OHSAWA
di Bruno Sangiovanni

Per chi non avesse visto gli ultimi appuntamenti, ricordo che il tema René Lévy Racconta G. Ohsawa è iniziato con l’appuntamento N. 57, solo nel caso si volesse rivedere questo racconto dal suo inizio.

Con l’appuntamento di oggi, riprendiamo, e proseguiamo il racconto riproducendo due capitoli dello scritto di René. Il primo si intitola Il Maestro della tavola; il secondo Schizzo della Vita di G. Ohsawa. Per quanto riguarda il primo (Il Maestro della tavola), lo riporto integralmente perché si tratta di un vero e proprio affresco di una tipica giornata macrobiotica, in questo caso durante uno dei campi estivi con G. Ohsawa verso la fine degli anni ’50.
In cucina con Daniele a Cuisine et Santé (Foto Cuisine et Santé)
Lo faccio anche perché sono sicuro che chi è stato a Cuisine et Santé e ha conosciuto René, ritroverà in questo breve capitolo esattamente le cose che ha sperimentato direttamente a Saint Gaudens. Come rivedere un film già visto. Nel racconto qui di seguito: il Maestro della tavola era G. Ohsawa, nel film immaginario invece, il Maestro della Tavola è René. Per il resto, nessuna differenza. Interessante!

Il Maestro della tavola
“…E’ uno sciame che accompagna ognuno dei suoi passi (si intende di Ohsawa). Lui li contempla, i suoi occhi rapidi vedono su ogni viso la sua storia, concretamente: Troppa frutta!, Sì! - Proteine animali?, Sì! -Così tanto zucchero!, Sì! - Così tante medicine!, Sì! Guaritevi dal vostro Sanpaku! Troppi liquidi! Mancanza di precisione! Mancanza di Flessibilità! Masticare di più! Gomashio! Studiate Yin e Yang. E così vanno fino a tavola. Si siedono. Hanno fame e sono gioiosi. Mastichiamo, mastichiamo! Ed ecco che il nostro corpo è in buona salute.

I piatti sono serviti, la tavola è guarnita molto esteticamente, cereali (riso integrale, miglio, saraceno, orzo, mais, fiocchi d’avena). Verdure (carote, cipolle, rape, crescione, cavolo e ravanelli) qualche beignets di verdura selvatica. Torte, composte di piccole mele. Sulla tavola scodelle di legno per il gomashio, tamari, del pane integrale scelto, olive nere, burro di sesamo integrale (tahin). A partire da questi elementi, il gioco Yin-Yang comincia.

Ciascuno secondo il proprio stato fisico, la propria età, la propria attività, la propria golosità, la propria giustizia. La quantità uccide la qualità. Ohsawa guida alcuni malati intorno a lui, condisce con tamari le verdure. Niente dessert per questo reumatico, per lui la N. 7 è la strada più rapida (pur restando libero di andare la sera al ristorante più vicino a fare bisboccia). Ad un ragazzo lo incoraggia a servirsi abbondantemente. Ad una signora con molti gonfiori propone una sola rondella di carota sul suo riso, le consiglia di masticare ciò che è secco, anche cereali crudi tostati, bere quel che si mangia, mangiare quel che si beve. Ad un bambino forte e solido che viene a giocare vicino a lui, dà un secondo pezzo di melone. Ad un discepolo goloso che perde i capelli, Ohsawa darà delle alghe ridendo…Ohsawa conta sette anni per guarire la golosità. A un altro malato mette un po’ di Tekka sul suo riso, è stato morso da un serpente e passeggia affamato perché è a digiuno; un po’ di Dentì lo salverà. Un altro con gli intestini messi molto male prenderà una tazza di Kuzu, mentre un altro signore anemico, beve una zuppa di miso. I puniti (i malati) devono privarsi del dolce, è questa la giustizia.

Il pranzo è durato una buona ora, ma alcuni hanno mangiato troppo in fretta; hanno bevuto troppo timo, caffè di cereali, Tè Bancha, Tè Mu. Se ne rendono conto, le loro mani sudano, e quando Ohsawa stringe una mano umida fa una smorfia: “Sei Yin”! Il segreto è bere poco, bere il minimo. Qui tutti imparano a non sprecare nulla. La nostra società conosce bene la produzione, la distribuzione, ma ignora la consumazione: che cosa e quanto consumiamo. Una storia che circola dice che in cucina ci si è sbarazzati di un fondo di riso dell’altro ieri. Ohsawa lo ha scoperto nei rifiuti, lo ha raccolto coscienziosamente fino all’ultimo chicco, per il suo pasto solitario.

