domenica 8 gennaio 2017

APPUNTAMENTO  N. 25
RIFLESSIONI SULLE 7 CONDIZIONI DELLA SALUTE (ultimo post prima di Natale)
Di Bruno Sangiovanni

Buongiorno cari lettori di questi appuntamenti (ci siete ancora?). E tanti auguri per questo nuovo anno appena nato. Riprendiamo le nostre Chiacchierate, le nostre “Causeries”, come le chiamavano George Ohsawa e Renè Levy!

Di cosa parliamo oggi? Ci sarebbe da riflettere in effetti, dato che il mondo che ci circonda con i suoi vertiginosi cambiamenti (per la maggior parte francamente non esattamente per il meglio) e gli impegni quotidiani sempre più gravosi, non aiuta e invita tanto a dissertare dell’Ordine dell’Universo, di millenarie Filosofie Orientali e conseguenti riflessioni macrobiotiche.

Le questioni sono sempre più pressanti, di ordine sociale e macro, il contrario del percorso macrobiotico che è questione puramente individuale.
     
Detto in altre parole e molto più povere, a che servono queste causeries mentre intorno i problemi sono sempre più grandi e ipercomplessi? La tentazione di dire “lasciamo perdere” viene, inutile nasconderlo. Ma c’è un’altra considerazione, contraria, che chi mastica un po’ di queste cose non può non ricordare e tener conto, che è questa. Le questioni social-macro si possono modificare (forse) se ogni singolo componente di quella società/organizzazione riesce a modificare e migliorare la propria, singola, individuale identità/ situazione. Se ogni singola persona cioè riesce a migliorare. E’ l’insieme di tutti questi singoli e individuali progressi che può incidere sul risultato complessivo. La dove quel “migliorare” sta per comprendere e fare tutto quello che possiamo per mantenere o ritrovare la nostra salute fisica, alla quale si accompagna quella mentale e infine quella psicologica. Attraverso lo studio e la pratica della macrobiotica. Lo scopo della macrobiotica è esattamente questo. Utopistico? Si certo, sicuro che lo è! Ma è l’unica vera possibilità che abbiamo, individualmente e collettivamente! Ragion per cui, dobbiamo andare avanti e rimanere (nei limiti del possibile) fedeli a quello che ci è stato insegnato, alla solidità dei principi millenari trasmessi, alla pratica alimentare quotidiana, contro tutte le “sirene” che ogni giorno ci sussurrano qualche cosa di contrario.

Detto ciò, l’auspicio per il nuovo anno che viene è quello di ricordarsi dell’Odissea, di Ulisse, e di quando per non seguire il canto delle Sirene e abbandonare i suoi compagni, mise tappi alle orecchie di tutto l’equipaggio e lui si fece legare all’albero maestro della sua nave, volendo provare la forza di quel canto subdolo, senza soccombere.

Voilà l’introduzione al nuovo anno. Ora possiamo tornare a noi. Ho pensato che avremmo potuto incominciare con riflessioni in ordine sparso, senza un tema preciso da seguire. Per farlo, la cosa migliore è rifarsi agli appunti delle conferenze di Renè, cercando di mettere in fila qualche riflessione, pure senza una logica stretta. L’ultimo appuntamento, il 24 di dicembre, avevamo parlato della salute macrobiotica e delle cosiddette “sette condizioni della salute”. Prendo spunto da qui, da dove ci eravamo lasciati, e andiamo.

Lo sguardo macrobiotico sulla salute è differente da quello che osserva l’analisi medico-fisiologica. Dice Renè: E’ la verità che portiamo in noi che ci dice che non si può sbagliare senza un giorno doverne rendere conto. Per esempio, se abbiamo un dolore, questa è l’espressione della nostra individuale verità, cioè il non cercare ciò che è veramente importante per noi. Chiaro spero! E’ per questo che le sette condizioni della salute macrobiotica si basano sull’osservazione delle manifestazioni nella vita quotidiana e non da valori espressi da analisi, ecc. Se ho il mal di testa, il riflesso autentico macrobiotico è guardare a cosa ho mangiato.

La salute è strettamente legata alla nostra condizione organica generale, alla condizione di quello che chiamiamo il terreno. Si può cambiare il terreno? E in cosa consiste questo? Cambiare il terreno significa cambiare la composizione dei nostri fluidi, a partire da quello fondamentale, il sangue. Nel sangue si trovano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine, ma la parte principale è costituita dal plasma, il fluido che trasporta i nutrienti, i sali minerali. Lo studio della macrobiotica parte dalla comprensione dell’importanza del contenuto dei due sali minerali fondamentali per la vita dell’ambiente cellulare: il sodio e il potassio, che sono strettamente in relazione tra loro. Sodio e potassio sono parte di tutti gli organismi viventi, in una determinata relazione/rapporto tra loro, e questa comprensione è uno dei fondamenti su cui riposa la macrobiotica.

