giovedì 16 febbraio 2017

APPUNTAMENTO N.30
IL CIBO NELLA VITA. UN RUOLO BEN PIU’ ALTO DEL COMUNE PENSARE.
Di Bruno Sangiovanni

Ogni tanto mi chiedo se mentre scrivo (e voi leggete), riesco a rendermi conto del fatto che siamo qui insieme, perché in realtà è questo che avviene. E penso anche a quanta strada tutti percorriamo prima di ritrovarci a qualche appuntamento, a qualche incrocio di sentieri. Nei tanti incroci che ci capitano qualcuno è meno superficiale di altri perché avviene uno scambio di contenuti che ci toccano più profondamente. Nel mio caso per esempio, l’incrocio con il sentiero della macrobiotica (e con Renè Levy) è stato sicuramente uno di quelli che lasciano una grande impronta. Chissà che questi piccoli Post non possano rappresentare a loro volta un piccolo incrocio anche tra noi, con qualche scambio di contenuti che ci porti qualche piccolo centimetro più avanti. Chissà…ai posteri!

PASSIAMO A COSE SERIE
Fatta la divagazione veniamo a cose “più serie”. Mangiare è una cosa seria, molto seria! Bere, un po’ meno, diceva Renè. Ma tutto è serio e contemporaneamente affatto serio, ragion per cui non bisogna essere troppo seri, giusto? Giusto!Perché, diceva, la salute senza felicità non vale nulla!”

Di sicuro però mangiare è una cosa importante, molto più di quello che le credenze comuni ci inducono a pensare. Il cibo non è solo questione di gratificazione, gusti, sapori, nutrienti, e anche emozioni. Sì anche emozioni perché andare in un bel ristorante può essere una emozione. Pure nemmeno è solo questione di salute, di risolvere un problema, una malattia (cosa non da poco peraltro). Mangiare, in realtà è molto più di tutto questo! Perché non è nemmeno solo una questione di salute? Questa era una delle domande che Ohsawa faceva ai suoi allievi. “

IL CIBO, NELLA VITA, HA UN RUOLO MOLTO PIU’ ALTO
Dunque il cibo ha un ruolo ben più alto nella nostra vita. E’ molto-molto di più del ruolo che tutti noi solitamente gli attribuiamo. Il motivo è che il cibo può elevare la coscienza, il giudizio dell’uomo. Questo è l’assunto di base della macrobiotica, assunto del tutto esclusivo e non riscontrabile in qualsiasi altra pratica di sviluppo della coscienza. Il giudizio (ne abbiamo già parlato altre volte) nella filosofia e medicina dell’Estremo Oriente ha un significato molto più ampio di quello che noi attribuiamo normalmente a questa parola. Il Giudizio, per gli orientali è comportamento e realizzazione nella vita quotidiana; è la capacità cioè di saper scegliere ciò che più ci conviene…per esempio cosa mangiare! Parlando di Giudizio parliamo dunque di intelligenza, di capacità di scegliere ciò che più conviene alla nostra natura umana e anche individuale. Cosa che influisce drammaticamente non solo sui nostri comportamenti, ma sul nostro intero destino. In questi meccanismi il cibo può sviluppare la nostra coscienza…oppure ce la può far perdere (e non si tratta di un banale gioco di parole).

COSCIENZA DI CHE?
Dell’Ordine che regola tutte le cose, dell’Universo Infinito, e quindi anche di questo nostro mondo relativo (finito) della materia; nel quale viviamo e nel quale siamo venuti a passare un po’ di tempo. Ogni cosa, ogni avvenimento, ogni essere, tutto ciò che osserviamo e siamo, altro non è che la manifestazione di un Ordine Universale. Che esiste ed è sempre presente in tutto anche se noi per la nostra educazione e formazione non lo vediamo, non lo percepiamo. Ma di cui invece ne abbiamo memoria perché esso è inscritto in tutte le cose, in tutti gli essere e quindi anche in noi. E’ quello che nella filosofia dell’Estremo Oriente si chiama “Il Principio Unico” (Unico nel senso di Universale). E’ il Principio Unico Yin-Yang. Il gioco degli opposti, dell’alternarsi di due ritmi opposti sempre presenti e riscontrabili in ogni cosa. E’ la visione e la comprensione “dell’altro lato delle cose”. E’ la polarità che si manifesta sempre, incessantemente nella stessa creazione eterna. Giorno/Notte – Uomo/Donna – Caldo/Fredd. Due forze e due ritmi, all’apparenza opposti, in realtà complementari. E’ quando si sviluppa questa comprensione e questa coscienza, quando si comprende questa complementarietà degli opposti e degli antagonismi...che si arriva alla libertà!