Eppure Ohsawa assaggia di tutto; in passeggiata beve la birra con coloro che la bevono e sono felici, assaggia un pezzo di torta o di formaggio di capra con una signora dagli occhi maliziosi, beve un caffè con la sua grande incorreggibile amica. Ride accetta tutto, anche la morte. Al Bar assaggia persino un bicchiere di latte, lui che afferma: il latte è perfetto per il vitello. Perfetto per il vitello?!...Una signora se ne va offesa, forse rinuncia. In cucina il Laboratorio di Vita, regna dall’alba una grande attività.

Silenziosamente, i più avanzati negli studi preparano il pasto, lavano i chicchi, li cuociono, a volte li tostano. Altri macinano del grano, del saraceno, del riso, fanno delle miscele, delle creme per i bambini. Si impasta, si stende, si modella con eleganza e si inforna. A partire da una ventina di elementi si scoprono migliaia di ricette basate sulla Yanghizzazione e Yinizzazione. Le idee abbondano, l’alchimia della vita è una creazione permanente. Si tagliano belle verdure, anche quelle selvatiche, il loro sapore è delizioso, sono le più preziose. In questo laboratorio, una fata graziosa di una destrezza prodigiosa, prima esperta mondiale dell’Arte Culinaria Macrobiotica, Maestra dell’arte floreale, dirige l’opera e la realizza esteticamente. Ogni suo gesto è seguito, è una piccola giapponese di 65 anni, 35 kg, infaticabile. Lei va e viene, sorride, sembra una ragazza! E’ Lima Ohsawa. La moglie del Maestro. Quando taglia una carota, passa nei suoi occhi un dolce ringraziamento, la carota dà la vita, anche lei. Se qualcuno è sofferente, Lima posa la mano e la toglie quando il dolore è sparito. In Giappone molte persone posano così le loro mani.

Ohsawa è venuto per felicitarsi con chi ha preparato il pranzo. Molto saporito, molto elegante. Da loro dipende tutto, il buonumore, il sonno, la resistenza, la gioia, la scoperta della felicità. Guarda i sacchi di cereali coltivati senza concimi chimici e dice: Meraviglioso!…”

Schizzo della vita di G. Ohsawa

Durante gli anni ’30 a Parigi, un giovane Giapponese, diplomato alla scuola francese di Kobe, s’intrattiene con il filosofo Lévy-Bruhl, specialista della mentalità primitiva. Si sforza di spiegare al dotto le sfumature inafferrabili della mentalità primordiale e delle società tradizionali. La comunicazione è piena di ostacoli. Una promessa gli sarà fatta, commenterà questa mentalità: mettere in evidenza la crudele fatalità dei popoli sradicati dalle proprie civiltà. Lévy-Bruhl muore nel 1939, ma il giovane giapponese, George Ohsawa, nato Nyoti Sakurazawa manterrà la sua promessa, scrive il suo commento, Il libro del Judo e lo edita in lingua francese, in Giappone (1952). Il resto della sua opera terminerà la spiegazione.

Ohsawa è nato il 18 Ottobre 1893 a Kyoto. La sua infanzia è drammatica. Il paese è divorato dalle tensioni sociali e sempre più militarizzato - il primo moschetto dall’anima liscia è entrato in Giappone. Drammatica perché marcata dalla perdita di sua madre (a 30 anni). Ohsawa descriverà durante la sua vita la fine silenziosa della madre, disperata, e avrà sempre un grande-elevato sentimento del ruolo della madre. A dieci anni il padre abbandona la famiglia e scompare, Ohsawa perderà anche le sue due sorelle e suo fratello. A sedici anni, lui stesso avrà la tubercolosi intestinale e polmonare, e sarà afflitto da diversi mali. E’ giudicato incurabile dalla stessa medicina occidentale che ha soppiantato ufficialmente la medicina tradizionale oramai vietata. Studia la medicina indo-sino-giapponese e a vent’anni scopre la salute attraverso la macrobiotica. Consacra la sua vita alla sua divulgazione.

