APPUNTAMENTO N.30
IL CIBO NELLA VITA. UN RUOLO BEN PIU’ ALTO DEL COMUNE PENSARE.
Di
Bruno Sangiovanni
Ogni tanto mi chiedo se mentre scrivo (e voi leggete),
riesco a rendermi conto del fatto che siamo qui insieme, perché in realtà è
questo che avviene. E penso anche a quanta strada tutti percorriamo prima di
ritrovarci a qualche appuntamento, a qualche incrocio di sentieri. Nei tanti
incroci che ci capitano qualcuno è meno superficiale di altri perché avviene
uno scambio di contenuti che ci toccano più profondamente. Nel mio caso per
esempio, l’incrocio con il sentiero della macrobiotica (e con Renè Levy) è
stato sicuramente uno di quelli che lasciano una grande impronta. Chissà che
questi piccoli Post non possano rappresentare a loro volta un piccolo incrocio
anche tra noi, con qualche scambio di contenuti che ci porti qualche piccolo
centimetro più avanti. Chissà…ai posteri!
PASSIAMO A COSE
SERIE
Fatta la divagazione veniamo a cose “più serie”. Mangiare è una cosa
seria, molto seria! Bere, un po’ meno, diceva Renè. Ma tutto è serio e
contemporaneamente affatto serio, ragion per cui non bisogna essere troppo
seri, giusto? Giusto!Perché,
diceva, la salute senza felicità non vale
nulla!”
IL CIBO, NELLA VITA,
HA UN RUOLO MOLTO PIU’ ALTO
Dunque il cibo ha un ruolo ben più alto nella nostra vita. E’
molto-molto di più del ruolo che tutti noi solitamente gli attribuiamo. Il motivo è che il cibo può elevare la
coscienza, il giudizio dell’uomo. Questo è l’assunto di base della
macrobiotica, assunto del tutto esclusivo e non riscontrabile in qualsiasi
altra pratica di sviluppo della coscienza. Il
giudizio (ne abbiamo già parlato altre volte) nella filosofia e medicina dell’Estremo Oriente ha un significato
molto più ampio di quello che noi attribuiamo normalmente a questa parola. Il
Giudizio, per gli orientali è comportamento e realizzazione nella vita
quotidiana; è la capacità cioè di saper scegliere ciò che più ci conviene…per
esempio cosa mangiare! Parlando di Giudizio parliamo dunque di intelligenza, di
capacità di scegliere ciò che più conviene alla nostra natura umana e anche
individuale. Cosa che influisce drammaticamente non solo sui nostri
comportamenti, ma sul nostro intero destino. In questi meccanismi il cibo può
sviluppare la nostra coscienza…oppure ce la può far perdere (e non si tratta di
un banale gioco di parole).
COSCIENZA DI
CHE?
Dell’Ordine che regola tutte le cose, dell’Universo Infinito, e
quindi anche di questo nostro mondo relativo (finito) della materia; nel quale
viviamo e nel quale siamo venuti a passare un po’ di tempo. Ogni cosa, ogni
avvenimento, ogni essere, tutto ciò che osserviamo e siamo, altro non è che la
manifestazione di un Ordine Universale. Che esiste ed è sempre presente in
tutto anche se noi per la nostra educazione e formazione non lo vediamo, non lo
percepiamo. Ma di cui invece ne abbiamo memoria perché esso è inscritto in tutte
le cose, in tutti gli essere e quindi anche in noi. E’ quello che nella
filosofia dell’Estremo Oriente si chiama “Il
Principio Unico” (Unico nel senso di Universale). E’ il Principio Unico
Yin-Yang. Il gioco degli opposti, dell’alternarsi di due ritmi opposti sempre
presenti e riscontrabili in ogni cosa. E’ la visione e la comprensione “dell’altro lato delle cose”. E’ la polarità che si
manifesta sempre, incessantemente nella stessa creazione eterna. Giorno/Notte –
Uomo/Donna – Caldo/Fredd. Due forze e due ritmi, all’apparenza opposti, in
realtà complementari. E’ quando si sviluppa questa comprensione e questa
coscienza, quando si comprende questa complementarietà degli opposti e degli
antagonismi...che si arriva alla libertà!
LIBERTA’ DA
COSA?
Libertà
dalla nostra visione dualistica. Che è il nostro modo di concepire il mondo, la
visione e lo sguardo della nostra civiltà occidentale, cartesiana, in cui gli
opposti di oppongono e non si concepisce una possibile complementarietà.
