martedì 19 luglio 2016

APPUNTAMENTO N. 2 - PERCHE’ COSI’ SPESSO MANGIAMO TROPPO IN FRETTA? di Bruno Sangiovanni


Una parola prima di entrare in argomento. Nella introduzione a questo progetto di appuntamenti macrobiotici, dicevo che gli argomenti di cui parleremo vengono sostanzialmente dai miei anni passati a Cuisine et Santè, dalle conferenze di Renè, dagli appunti, ecc. Non ho precisato tuttavia, e va fatto, che oltre a questo c’è anche l’esperienza diretta e quotidiana di osservazione e partecipazione ai cambiamenti, trasformazioni e anche “guarigioni” di tantissima gente. Questo per dire che ciò che leggerete non è solo il racconto del sapere di Renè Levy. E’ anche il riflesso dell’esperienza diretta sul campo.

Ok, procediamo. Perché la gente mangia in fretta? Qual è “l’idea” sottostante al mangiare in fretta!
La motivazione vera e profonda, anche se inconsapevole…è mangiare in fretta perché nessun altro possa portarci via il cibo.
E’ una reazione che viene dai nostri nonni, o genitori, quando in tempo di guerra o in povertà il cibo era raro e possederne un po’ era anche una sorta di vittoria contro il nemico. Oggi però non c’è più alcuna ragione che sia così, tuttavia per tanti l’idea e la memoria è rimasta: mangiare in fretta prima che qualcuno lo porti via. Il mangiare in fretta, e cioè NON masticare, crea tanti problemi inclusa la debolezza, del sangue in particolare. E’ un paradosso perché oggi tutti hanno a disposizione tutto il cibo necessario. Il fatto è che ben pochi sanno come utilizzare quel cibo, come usarlo e trasformarlo. Bisognerebbe insegnare prima di tutto ai figli, da piccoli, solide basi alimentari, incluso il ruolo della calma ai pasti e della masticazione. E non solo allevarli nel culto della “gourmandise”, detto alla francese.

La macrobiotica non solo può guarire, fa molto di più. Apporta tutto quello che serve, di cui abbiamo bisogno senza aggiungere altre cose che creano altri potenziali problemi e che alla lunga se protratte nel tempo possono rendere la malattia invasiva. Se si arresta l’apporto di elementi che causano il problema, quel problema si arresta e si può risolvere, la malattia non ha più di che nutrirsi e deve abbandonare e lasciare. Guarisce in assenza di ciò che la provoca.

Il cereale è l’alimento di elezione per l’essere umano. Più si mangiano cereali (integrali e possibilmente integri in chicchi) più si diventa umani. Non è una battuta o gioco di parole, è una vera verità. Chi non ha alcuna vicinanza con la macrobiotica, chi non la conosce, quando la prova è come se venisse trasportato in altro universo, completamente nuovo, dove trova la pace, la dolcezza, l’amicizia, l’amore per la vita. In un supermercato, ahimè, difficile trovare queste cose, pur con tutto il rispetto.

In generale, quando si cerca un risultato bisogna andare verso una alimentazione più semplice, più stretta e con un altro ritmo (diverso) di assorbimento. In primis masticare, ma ancora di più, se la condizione è di debolezza, bisognerebbe spezzettare la quantità giornaliera del cibo, e mangiare piccole quantità in tante riprese. Anziché tre pasti al giorno, bisogna mangiare piccole quantità almeno dieci volte al giorno, masticando. Cambiare in questo modo molto profondo, riavvia corpo e mente e consente di accedere alla propria interiorità, consapevolezza di sé, per riorientare la propria vita. Sorge qui la domanda. Stando così le cose, e così stanno, occorre veramente percorrere tutti i sentieri in cui ci addentriamo? Occorre veramente cercare di spingerci così lontano, quando la masticazione e un diverso assorbimento della sostanza ha il potere di farci “risentire” e far accedere alla più grande verità, amore, giustizia?

Alla fine, diceva Renè, si tratta di proteggersi un po’ dagli altri. In che senso chiedeva la gente?! Risposta: per esempio, se si mangia in fretta c’è disarmonia, e cosa fanno due insieme se uno mangia in fretta e l’altro invece vuole masticare? Quello che vuole masticare si chiederà se ha sposato un barbaro-selvaggio.



Il mangiare stretto e con diverso ritmo di assorbimento non solo risveglia la nostra coscienza, ma può essere determinante per risolvere problemi di salute.  Prendiamo il caso di un’ernia iattale.   Ohsawa diceva: mi piacciono le cose che agiscono e risolvono in fretta . Per un’ernia iattale, 10 giorni di gallette di riso, pochi liquidi (piccole tazzine di acqua o tè bancha con un cucchiaino raso di miso, 5/6 al giorno) e la situazione cambia. Perché? Perché l’ernia iattale è dilatazione dei tessuti dello stomaco, che devono ritrovare la loro tensione normale. Dieci giorni di alimentazione secca, con pochi liquidi, i tessuti si asciugano, la ritenzione idrica passa.  Regime da provare e fare però in un luogo come Cuisine et Santè in modo da essere anche “guidati”. Dunque non avventuratevi  in esperimenti “fai da te”. Più avanti, una volta fatta l’esperienza, ci si cimenta anche da soli.