Nel 1930 arriva a Parigi con la transiberiana. Vive in modo miserabile. Aiuta Souliè de Morant nelle sue traduzioni sull’agopuntura cinese e gli consegna duemila pagine di documenti sull’agopuntura. Ohsawa è il primo agopunturista a quei tempi. Crea una associazione culturale per l’unificazione delle culture dell’Est e dell’Ovest. Parallelamente studia alla Sorbona la storia e la filosofia europea, e all’Istituto Pasteur, la biologia, fisiologia, patologia, psicologia, chimica, biochimica, e altro ancora.
A 48 anni, tornato in Giappone, scrive e predice la sconfitta del suo paese se entra in guerra contro gli alleati nella seconda guerra mondiale, provocando un movimento di opposizione. Per questo sarà arrestato e detenuto sino alla fine della guerra e torturato più di una decina di volte, per farlo abiurare. Persino in prigione insegna a mangiare e sopravvivere, sotto terra in una cella a meno 10°, e approfondisce la sua dialettica Yin-Yang.
Prepara la trasmutazione dell’uomo. Nel 1944, alla frontiera russo-giapponese, cerca di raggiungere e convincere i dirigenti russi della necessità di una pacificazione. Condannato a morte, fugge. Arrestato di nuovo e sul punto di essere fucilato, viene alla fine liberato grazie all’intervento di influenti persone. Cerca di persuadere i dirigenti imperiali di proporre la pace agli Stai Uniti, e per questo viene nuovamente arrestato. La guerra finisce, e all’arrivo di Mc. Arthur, viene definitivamente liberato.

Tra il 1945 e il 1952, dopo la guerra, continuerà la sua opera di scrittore, le sue opere contano più di trecento titoli. Crea la maison Ignoramus, scuola permanente consacrata all’educazione di giovani studenti che si sparpagliano nel mondo intero. Prosegue la sua azione attraverso riviste e movimenti. Decide il grande tuffo. Viaggerà il mondo intero distribuendo i frutti delle sue scoperte.

Tra il 1953 e il 1955, Osawa ha superato i 60 anni, sua moglie Lima 54, lasciano il Giappone per l’India dove insegneranno la macrobiotica. Poi in nave partono per l’Africa per incontrare il dott. Schweitzer. Attraversano l’africa centrale, da Mombasa a Lambarenè, dove deve incontrate Schweitzer. Lui e sua moglie non sono vaccinati e prendono le febbri tropicali. Continua a istruire i malati, Lima tiene corsi di cucina. 2.500 km in auto, 3.000 km sul fiume Congo. Digiuna per 60 giorni e guarisce. Alla fine raggiunge Lambarenè e il premio Nobel per la Pace. Ohsawa pensa di convincerlo alla Medicina Suprema, è pieno di speranza. Si ammala di ulcere tropicali, mortalità 100%, e coglie l’occasione per provare al Dott. Schweitzer che niente è inguaribile. Scavato fino all’osso da più di duecento piaghe, ferma la malattia dopo qualche giorno di soli pochi cereali e soprattutto di sale marino, nel caldo torrido africano. Schweitzer vacilla ma il dialogo non sarà mai abbozzato. Attraverso queste prove Ohsawa scrive, in due mesi, La Filosofia della Medicina dell’Estremo Oriente. La dedica del libro è per Albert Schweitzer.

Nel 1956 ritrova la Francia dopo venticinque anni. Per rientrare otto anni dopo in Giappone.

Nel 1966 scrive il suo ultimo libro Education of The Will. Improvvisamente all’età di 73 anni, muore per un attacco cardiaco…”

Per chi è interessato, R. Lévy che racconta G.Ohsawa prosegue e terminerà con il prossimo appuntamento, il N. 62. A presto allora…e buona anno a tutti!


martedì 2 gennaio 2018

APPUNTAMENTO N. 60
RENE’ LEVY RACCONTA GEORGE OHSAWA
Di Bruno Sangiovanni

Eccoci alla quarta puntata di questo abbastanza lungo intermezzo che ho intitolato “René Levy racconta George Ohsawa”. La prima è andata in onda con l’appuntamento N. 57. Anche oggi dunque passiamo la palla a René, che così prosegue il suo racconto:

Ohsawa e la medicina: la vera nobiltà del sangue
Tra il pubblico che partecipa all’insegnamento di Ohsawa, alcuni medici sono realmente e prodigiosamente interessati. Alcuni sono scossi da questa esperienza e molti di loro introducono la macrobiotica nelle loro prescrizioni medicali, in tutto il mondo.
Oggi uno di loro dichiara che è riuscito a guarirsi con la macrobiotica. Ciò che ci sorprende, soprattutto nella dimostrazione di Ohsawa, è il legame stabilito tra il cibo e il sangue fino al nostro livello di giudizio. Nei suoi scritti, Ohsawa fornisce delle varianti per l’applicazione ad ogni caso, e comunque, sommariamente, possiamo indicare qui il principio essenziale.