Libertà da tutti gli attaccamenti, dalle dipendenze, falsi bisogni e credenze.
Credenze che separano sempre invariabilmente, il buono dal cattivo, il bello
dal brutto, la malattia dalla salute, la felicità dalla tristezza, e via così
sino alla vita e la morte (affatto separate). Nella realtà le cose non
funzionano in questo modo perché secondo l’ordine della natura (il Principio Unico), ogni cosa contiene già il suo opposto. Se non c’è un retro, non può
esserci un fronte. Tutto è costituito da due lati, da due ritmi, che sono
sempre presenti!
E’ quando si comprende questo modo diverso di vedere le cose
che ci si libera dalle illusioni e le credenze che ci siamo costruiti, dalle
abitudini di cui a volte addirittura pensiamo sia assolutamente sbagliato
liberarci…non sia mai, starai mica
scherzando? Come se mettere in discussione qualche cosa fosse un errore
colossale o un peccato mortale. Arrivare alla libertà significa invece non
essere più nel meccanismo dell’imitazione, siccome così fan tutti allora è
giusto che sia così. Arrivare alla libertà significa essere capaci di produrre
un pensiero autonomo, nostro, individuale, originale e creativo.Essere liberi
da qualche cosa o qualcuno a cui doversi sempre rivolgere per farci dire cosa
dobbiamo fare.
GIOIA DI VIVERE,
CAMBIAMENTO
E’
quando si arriva qui che arriva la vera gioia di vivere (che poi sarebbe la
vera felicità, quella duratura). Perché la felicità che viene dal soddisfare
bisogni materiali (ci servono certo), dobbiamo saperlo, non potrà mai essere
duratura, perché in questo mondo tutto prima o poi finisce, tutto prima o poi
si converte nel suo opposto, o ancora meglio detto da Ohsawa “dal momento stesso in cui nasce, ogni cosa
invariabilmente si incammina verso il suo antipodo”. E quindi anche quella
felicità prima o poi terminerà.
So perfettamente quanto sia complicato arrivare qui, non lo
sapessi.
La creazione tutta è cambiamento. E’ in questo processo che
bisogna entrare, creazione della vita che è qualche cosa di assolutamente non
statico, perché nel nostro mondo è qualche cosa che si rifà continuamente ad
ogni istante (ne abbiamo appena parlato la scorsa settimana). Ad ogni istante
miliardi di cellule nascono e muoiono. Tutto funziona così. Ogni giorno al buio
si alterna la luce, dopo il fresco della notte arriva il sole, all’attività
segue il riposo, le stagioni si alternano, dopo la salute arriva la malattia,
ma poi ancora la salute. Tutto è regolato da questa polarità. Anche noi siamo
fatti da DUE cose, DUE lati…padre e madre per cominciare; il cuore si apre e si
chiude, i polmoni inspirano ed espirano, il sistema simpatico costringe e poi
rilascia. E’ questo l’ordine delle cose, della natura: tutto cambia, tutto si
alterna, niente è immobile.
L’attività si svolge in piedi, il riposo sdraiati. La mano
può accarezzare, oppure chiudersi e diventare un pugno. C’è una forza in cui
domina l’attività centrifuga-espansiva a cui si associa il freddo e la
staticità. E un’altra (opposta, complementare) in cui domina l’attività
centripeta, contraente che si associa al calore e all’attività. La prima è Yin,
la seconda è Yang.
RUOLO DEL CIBO
Per concludere e per ripetere, perché il cibo gioca un ruolo
primario in tutto ciò? Innanzitutto perché il cibo gioca un ruolo essenziale
rispetto al nostro stato di salute generale, fisico e mentale. Che appunto
dipende dal cibo che importiamo. E’ il punto di partenza perché: “se non siamo in buona salute non c’è verso
di poter elevare il nostro Giudizio (che condiziona tutta l’esistenza) e
trovare la gioia di vivere. Perché?
Perché se non siamo in buona salute tutte le nostre risorse sono
completamente prese ed impegnate a cercare di mettere ordine e risolvere i
nostri problemi, a guarire qualche cosa, se non a volte addirittura cercare di
rimanere in vita. Tant’è che dice Ohsawa: “come
è possibile che un malato, occupato dai suoi mal di testa, mal di fegato,
schiavo delle sue condizioni fisiologiche degenerate, possa disporre di
abbastanza energie e volontà per vivere una vita libera e felice?”
Ok, per oggi direi che basta, in questo Post c’è molto di
più di ciò che normalmente riusciamo ad assorbire e digerire. Saluti!
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