Siamo composti di miliardi e miliardi di cellule ricche di potassio al loro interno, cellule che a loro volta vivono in un ambiente (fluido extracellulare) ricco di sodio. Nel nostro ambiente il rapporto (medio) è di circa 5/7 parti di potassio per 1 di sodio. Se il potassio supera questa proporzione media rispetto al sodio, significa che abbiamo esagerato con alimenti ricchi di potassio; che è espansione, dilatazione, e freddo. Frutta, solanacee, tutto ciò che dilata e rinfresca. E’ per questo che nei libri di macrobiotica ci sono spesso delle tabelle che riportano l’indicazione del contenuto di sodio e potassio dei vari alimenti. Più il rapporto negli alimenti è simile a quello del nostro ambiente interno, più quell’alimento è equilibrato per noi. L’esempio più evidente di questo sono i cereali integrali il cui rapporto è praticamente identico a quello del nostro ambiente.

E’ per questo motivo che il sale è così importante nella macrobiotica; serve ad equilibrare il potassio, che dilatata e raffredda. Ecco perché è così importante mangiare cibo vegetale sempre accompagnato dal sale naturale (non raffinato) in cottura, dal Miso nelle zuppe, dal Tamari e dal Gomashio come condimenti. Questa è una nozione essenziale da conoscere e tener presente in tutte le diete di tipo vegetariano stretto…cosa che non sono sicuro sia così conosciuta, temo.

 La prima delle 7 condizioni della salute è “non essere mai stanchi” il che vuol dire sostanzialmente essere sempre in forma e disponibili ad affrontare al meglio impegni, imprevisti, ecc. Per essere così occorre essere tonici, concentrati. In Giappone dove tutta la cultura è impregnata dal Buddismo, tutta l’alimentazione era impostata e centrata sul vegetale. Mangiando quindi pochissima carne, il Giappone ha sempre usato il miso e il tamari (salsa di soia) per bilanciare la dieta assumendo un alimento ricco di sali minerali concentrati. Oggi temo le cose siano cambiate ma, di sicuro fino a non tanti anni fa milioni di Giapponesi iniziavano la giornata con la loro zuppa di miso. Oggi cappuccino e brioche sono arrivati sino al Sol Levante.

Il cibo animale è ricco di sali minerali, ma produce molte tossine che il corpo deve eliminare, sono le scorie azotate, acido urico, grassi saturi. Ed è per questo che un regime a base vegetale, accompagnato sempre dal sale nelle sue diverse forme, dal punto di vista dei benefici per l’organismo è nettamente superiore. Il sale è fondamentale anche quando si fa un regime stretto, in macrobiotica sostanzialmente equivale a un regime 100% cereali. Se si fa un regime stretto senza un corretto apporto di sale, miso, tamari, si rischia di indebolirsi, a volta anche di entrare in una condizione di tipo ipoglicemico. L’altra questione legata allo stato di tonicità e concentrazione riguarda la masticazione. Chi non mastica non approfitta completamente del cibo e dei suoi nutrienti che assume perché passano senza rilasciare completamente le loro proprietà. Masticare vuol dire approfittare della sostanza introdotta.

La fatica invece è eccesso di stoccaggio di materia che il corpo non riesce ad eliminare. Per smaltire sostanze difficili da eliminare bisogna diluire e bere parecchio, come quando si mangia una costata o una pizza. E bere parecchio non ci rende certo tonici e concentrati, al contrario, ci affatica. Gli idrati di carbonio hanno invece un legame profondo con in nostro corpo umano…tutti i vegetali contengono idrari di carbonio, i cereali in particolare. Il che dimostra la necessità e l’importanza di masticare i chicchi in bocca, dove avviene la dissociazione delle catene degli idrati di carbonio e quindi la loro prima digestione. Se i cereali non si masticano, si avranno ispessimenti e mucosità. La macrobiotica non va bene per la gente che non fa questo sforzo di masticare, di diluire in bocca. Noi abbiamo questo fermento (la ptialina) che è una virtù tutta umana, e dobbiamo utilizzarlo, la macrobiotica ci parla di questo e ci permette di utilizzarlo. La masticazione è sostanzialmente come la respirazione, è per arrivare ad uno stato di coscienza più elevato, per portarci in una condizione di felicità. E’ la perdita di coscienza infatti che ci rende infelici, perché agiamo senza essere realmente presenti a ciò che facciamo; se invece si fa qualche cosa in uno stato di coscienza, siamo presenti e felici. Masticare è questo, è essere presenti, è un allenamento ad essere presenti!