Noi siamo un prodotto dell’ambiente in cui nasciamo e viviamo, noi siano alimenti trasformati. Noi stessi trasformiamo il nostro cibo in sangue (clorofilla in emoglobina). Dalla qualità dei nostri alimenti dipende la qualità del nostro sangue. Ora, il rapporto tra Sodio e Potassio (due sali minerali fondamentali per il nostro ambiente cellulare) che è presente nei cereali integrali, corrisponde a quello presente nei 7-8 trilioni di nostre cellule.
Il processo di guarigione del sangue si realizza in 10 giorni visto che noi eliminiamo ogni giorno un decimo del nostro plasma, e questo corrisponde già ad un miglioramento importante della nostra condizione generale; e anche all’arresto di eventuali malattie in corso. Il rinnovamento completo del sangue, cioè anche delle cellule-globuli rossi, avviene in 3 mesi. Occorrono dunque tre mesi per il ripristino completo della miglior condizione assoluta. Naturalmente se il cibo assunto in questo periodo è privo di elementi che producono scorie, acidità, infiammazioni ed è accuratamente scelto, in chiave macrobiotica.


Questo è il segreto del ringiovanimento e della longevità macrobiotica. Questo è anche il segno di immunità e adattabilità sorprendenti. Tra giorni dopo la prima bomba di Hiroshima, la seconda atomica scoppiò su Nagasaki. Vicino al centro dell’esplosione due ospedali furono distrutti. Nel primo, l’ospedale dell’Università, ci furono 3.000 morti sul colpo e nei due mesi successivi morì l’80% degli occupanti. Nel secondo ospedale, che era cattolico, ci fu un solo ferito, nessun morto in mezzo ad un totale di 8.000 morti tutt’intorno. Cosa vuol dire questo? Il Vaticano dichiarò questo avvenimento “un miracolo del xx secolo”.  Ma il dott. Akidukidi che gestiva questo ospedale benedì la macrobiotica. Questo medico, salvato in passato dai consigli di Ohsawa, era diventato un suo fervido discepolo, e da due anni aveva esteso rigorosamente la pratica della macrobiotica all’insieme del personale e dei malati del suo ospedale. Più avanti, nell’agosto del 1962, un generale italiano farà una comunicazione completa del metodo su una rivista (Corriere dell’Aviatore), concludendo che l’uomo Yang resiste alle radiazioni Yin.


Questo non è sufficiente, chiede Ohsawa? A qualcuno che domanda se la guerra atomica è imminente, Ohsawa risponde “ad ogni momento”. Il sole è alto, la conferenza è terminata, il pranzo è annunciato. Ohsawa prende una sigaretta, timidamente i malati si avvicinano, mostrano le loro ferite, ciascuno vuole raccontare il proprio calvario.

Le 3 tappe della Medicina Suprema
Oggi, perché nasconderselo, il mondo è un gran corpo malato. Si muore meno, ma il corpo è senz’altro più malato di come non lo è mai stato durante tutta la sua storia. Ohaswa prevede che la spesa sanitaria si aggirerà intorno al 10% del reddito nazionale lordo, da ora (inizio anni ’60) sino alla fine del secolo. Ohsawa che ha guarito centinaia e centinaia di migliaia di malati, dal Giappone fino in India, dall’Africa fino al’Europa e agli Stati Uniti, comincia a conoscere bene l’uomo e le sue malattie.

Certo è felice nel vedere la gente che pratica seriamente la macrobiotica, e sentire “gridare al miracolo” un po’ dappertutto. Un anziano signore asmatico a cui ha soppresso il mango e le banane è riuscito finalmente a respirare. Un omossessuale in difficoltà a cui sconsiglia vigorosamente lo zucchero sotto qualsiasi forma, sei mesi dopo torna felice per presentargli la donna che ha appena sposato. Una donna che qualche giorno prima mostrava le sue braccia nude, rosse di eczema, ora sono completamente a posto, pulite da ogni male; lei ha semplicemente mangiato, si è seduta e ha mangiato. Anche una signora ricca afflitta dalla leucemia, ogni 15 giorni gli mostra il risultato delle analisi dove è descritta la meravigliosa risalita del tasso di emoglobina. E tutte le persone obese, piene-piene di liquidi e di grassi che si aggrappano al metodo e ritornano magri e belli. Quanti sono? Forse milioni! E un tedesco che si regge solo sulle sue stampelle, le lascia per fare i suoi primi passi, cammina e realizzerà il suo sogno, bagnarsi nel Mar Mediterraneo.