LIBERTA’ DA COSA?
Libertà dalla nostra visione dualistica. Che è il nostro modo di concepire il mondo, la visione e lo sguardo della nostra civiltà occidentale, cartesiana, in cui gli opposti di oppongono e non si concepisce una possibile complementarietà. Libertà da tutti gli attaccamenti, dalle dipendenze, falsi bisogni e credenze. Credenze che separano sempre invariabilmente, il buono dal cattivo, il bello dal brutto, la malattia dalla salute, la felicità dalla tristezza, e via così sino alla vita e la morte (affatto separate). Nella realtà le cose non funzionano in questo modo perché secondo l’ordine della natura (il Principio Unico), ogni cosa contiene già il suo opposto. Se non c’è un retro, non può esserci un fronte. Tutto è costituito da due lati, da due ritmi, che sono sempre presenti!

E’ quando si comprende questo modo diverso di vedere le cose che ci si libera dalle illusioni e le credenze che ci siamo costruiti, dalle abitudini di cui a volte addirittura pensiamo sia assolutamente sbagliato liberarci…non sia mai, starai mica scherzando? Come se mettere in discussione qualche cosa fosse un errore colossale o un peccato mortale. Arrivare alla libertà significa invece non essere più nel meccanismo dell’imitazione, siccome così fan tutti allora è giusto che sia così. Arrivare alla libertà significa essere capaci di produrre un pensiero autonomo, nostro, individuale, originale e creativo.Essere liberi da qualche cosa o qualcuno a cui doversi sempre rivolgere per farci dire cosa dobbiamo fare.

GIOIA DI VIVERE, CAMBIAMENTO
E’ quando si arriva qui che arriva la vera gioia di vivere (che poi sarebbe la vera felicità, quella duratura). Perché la felicità che viene dal soddisfare bisogni materiali (ci servono certo), dobbiamo saperlo, non potrà mai essere duratura, perché in questo mondo tutto prima o poi finisce, tutto prima o poi si converte nel suo opposto, o ancora meglio detto da Ohsawa “dal momento stesso in cui nasce, ogni cosa invariabilmente si incammina verso il suo antipodo”. E quindi anche quella felicità prima o poi terminerà.

So perfettamente quanto sia complicato arrivare qui, non lo sapessi.

So che ci arrivano solo pochi esseri superiori e unici…roba per pochi per dirla come viene. Certo che è così. Ma sapere che queste sono le vere regole del gioco, tenerle a mente, e ogni tanto tentare un avvicinamento…male non può fare. In poche parole tornando a bomba, per scalare il monte bisogna cercare (ogni volta possibile) qualche cosa che non sia una soddisfazione temporanea; bisogna cercare ciò che ci può ricollegare alle nostre origini che sono infinite; diverse da quelle di questo mondo effimero, illusorio e dove tutto cambia sempre. E’ questo continuo processo di cambiamento che ci procura disagi e dolori, che va compreso e visto con occhi nuovi e diversi.

La creazione tutta è cambiamento. E’ in questo processo che bisogna entrare, creazione della vita che è qualche cosa di assolutamente non statico, perché nel nostro mondo è qualche cosa che si rifà continuamente ad ogni istante (ne abbiamo appena parlato la scorsa settimana). Ad ogni istante miliardi di cellule nascono e muoiono. Tutto funziona così. Ogni giorno al buio si alterna la luce, dopo il fresco della notte arriva il sole, all’attività segue il riposo, le stagioni si alternano, dopo la salute arriva la malattia, ma poi ancora la salute. Tutto è regolato da questa polarità. Anche noi siamo fatti da DUE cose, DUE lati…padre e madre per cominciare; il cuore si apre e si chiude, i polmoni inspirano ed espirano, il sistema simpatico costringe e poi rilascia. E’ questo l’ordine delle cose, della natura: tutto cambia, tutto si alterna, niente è immobile.

L’attività si svolge in piedi, il riposo sdraiati. La mano può accarezzare, oppure chiudersi e diventare un pugno. C’è una forza in cui domina l’attività centrifuga-espansiva a cui si associa il freddo e la staticità. E un’altra (opposta, complementare) in cui domina l’attività centripeta, contraente che si associa al calore e all’attività. La prima è Yin, la seconda è Yang.

RUOLO DEL CIBO
Per concludere e per ripetere, perché il cibo gioca un ruolo primario in tutto ciò? Innanzitutto perché il cibo gioca un ruolo essenziale rispetto al nostro stato di salute generale, fisico e mentale. Che appunto dipende dal cibo che importiamo. E’ il punto di partenza perché:  “se non siamo in buona salute non c’è verso di poter elevare il nostro Giudizio (che condiziona tutta l’esistenza) e trovare la gioia di vivere. Perché?   Perché se non siamo in buona salute tutte le nostre risorse sono completamente prese ed impegnate a cercare di mettere ordine e risolvere i nostri problemi, a guarire qualche cosa, se non a volte addirittura cercare di rimanere in vita. Tant’è che dice Ohsawa: “come è possibile che un malato, occupato dai suoi mal di testa, mal di fegato, schiavo delle sue condizioni fisiologiche degenerate, possa disporre di abbastanza energie e volontà per vivere una vita libera e felice?”

Ok, per oggi direi che basta, in questo Post c’è molto di più di ciò che normalmente riusciamo ad assorbire e digerire. Saluti!


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