La religione è per sviluppare la coscienza attraverso il silenzio, la preghiera, anche la meditazione, ricevendo parole e insegnamenti spirituali. Ma il cibo e la masticazione sono il miglior momento per stabilire la coscienza. La ricerca è questione fisiologica, interiore, non può venire da fuori. La macrobiotica non è meditazione o comandamenti, è essere presenti a sé stessi. Se si è malati, in particolare, tutto dipende dalla masticazione, più grave la malattia, più bisogna masticare. La domanda ora è: come fare per trasformare questa cosa in un atto, un momento divertente…e non di costrizione? Buona domanda, bisogna cercare la risposta e possibilmente trovarla sperimentando.
Dice Renè: La macrobiotica non è ascetismo, la macrobiotica è intrinsecamente portata e rivolta verso la gioia e l’estroversione. Se entrate in un ristorante macrobiotico…aprite la porta e dite…ehilà!! Come va!! E la gente tutta seria vi guarda male…chiudete la porta e andatevene. Non hanno capito che il cibo è per avere più forza, più dinamismo, più impulso, più allegria! Ora ditemi, quante volte ci è capitata questa situazione? E quante volte non abbiamo chiuso la porta e ce ne siamo andati, dimostrando pure noi di non aver capito quasi nulla della macrobiotica? Rispondo per me: tante! Il che la dice lunga sul vero senso della macrobiotica, non compreso.

Il problema è che spesso chi arriva alla macrobiotica ha già cercato, sperimentato molte altre cose, altri percorsi, senza tanti successi, e c’è una sorta di disillusione. Troppa serietà, troppo prendersi sul serio e quindi alla fine…troppa arroganza! La vita non è essere bloccati, è il contrario, è essere sempre in movimento, affrontare difficoltà per trasformarle in felicità, trasformare la malattia in buona salute…Buddha lo diceva sempre: nella vita c’è una sola cosa certa, il cambiamento!

Dice Renè: Se si prende una influenza, questo vuol dire che già siamo affaticati, che c’è un sovraccarico. L’appetito, bisogna avere fame, molta fame, questo è bene…ma non sembra proprio che questa sia la condizione autentica dei nostri tempi, almeno qui in occidente…mangiamo forse perché abbiamo veramente molta fame? E’ la privazione di qualche cosa che sviluppa la fame e il desiderio vero, anche quello della vita. “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”…ehh…ma quello era altra cosa, non la baguette con nutella di oggi. Buon sonno, profondo, rapido per essere rigenerati rapidamente, in poche ore. 4/5 ore sono più che sufficienti, ma per questo occorre cambiare abitudini, mangiare poco la sera, soprattutto bere poco la sera, almeno 3 ore prima di coricarsi. Se si dormono 8/9/10 ore, questo vuol dire essere linfatici, troppi liquidi, troppi zuccheri.

La memoria, oggi la gente perde la memoria e con questo perde il senso della vita, la quale è come un film che va verso la fine…forte nell’infanzia…poi rallenta…poi si indebolisce. Non bisogna dimenticarsi dell’infanzia. Il buonumore, se si è in collera c’è acredine, non siamo in buona salute; l’acredine è il sapore rancido, quello dei grassi quando arrivano alla putrefazione, è un sapore molto pericoloso; nella macrobiotica questo sapore non si trova, perché non c’è la carne, non ci sono alimenti trattati chimicamente e gli antiossidanti sono contenuti nei vegetali. Buonumore è la gioia, la voglia di cantare! La rapidità, noi siamo sopraffatti dagli avvenimenti perché spesso non siamo rapidi nelle reazioni, è il sistema simpatico che sta perdendo questa qualità e vitalità. Le reazioni devono essere veloci, quelle fisiche al caldo, al freddo, anche quelle emotive. Anche le malattie si dovrebbero guarire rapidamente quando il sistema di reazione è in perfetta efficienza. Infine la Giustizia…la più alta delle condizioni della salute, la comprensione dell’Ordine dell’Universo!  Discorso lungo, ne abbiamo già parlato in vari appuntamenti precedenti; per chi vuole, vedere Appuntamento N. 24.

Auguri ancora. Buon 2017, possibilmente macrobiotico.



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