Tutto questo è semplicemente la macrobiotica. Non ci sono miracoli, perché il miracolo può ora essere alla portata di tanti. Certo Ohsawa è felice, si rallegra e canta con loro, e li ringrazia anche. Ma esistono malattie tenaci e molto difficili da guarire. La peggiore di tutte si chiama “Arroganza”. Ah! Come vorrebbe trasmutarla! E’ posata come una corona sulla cima dell’albero della malattia. Ohsawa riconosce tre possibili guarigioni:

1 - LA GUARIGIONE SINTOMATICA
Eliminazione del dolore, del male, dei sintomi, con mezzi fisici e chimici più o meno violenti/aggressivi. Questa è la medicina palliativa, del giudizio meccanico. La causa e l’origine della malattia non è eliminata.

2 - LA GUARIGIONE BIOLOGICA
La salute si ristabilisce seguendo le condizioni della salute come già indicato (vedi appuntamenti precedenti). Il malato ha imparato a controllare la sua salute da solo. Comincia a intravvedere la causa ultima della malattia. Questa capacità, dice Ohsawa, si può acquisire in tre anni.

3 LA GUARIGIONE DELL’ESSERE
E’ grazie ad una tecnica educativa, biologica, fisiologica e logica, che consente al malato di trovare da solo la costituzione e la concezione della vita e del mondo. La causa della malattia è guarita definitivamente, così che anche qualsiasi possibile malattia e sciagura future possono essere scongiurate.

Questa è la guarigione macrobiotica e creativa. Il Giudizio Supremo è svelato. L’uomo vive senza paura e ansietà, libero e giusto. Questa guarigione si può acquisire intellettualmente in un’ora, ma si realizzerà in una diecina d’anni.
Ciascuno di noi può quindi scegliere la sua guarigione secondo il suo livello di comprensione. Ma è per coloro che cercano ad ogni costo e prezzo la terza guarigione che Ohsawa dispensa la macrobiotica.

Il Sanpaku
Nella fisiognomica dell’Estremo Oriente il Sanpaku è rivelatore di uno stato morboso. I Giapponesi dicono: “L’occhio è un sole che sale”, la salita significa il declino nel tempo del giudizio o istinto-intuizione. Spiegabili (qui da noi) per il rilasciamento dei muscoli dell’occhio, segno tragico del rapporto con la condizione del cervello. La causa è la Yinizzazione dell’individuo causata dall’alcool, droga, zucchero, prodotti chimici e quindi eccesso di sostanze molto Yin, e anche di prodotti di origine tropicale. Si tratta di una condizione di estrema dilatazione, rilasciamento, inibizione. Ohsawa dice: “Guarite prima di tutto il vostro Sanpaku”, anche se si tratta di qualche primo accenno.

Molto tempo prima dell’assassinio di Kennedy, Ohsawa parla del Sanpaku in un giornale americano e cerca di avvertire il Presidente degli Sati Uniti perché è molto Sanpaku, e dunque in pericolo. Suo fratello Robert Kennedy, Hitler, erano Sanpaku. Molti dei collaboratori di Hitler erano Sanpaku. Si potrebbe parlare dei Sanpaku viventi che sono una folla, perché il Sanpaku si può guarire, ma ciascuno deve osservare e trarre le proprie conclusioni.

Più o meno l’orecchio si modifica tutta la vita

Embriologicamente, Yin (centrifugo) e Yang (centripeto), dominano la formazione del bambino. Durante questo periodo cruciale, il cibo Yin o Yang della madre, influisce direttamente sullo stato generale del corpo e del viso del futuro bambino. Altri fattori entrano in gioco, come: l’ambiente geografico, il clima, le stagioni, l’attività lavorativa Yang della madre, o al contrario l’inerzia e la comodità (Yin). All’estremo, una madre che si Yinizza troppo (golosità) avrà un bambino poco resistente, orecchie a sventola, più in là ancora “mongolismo”. L’orecchio con il lobo ben sviluppato e aderente al cranio (Yang) è invece molto ammirato in Estremo Oriente; è segno di saggezza, di concentrazione, di energia, resistenza, maturità e giudizio. Tutti caratteri dovuti all’eccellente livello di giudizio della madre.Ohsawa non mancava mai l’occasione di mostrare i principi della fisiognomica all’inizio dei suoi libri: “La Diagnosi della Medicina Suprema”.