I mezzi per distinguere Yin-Yang sono vari e diversi, nella forma nel colore, dimensione, peso, direzione di crescita, velocità di crescita…ma è nella valutazione della sostanza che la polarità si distingue maggiormente…nella valutazione dei diversi gradi di densità, umidità, dimensione, concentrazione, espansione. Osservando la sostanza si entra maggiormente nella comprensione, ed è questa che decide. Per esempio ci sono due sali minerali particolari nel nostro organismo, e questi due stessi sali sono presenti in tutti gli alimenti. Il sodio e il potassio. Il sodio (più Yang) rappresenta l’ambiente marino dal quale veniamo. Le nostre cellule stanno in questo ambiente (liquido extracellulare) ricco di sodio, mentre all’interno (liquido intracellulare) sono ricche di potassio. Tra questi due sali c’è un continuo interscambio, è quello che la medicina chiama la “Pompa Sodio Potassio”. Ora, se c’è equilibrio tra questi due componenti fondamentali, tutto va per il meglio. Se c’è disequilibrio tra i due, c’è la lotta per la vita. Il punto è che l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale in questo delicato equilibrio.

Per esempio, le solanacee (pomodori, peperoni, melanzane, patate) sono ricche di potassio e povere di sodio, e se il consumo è eccessivo e non si bilancia con altri cibi più ricchi di sodio, è chiaro che lo squilibrio è alle porte. Le patate per esempio non contengo sodio, per questo mancando l’azione costrittiva e riscaldante del sale, se si mangiano tante patate ci si dilata e ci si raffredda, e questo alla lunga può causare seri problemi, anche distruggere tessuti, oppure favorire stati di anemia che è sostanzialmente freddo interno. Se si possiede una natura molto Yang inevitabilmente si è attirati da questo tipo di cibi (Yin) come le solanacee, ma il risultato è che ci si dilata, si diventa Yin e ci si raffredda.

Per questo i cereali in combinazione con il sale sono il miglior mix per riequilibrare e far tornare le cellule alla loro condizione normale-originale di equilibrio sodio potassio. Dunque, la malattia viene da un comportamento errato, errato nelle nostre abitudini alimentari. Fin che si può, bisogna cercare di fare il possibile per ristabilire l’ordine da soli attraverso una revisione delle nostre abitudini, alimentari soprattutto. Se non si può fare altrimenti dovremo ricorrere al soccorso esterno, medici, farmacisti, erboristi, terapeuti di ogni sorta (che peraltro cercano di fare coscienziosamente il loro lavoro). Ma non è questa la risposta migliore perché, al contrario di quello che succedeva una volta, loro cercheranno di aiutarvi e sollevarvi togliendo il sintomo, ma raramente affrontando il tema centrale del comportamento, in particolare quello alimentare che è la vera causa e che va riorientato. Altrimenti quella malattia si ripresenterà sotto altre forme, e il rischio è che il ciclo continui peggiorando.

La malattia si presenta in un certo luogo, un certo distretto del corpo, ma la malattia non è quella lì, confinata lì. La malattia è una stato generale, che si manifesta in un determinato luogo. Il problema della medicina, spesso, è che attacca il male dove si presenta e si produce, mentre invece andrebbe attaccato alla fonte, all’origine, dove quasi invariabilmente troviamo l’alimentazione come causa o concausa fondamentale. Se si vuole ricostruire un nostro ordine e equilibrio interiore (e anche mentale) …dobbiamo solo provarlo…per rendercene conto sulla nostra pelle. Siccome all’inizio il far da sé non funziona, e anche se non c’è pericolo può creare delusione e scoraggiamenti, bisogna provare sotto una guida esperta. E’ Per questo che io, sempre, sempre, raccomando di fare la cosa migliore, quella più giusta e producente. Prendersi 10 giorni e andare a Cuisine et Santè.


Cuisine et Santé - St. Gaudens (Tolosa)
Basta un soggiorno di 10 giorni a C&S per provare e sentire su se stessi i cambiamenti, mangiando normalmente quello che si cucina, masticando e provando nuovi ritmi. Oppure, volendo, anche provando un regime stretto, sempre nei 10 giorni in cui si mangia solo cereali integrali con sale, miso e tamari, un po’ di gomashio, si assumono pochi liquidi (come visto prima); se poi in piccoli pasti spezzettati durante il giorno, ancora meglio. In questo modo il glucosio si libera lentamente e costantemente come quando si fa una flebo, non c’è più il minimo picco di iperglicemia che per reazione produce ipoglicemia che è fonte di un numero di possibili problemi sconfinato. Ma non è assolutamente necessario o indispensabile fare il regime stretto, i 10 giorni di regime normale sono già una enorme esperienza.

Parlarne è difficile. Bisogna provare. Prendetevi 10 giorni e andate. Buttatevi, sarà il miglior investimento della vostra vita, sicuro. 
                                                


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